Ridere a ottobre – Ora il dovere delle riflessioni – “Giggino ‘o putimme” – Il ponentino e la bora di Debora

Fatti e misfatti di giugno 2016
di Mario Relandini - 20 Giugno 2016

Ridere a ottobre

“Io aspetto tutti al varco del referendum – ha intanto detto, in attesa di riflettere, il “premier” Renzi – e lì ci divertiremo”.

Sarà il risultato del referendum di ottobre sulle riforme costituzionali, allora, a svelare se  il Matteo sarà stato un buon profeta del suo divertimento (ridere gioiosamente, cioè, per la vittoria del “sì”) oppure un anticipatore del suo masochismo (ridere istericamente, cioè, per la frustata del “no”). Un ottobre, insomma, di castagne, di funghi e di Renzi ridens.

Ora il dovere delle riflessioni

“I risultati finali di queste elezioni parziali – dati alla mano – hanno evidenziato che il Pd ha perso duramente, il centrodestra non ha vinto e il “Movimento 5 stelle” ha clamorosamente conquistato due città quali Roma e Torino”.

matteo-renzi_Ora, però, dovrebbe essere il tempo delle riflessioni. Ma delle riflessioni oneste e coraggiose. Matteo Renzi dovrebbe convincersi che, se il Pd ha perso, non è che lui ne è fuori perché non ci ha messo la faccia come “premier”, ma c’è dentro fino al collo in quanto, del partito, ha voluto essere il segretario e l'”uomo solo al comando”. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini dovrebbero capire che non hanno vinto perché un esercito, come quello del centrodestra, non può scendere in battaglia allo sbaraglio, non coeso, senza una tattica, una specie di “esercito di Franceschiello”. Beppe Grillo dovrebbe ammettere che le sue vittorie non sono venute tanto dalla forza del suo “Movimento” quanto dalla debolezza degli altri schieramenti e che, dunque, sarebbe solo un sogno comico quello, ora, di una sua prossima “marcia su Roma” verso Palazzo Chigi o Palazzo Venezia. Ma sarà veramente il tempo delle riflessioni oneste e coraggiose? O continuerà ad esserci il tempo degli struzzi con la testa sotto la sabbia? La risposta ci sarà con i giorni che verranno. Difficili per tutti.

“Giggino ‘o putimme”

“Luigi De Magistris –  dopo la sua riconferma a sindaco di Napoli – ha annunciato che, ora, si dedicherà a costruire un movimento tutto suo, nazional-rivoluzionario, populista, “di strada””.

Una specie, insomma, dello spagnolo “Podemos”. In napoletano “putimme”. Anche se lui sembra averlo già battezzato come “Napoletanos”. Al suono di un rabbioso “putipù” e di un mandolino ribelle.

Il ponentino e la bora di Debora

“Alle elezioni amministrative – ha invece cercato di giustificare il crollo pd la vicesegretaria Debora Serracchiani – conta sempre più la persona che il partito”.

Che cosa ha voluto dire? Che il Pd conta sempre eccome, ma che non sono stati capaci di contare i suoi candidati come, ad esempio, Piero Fassino a Torino e Roberto Giachetti a Roma? A Debora Serracchiani, forse, fa male il ponentino romano. A maggior ragione, allora, farebbe bene a stare di più a Trieste dove ha la sede di Governatrice della Regione Friuli-Venezia Giulia, e non la vedono quasi mai, e dove spira più fresca la bora.

Timbrificio Centocelle

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