Categorie: Cronaca
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Scritte contro Simone Cristicchi fuori dal Teatro Vittoria

L'artista romano contestato per il suo spettacolo "Magazzino 18" dedicato all'esodo giuliano dalmata e alla strage delle Foibe

“Cristicchi boia” e “No al revisionismo”. Queste alcune delle frasi comparse, lunedì 10 febbraio, nel giorno del ricordo dedicato alle vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata all’ingresso del Teatro Vittoria dove da alcuni giorni Simone Cristicchi sta portando in scena il suo spettacolo “Mio nonno è morto in guerra”.  Oltre alle scritte contro l’artista romano, sono stati anche affissi volantini inneggianti ai partigiani jugoslavi e contro il giorno in memoria delle vittime delle foibe.

cristicchiNon è la prima volta che Cristicchi subisce atti di questo genere. Un episodio simile si è verificato a Scandicci, durante la rappresentazione dello spettacolo “Magazzino 18” dedicato proprio alla vicenda dell’esodo istriano e alla tragedia delle Foibe, quando alcuni esponenti dei gruppi “Noi saremo tutto” e “Firenze antifascista” hanno fortemente contestato il cantante.

Sgomento da parte di Viviana Toniolo, direttore artistico del Teatro Vittoria, che afferma: «Non riesco a spiegarmi le ragioni che possano spingere degli individui a colpire un teatro, simbolo per antonomasia della libertà di espressione. Peraltro Simone Cristicchi nei suoi spettacoli racconta storie di grande umanità legate alle vittime degli eccidi e non fa certo propaganda politica». Al momento sull’accaduto stanno indagando la Questura di Roma e gli uomini della Digos.

BgIGBUTIIAAbIqRMentre Simone Cristicchi in un’ intervista all’Huffington Post riguardo alle polemiche sullo spettacolo ha spiegato: “”Succede che questa storia è stata sempre un baluardo per l’estrema destra e, di conseguenza, l’estrema sinistra ha sempre cercato di attaccare e giustificare in qualche modo le foibe, cosa che non mi trova assolutamente d’accordo.

Devo dire, però, che queste accuse e queste polemiche nei miei confronti sono giunte solo dalle fazioni più estreme, sia da destra, sia da sinistra, addirittura da un’associazione di esuli – conclude il cantante romano – Quindi mi rifaccio a Oscar Wilde, secondo il quale quando un artista viene criticato da entrambe le parti vuol dire che sta facendo bene il suo mestiere”.


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