Angela, il campanello e Matteo – I conti alti della Corte dei conti – Ad Hangzhou per scoprire l’acqua calda – Italia-India, i miliardi e i marò – I barellieri della Giustizia – Chiudere la stalla

Fatti e misfatti di settembre 2016
Mario Relandini - 5 Settembre 2016

Angela, il campanello e Matteo

“Il partito della pur potente Cancelliera tedesca Angela Merkel – nelle elezioni regionali di domenica – è stato clamorosamente sconfitto dal partito della destra anti-migranti”.

Dovrebbe essere suonato, a questo punto, un campanello d’allarme anche per il nostro “premier” Renzi. Anche se lui – come sembra – i campanelli d’allarme non li sente o finge di non sentirli. D’altra parte, Maremma sonata, “un siamo miha i’ Paese de’ campanelli”.

I conti alti della Corte dei conti

“La Corte dei conti italiana spende ogni anno 320 milioni – di cui 240 mila euro al suo presidente – di fronte ai 206 milioni della Cour des comptes francese (di cui 120 mila euro al suo presidente), ai 141 milioni della Bundesrechnungshof tedesca (di cui 175 mila euro al suo presidente), agli 83 milioni della National audit office inglese (di cui 257 mila euro al suo presidente) e ai 63 milioni del Tribunal de cuentas spagnolo (di cui 115 mila euro al suo presidente)”.

D’accordo, certo, che la nostra Corte dei conti ha compiti molto più numerosi rispetto alle sue omologhe europee, ma il suo costo sembra ugualmente troppo alto. E, per scrupolo, da controllare. Ma – ecco – c’è chi possa o debba controllare i controllori della Corte dei conti?

Ad Hangzhou per scoprire l’acqua calda

“Per superare l’attuale crisi economica globale – si è letto nella bozza del documento finale sottoscritto dai Paesi del “G20″ – occorrerà stimolare l’occupazione con una crescita inclusiva e sostenibile”.

Timbrificio Centocelle

Ma va? C’era bisogno che il “G20”, con tutto il suo costoso apparato, si trasferisse fino alla cinese città di Hangzhou per fare questa sensazionale scoperta dell’acqua calda?

Italia-India, i miliardi e i marò

“Il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e la sua collega indiana, Sushma Swarai, si sono incontrati – in occasione della santificazione di Madre Teresa di Calcutta – ed è stato un lungo colloquio in cui si è discusso per rafforzare le prospettive di cooperazione nel commercio e negli investimenti, nelle scienze e nelle tecnologie”.

Poi, però, dev’essere arrivata l’ora del pranzo. E, dunque, non c’è stato tempo per cercare una soluzione extragiudiziale al clamoroso caso dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Senza attendere i tempi comodi, cioé, del Tribunale internazionale dell’Aja. Ma così è. Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono soltanto due semplici fucilieri di Marina. Gli accordi commerciali, invece, sono questioni di miliardi.

I barellieri della Giustizia

“Per arginare la gravissima carenza di personale nella cittadella giudiziaria di Piazzale Clodio a Roma – giovandosi delle norme sulla mobilità obbligatoria nel pubblico impiego – sono stati appena trasferiti undici barellieri”.

Dopo il capitano e i due sottufficiali della Croce rossa mandati appena pochi giorni fa alla Procura di Milano, ecco, dunque, gli undici barellieri ai Tribunali penali di Roma. D’accordo che i mali della nostra Giustizia sono sempre più numerosi e più gravi, ma il Governo pensa di risolverli con i barellieri e con i militari della Croce rossa?

Chiudere la stalla…

“L’italica Magistratura – dopo avere tranquillamente favorito la fuga del picchiatore seriale Nicolas Lecumberra nella sua patria spagnola – sembrerebbe propensa, ora, ad emettere un mandato d’arresto europeo per riportarlo e giudicarlo nel nostro Paese”.

Dice il saggio, il saggio proverbio: “E’ inutile chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati”.


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