Quella mattonella per ricordare la famiglia del poeta e scrittore Bepi Nider
Collocata nel quartiere Giuliano Dalmata all’interno del “Progetto Famiglia e Ricordo”Il 14 febbraio 2020, dalle ore 15.00, presso la Biblioteca Nazionale Centrale si svolgerà la seconda edizione dell’evento “Altre lingue–Achille Serrao. Incontro e Reading di poeti nei dialetti e nelle lingue d’Italia e Cori popolari italiani”. Un evento molto importante che si ricollega, idealmente e nei contenuti, ad altro evento “II Edizione – Poeti nei dialetti d’Italia residenti nella Capitale” (per la Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali 2020) svoltosi – non più di un mese fa – presso la Biblioteca “San Marco” nel quartiere Giuliano-Dalmata di Roma.
Grazie, soprattutto, a iniziative come queste – ideate, organizzate e portate avanti dalla rivista di poesie “Periferie” e dal Centro di documentazione per la poesia dialettale “Vincenzo Scarpellino” – la poesia dialettale sta avendo una rinnovata stagione di visibilità e di studi che vanno nella direzione di un nuovo interesse per quella che è, molto spesso, non più la “nostra lingua madre”.
Molto interessante, inoltre, la dialettica tra lingua materna e lingua matrigna. Perché può essere il risuonare dei dolci suoni dell’infanzia, dei ricordi della famiglia che riaffiorano come nostalgia di un tempo perduto, un omaggio alla memoria e alle nostre più antiche tradizioni. Ma, anche, cassa di risonanza per il riemergere di situazioni storiche dolorose o familiari che vorremmo dimenticare o accantonare. Scrivere in dialetto o in una determinata lingua diventa, quindi, un atto consapevole, una scelta ben interiorizzata. La parola, le parole, organismi che vivono di vita propria (fluida e sempre in evoluzione), hanno questo importante e inderogabile potere: creano ponti e reti di suggestioni o innalzano “limes” e reti di incomprensione.
A margine di questa premessa e a latere del “Giorno del Ricordo” acquista un valore simbolico e culturale la scelta di “Gentes – Associazione Socio-Culturale Quartiere Giuliano-Dalmata” di aver contribuito – all’interno del “Progetto Famiglia e Ricordo” – ad una mattonella che ricordasse la famiglia del poeta/scrittore Bepi Nider.
Fino a qualche anno fa (oggi più raramente), tra le vie, risuonava quel particolare dialetto istrioto, segno tangibile e inequivocabile della provenienza dei primi abitanti del quartiere. In questo caso, la scelta di continuare ad usare la lingua materna ha rappresentato uno splendido esempio di appartenenza e di legame a quelle “terre perdute” mai venuto meno.
Ricordare Bepi Nider (professore di Letteratura e Storia, attore della RAI e della Radio Vaticana, regista di rappresentazioni sacre ed opere liriche, direttore della Scuola-Collegio “Orti di Pace”, scrittore di racconti, di liriche in lingua italiana e in dialetto) significa ricordare il poeta degli istriani ma, soprattutto, il “poeta del quartiere” attraverso il quale tutta la gente ha cercato di ritrovare se stessa.
NO DIMENTICHEMO
Va per el ciel, de qua e de là girando,
un tochetin de luna
e, tra le frasche,
fis’ceta un rusignol ‘na serenada.
S’colto in silenzio e guardo,
posà sula finestra,
le stele lusigar nel scuro
mar de la note
e col pensier ghe mando
al tochetin de luna
‘na preghiera:
“Quando doman, in viagio,
ti rivarà sul mio paese,
carezime, te prego,
la cesa, el campanil
la mia caseta.
Fermite un momentin,
solo un momento,
sora le tombe
del vecio cimitero e
basa una per una
le lapide e le crose
e dighe ai Morti, dighe
luna, te prego,
che no dimentichemo”.
Brunella Bassetti
Otello Masella
24 Settembre 2021 alle 14:11
Io sono stato suo allievo nella scuola ORTI di pace, perche lui non è stto solo direttore , ma anche professore di italiano storia e geografia. Ho dei ricordi bellissimi, anche perche ci siamo frequentati anche gli anni successivi. Io sono stato piu volte a casa sua e lui a casa mia. Io ho saputo delle foibe quando in Italia era vietato parlare.