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Quanta responsabilità abbiamo per il modo in cui crescono i ragazzi?

Noi, nati negli anni 40/50, che conosciamo alla perfezione la vita dei nostri genitori e nonni, siamo stati capaci di “raccontarla” alla“generazione di mezzo”? Cioè ai genitori dei ventenni del 2023?

Omicidio nel quartiere di Primavalle, Roma. Il movente: forse un debito di 40 euro.

I ragazzi coinvolti, entrambi di 17 anni.

Michelle, uccisa da un giovane che si crede un trapper (che secondo il senso comune è un artista che fa musica trap, che è il sottogenere della musica  rap, sviluppatosi, intorno al 1990 negli Stati Uniti, come espressione degli ambienti sottoproletari urbani degradati e caratterizzato da testi violenti e aggressivi, ritmati da una musica elettronica fortemente sincopata). 

Un trapper che le ha dedicato un brano su TikTok, parlando di “relazione tossica” (quando vivere un amore può fare male) , e che sembra abbia agito sotto effetto di sostanze stupefacenti.

Incidente a via di Macchia Saponara, a Casal Palocco, fra Roma città e il quartiere di Ostia.

Bambino di 5 anni, morto.

Quattro Youtuber (utente di YouTube. Persona, di solito giovane, iscritta alla comunià del sito di condivisione YouTube, che carica video originali in cui si esibisce in una sorta di spettacolo personale), del gruppo Theborderline, che con un Suv Lamborghini hanno avuto un incidente stradale con una Smart ForFour con a bordo una mamma, una bambina e un bambino di 5 anni, morto dopo l’impatto con il Suv guidato da uno youtuber.

Ragazzi di 20 anni, con ville e piscine come ambientazioni per le loro sfide social e che conducevano una vita dorata, tra set e grandi sponsor.

Casal di Principe, nel Casertano, per i locali “Casale“

Una lite per una rivalità sentimentale tra due ragazzi, sfociata in tragedia. 

Un ragazzo di 17 anni è stato ucciso da un ragazzo di 20 anni nel centro del paese. 

Fatti di cronaca di ragazzi del 2023 che pagheranno per i loro errori, ed è giusto che paghino.

Ma la vogliamo fare una considerazione? Quanta responsabilità abbiamo come società per il modo in cui i ragazzi ora crescono? Dobbiamo pero’ avere, anche, la capacita’ di “guardare” i comportamenti dei tanti ragazzi non rientranti nei fatti di cronaca.

Riprendo delle frasi scritte  da Alessandro Petruccelli, in un articolo pubblicato su Abitare A del 21 aprile 2023, avente titolo “Lettera ai contadini della mia terra e di tutte le terre” 

Allego anche il link per chi avesse desiderio di leggerlo o rileggerlo, tutto.

https://abitarearoma.it/lettera-ai-contadini-della-mia-terra-e-di-tutte-le-terre/

Io sono andato a scuola a piedi tra il vento e la pioggia, per impervi sentieri, con lunghi cammini, voi siete andati all’estero indifesi e soli tra gente sconosciuta; avete dormito nelle baracche e avete fatto i lavori più umili e nei momenti di riposo vi siete preparati i pasti e lavati la biancheria o avete scritto alle famiglie lontane e avete desiderato avere accanto i vostri cari. 

Con i risparmi che avete fatto, vi siete costruiti le case in città o nei pressi di strade frequentate e avete aperto botteghe e trattorie, dopo anni di servizio in ristoranti e negozi stranieri; o, dopo anni di apprendistato, siete entrati nelle fabbriche come operai specializzati. 

Avete viaggiato e accumulato tante esperienze e mentre prima pensavate che la vita consistesse solo nei doveri, da anni ormai conoscete dove arrivano i vostri diritti. 

I nostri figli, diversamente da noi, non sono cresciuti dietro gli animali e non hanno imparato solo la fatica. Occorreva andarsene dai campi per non essere più contadini. Noi ce ne siamo andati, rompendo gli schemi di un ordinamento sociale che durava da millenni. E’ stata una rivoluzione totale la nostra e l’abbiamo fatta senza barricate, senza sangue e senza bandiere.

La nostra, poi, non è stata ritenuta cultura, ma folclore e a nulla sono valsi i nostri innesti, i tralci disposti con simmetria, i solchi diritti, le mete di paglia e di fieno con pendenza perfetta, le decorazioni dei carri e degli aratri, le serenate che abbiamo composto per l’amata e cantato sui colli, le ninne nanne con cui abbiamo acquietato i bambini del mondo, le canzoni con cui abbiamo accompagnato i nostri lavori e i nostri pellegrinaggi.

Allo stesso modo, non è stata data alcuna importanza al nostro rispetto nei confronti della terra madre. Infatti, finché noi siamo stati custodi del territorio, rari o rarissimi sono stati gli smottamenti e le frane, rare o rarissime sono state le alluvioni, perché piantavamo alberi che con le loro radici trattenevano il terreno che tendeva a scivolare, perché ogni rettangolo o quadrato di terra era delimitato da fossi che ogni anno venivano rifatti o puliti e non permettevano il ristagnare neppure a una goccia d’acqua.

Noi, la generazione degli anni nati intorno al 1940/1950, che conosciamo alla perfezione la vita  dei nostri genitori e nonni, siamo stati capaci di “raccontarla” alla successiva “generazione di mezzo”? 

Che  poi sono le mamme e i papà dei ventenni del 2023.


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2 commenti su “Quanta responsabilità abbiamo per il modo in cui crescono i ragazzi?

  1. Lo scritto di Attilio Migliorato è uno spaccato della nostra quotidianità (anche se sono anziano), che tormenta chi ha vissuto con difficoltà la propria gioventù, quella generazione che ha ricordi della guerra e del dopoguerra. Queste vicende che creano sgomento e amarezza avvengono con eccessiva frequenza, e questo determina il rapido oblio di ciò che stupisce emotivamente, la cruda cronaca nera, come si diceva una volta, che racconta questi episodi. Vorremmo che non accadessero mai. L’interrogativo della conclusione dell’articolo é molto pertinente e sostanzialmente pone un esame di coscienza storico ed educativo: “siamo stati capaci di raccontarla alla successiva generazione di mezzo?” è giusto e molto appropriato, ma non dobbiamo dimenticare che la nostra società, anche con le innovazioni tecnologiche e non solo, è profondamente cambiata. Dove spesso la sindrome dell’io, è prevalente rispetto a tanti comportamenti. Comunque grazie ad Abitare a Roma di aver letto una riflessione, pensata e scritta, con lo spirito di cercare anche dentro di noi risposte che servono per migliorare la società e il territorio dove noi viviamo.
    Luciano Di Pietrantonio

  2. Sono a Ventosa di Santi Cosma e Damiano e al mare a Santo Janni.
    Quanti bellissimi atti comportamentali da ragazzi giovani in spiaggia, quanti comportamenti non appropriati da cinquantenni e sessantenni.
    Ho sentito rievocare da miei coetanei ” anziani ” , le ormai non piu’ usate parole : buona creanza ,verso i giovani o cattiva creanza verso gli adulti ” esuberanti”.
    Attilio Migliorato

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