“Roma cerca Roma – esplorazioni a Est” di Giuseppina Granito

La presentazione del libro martedì 10 dicembre alle 18, presso la libreria Eli, viale Somalia 50/a

Martedì 10 dicembre alle 18, presso la libreria Eli, viale Somalia 50/a, presentazione del libro “Roma cerca Roma – esplorazioni a Est”.

Dialogano con l’autrice Giuseppina Granito, l’editore Francesco Palombi e l’archeologa Olga Di Cagno. 

Ė gradita la prenotazione a: eventi@libreriaeli.it, telefono 06.86211712. 

Come raggiungere la libreria: parcheggi in zona, convenzionato via Stimigliano 24; Metro B1 Fermata Libia; Autobus 63, 92; Treno FL 1 Orte-Fiumicino fermata Nuovo Salario.

L’Autrice:

Giuseppina Granito è nata a Roma, rione Monti. Stimolata da una grande passione per la sua città, ha esordito come redattrice di periodici locali, con un articolo su una strada dimenticata alla periferia della Capitale, dedicandosi poi alla cronaca cittadina con servizi sul verde, sulla tutela ambientale e la difesa del patrimonio, su uno storico quotidiano della Capitale.

Ė consigliere di Italia Nostra, sezione romana, associazione impegnata nella tutela del patrimonio e la salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali.

Ha sostenuto campagne in difesa dell’archeologia industriale abbandonata, degli ospedali storici dismessi, non più utilizzati e condannati al degrado. Collaboratrice di un blog che si occupa di esplorazione e conoscenza non convenzionale del territorio, nel 1980 ha contribuito alla fondazione di una testata giornalistica municipale per poi ideare nel 1999, una pubblicazione che tratta di sanità regionale, ora diffusa nella versione digitale.

Difesa del territorio, unita alla difesa del diritto alla salute, due temi da sempre presenti nell’attività pubblicistica, perché forse i più esposti a insidie di varia natura.       

Sinossi del libro:

Alla ricerca della città perduta. Iniziare con una tranquilla e casuale passeggiata e finire travolti nel gorgo della curiosità per una Roma estrema, sconosciuta e vivace, apparentemente derelitta ma foriera di sorprese. 

“In quegli aspri quartieri orientali da reinventare…”, racconta il New York Times del 21 dicembre 2023 parlando di Roma Est, ed è l’appropriata descrizione di questa parte contraddittoria della metropoli, in cui non si impiega molto a ripensare i luoghi: basta osservarli con uno sguardo diverso. 

Come sosteneva Marcel Proust  “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi” e il versante orientale si presta a essere soggetto ideale di tale mutazione ricca di scenari inconsueti, ormai smarriti nella città ufficiale. 

Nati spontaneamente e cresciuti disordinatamente – il nuovo che si innesta nell’antico, il casuale che abbraccia l’ufficiale, la storia che ravviva la memoria – i quartieri compresi tra il V e il VI Municipio, in “Roma cerca Roma” si spogliano a mano a mano dell’immagine stereotipata di quartieri difficili per assumere una diversa connotazione, quella di uno scrigno di ricchezza e di complessità. Un cambio di prospettiva, sostenuto dalla scoperta di un ineguagliabile patrimonio storico-archeologico per lo più sconosciuto o, peggio, colpevolmente trascurato, che ne fa il secondo sito al mondo per ricchezza di testimonianze, dopo i Fori. E non solo. 

A Roma Est anche il vecchio borghetto o l’arrogante torre del palazzo popolare raccontano vite, tormenti, speranze e voglia di riscatto. Perfino un mezzo di trasporto assume la dignità di un bene comune da cui è difficile separarsi. 

Articolata in tredici capitoli, la narrazione, più che tracciare percorsi prestabiliti, si sofferma sugli elementi del paesaggio, seguendo un percorso ideale che parte da Porta Maggiore, punta del triangolo racchiuso dalle consolari Prenestina e Casilina e luogo iconico per antonomasia. Come tanti altri siti che si incontrano durante il percorso e alla cui esistenza, noi cittadini distratti dal fervore metropolitano, non guardiamo mai con occhi diversi. 

Alcuni frammenti di brani estrapolati:

Prenestina e Casilina, strade consolari dall’epoca arcaica. Sono lì a testimoniare il passato e, paradossalmente, rappresentano gli aspetti più evidenti di una controversa contemporaneità

Roma Est, quadrante storico della Capitale, non si racconta senza parlare dei binari. Di un trenino inaugurato nel 1916 che da allora non è cambiato molto

Elementi del paesaggio intermittenti: ci sono e dopo poco non li trovi più. Una città orizzontale, colorata, sinuosa e rassicurante in cui è la luce a dettar legge

Roma Est, il secondo sito archeologico al mondo, dopo il centro della Capitale, per numero e qualità dei ritrovamenti. Così spiega,in sintesi, il sorprendente pannello di “archeologia dimenticata”

“Famola strana”. La parola d’ordine dell’archistar si diffonde in un batter d’occhio tra i progettisti, sebbene di primo acchito non se ne comprenda bene il senso

il “Municipio delle Torri”, un territorio ricco di ville, torri, casali, mole e mulini, oleifici e santuari, ponti osterie castelli e templi, mausolei, ninfei e sorgenti, cascate e fossi, fabbriche e sepolcri, chiese e cisterne.


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