Saviano presenta “La paranza dei bambini” alla Feltrinelli
L’autore è tornato allo store di via Appia a tre anni di distanza dal lancio di ‘Zero, zero, zero’. Tante le persone che sotto la pioggia hanno atteso l’arrivo dello scrittoreÈ un’attesa lunga tutta la giornata. Fuori dalla libreria, venerdì 12 novembre, già dal primo pomeriggio, le persone cominciano a mettersi in fila, una dopo l’altra. Alle 17 Furio Camillo diventa un percorso ad ostacoli, con la polizia che ha posto i sigilli dietro il quale le persone attendono il permesso di entrare in libreria. Intanto, nel marasma generale, c’è chi passeggia, chi è andato a fare shopping o chi semplicemente sta tornando a casa, ma ciascuno di loro si ferma e chiede: ’Cosa succede, c’è qualche evento? Si, l’appuntamento è alle 18, l’evento è lui, Roberto Saviano.
Lo scrittore torna alla Feltrinelli di via Appia a tre anni di distanza dall’ultima volta. Allora presentò ‘Zero, Zero, Zero’, oggi ‘La paranza dei bambini’. Per motivi di sicurezza i clienti all’interno della libreria vengono fatti uscire alle 18.20 con la possibilità di rientrare per assistere alla presentazione del libro solo una volta che Saviano ha fatto il suo ingresso dall’ala posteriore della libreria. Entra la polizia e controlla se vi siano anomalie all’interno della Feltrinelli. Sono quasi le 19 e finalmente si può entrare. L’attesa è finita e pian piano le persone ferme in fila procedono verso l’entrata. A presentare l’evento non solo lo scrittore ma anche la cantante Baby K e la giornalista del Fatto Quotidiano Silvia Truzzi.
È un Saviano diverso rispetto a tre anni fa, cresciuto, non solo anagraficamente, ma anche letteralmente parlando. Il romanzo racconta dell’inchiesta condotta dai PM della Dda De Falco e Woodstock sulla Paranza dei bambini a Napoli. In questo libro Saviano vuol creare una simbiosi tra la storia e il lettore. Una focalizzazione che porta chi legge ad essere esso stesso il ragazzino raccontato nel romanzo e che guarda il mondo con i suoi occhi. ‘Guardate il brivido di come siamo simili a questi ragazzi – spiega Saviano – come basta poco per finire in una situazione disperata come la loro’.
La paranza di Saviano racconta della paranza dei bambini che a Napoli vogliono tutto subito, che sognano di essere ricchi e che entrano nella camorra sin da giovanissimi. Si parla di ragazzi di 12, 13, massimo 15 anni. Sono ragazzi sfiduciati che non hanno nulla da perdere, e che sono capaci di sparare senza batter ciglio. Guardano il potere, portano la barba lunga per assomigliare all’Isis, per incutere timore come loro. Saviano racconta quindi un passo del suo libro, quando alcuni di questi ragazzi discutono sull’Isis ed interviene Nicolas: ‘’L’Isis mi piace, perché è gente che va a morire’. Un ragazzo, perplesso, controbatte: ‘’Ma è gente che uccide gli innocenti’. Nicolas non batte ciglio: ‘’Una persona la giudichi come si comporta con te, se si comporta bene è una brava persona altrimenti no. Non devi ascoltare ciò che dicono, tutto ciò che mi va a vantaggio è amico mio, altrimenti no’.
‘Ecco – prosegue Saviano – Il loro mito è fare soldi, essere ‘ O Briatore’ ‘O Briatore ha una bella femmina, ha i soldi’.
I ragazzi descritti nel libro non riescono a capire che i loro gesti non sono reversibili ma finali. Non hanno la misura delle cose, e per Saviano la causa è data dalla sfiducia che questi provano verso il futuro, dal fatto che si sia persa l’educazione e si sia perso il valore della letteratura che ‘dà il vero valore delle cose’.
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