Renato Zero in mostra a La Pelanda
Una mostra introspettiva non sull'artista ma sull'uomo“Zero”, la mostra sul grande artista Renato Zero sarà aperta al pubblico dal 18 dicembre 2014 al 22 marzo 2015 presso La Pelanda a Testaccio (piazza Orazio Giustiniani 4). Chi si aspetta una rassegna basata sull’artista rimarrà un po’ deluso, è decisamente orientata e proiettata sull’uomo e sulla psicologia del cantante.
Si viene accolti da uno schermo rappresentate un feto accompagnato da un battito cardiaco di sottofondo a rappresentare la nascita, la vita. Questo suono del cuore che batte sarà ripetuto ad ogni concerto e ne diventerà “la base”. Continuando il viaggio nella vita dell’artista si trova il secondo passaggio chiave, ovvero gli anni ’60 e quella voglia di evasione dalla gabbia circostante (religiosa, consumistica). Questo periodo viene rappresentato con i punti cardinali, il nord rappresenta Dio, il sud gli ultimi e le borgate, l’est rappresenta il sole che sorge, Roma e la sua fonte di ispirazione ed infine l’ovest è identificato come la sessualità, il racconto di essa. Per l’epoca rappresentò una lucidità disarmante questa idea di vita e ovviamente comportò dei rischi, in primis nei giudizi.
Procedendo si nota come la sua liberazione la trova con la trasformazione, con i costumi. Evidentemente diverso, Zero si caratterizza per via di notevoli acconciature e trucchi. Infine gli anni ’80 e ’90 con la sua “caduta”, dato per finito e sommerso da domande della stampa denigratorie. Gli si imputa di essere finito, di aver smarrito il soggetto, ma non è così. Con “spalle al muro” si riprende la ribalta e torna a far cantare i suoi fans.
Come detto in precedenza non è una mostra sull’artista ma sull’uomo, ed è come se fosse un concerto in mostra. E’ stato lo stesso Renato Zero a volerla così, avrebbero dovuto parlare le canzoni per far riflettere le persone e far emergere questo concetto del “DNA”, ovvero che chiunque potrebbe intraprendere quel tipo di percorso affrontato da lui. Si trovano anche degli accostamenti con Pier Paolo Pasolini, infatti entrambi si sentivano prigionieri in gabbia, avevano amore verso la periferia, vedevano la tv come il pericolo più importante tra le persone, entrambi hanno scritto testi di canzoni. I due tuttavia non si incontreranno mai, dimostrando però, di essere sulla stessa linea di pensiero.
Quel che si evince dalla mostra è la grande sofferenza interiore, la non comprensione, la voglia di evadere dagli schemi di una società che gli va stretta.
Il costo di un biglietto intero è di 15 euro, per tutte le varie formule di acquisto (ridotto, pacchetto famiglia, gruppi, scuole) basterà collegarsi al sito www.renatozero.com e consultarle dalla sezione apposita.
(Foto di Federico Ridolfi)
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