Sport e professioni sportive, ne parliamo con Walter Sabatini

L’occasione di parlare di “Sport e professioni sportive” ce la offre il 28 marzo 2023 l’Università degli Studi Link (via del Casale di San Pio V 44), una vera eccellenza nel panorama dell’insegnamento privato a Roma, dove è stato organizzato il convegno con una delle figure più importanti del nostro calcio a livello dirigenziale degli ultimi 20 anni, il direttore sportivo Walter Sabatini, fuoriclasse delle plusvalenze sane e come si piace definire lui, passionario dell’estetica del calcio.

Sabatini è una figura leggendaria tra i DS, colui che con uno sguardo ed un’intuizione è riuscito a portare nel calcio italiano, quando erano ancora sconosciuti, giocatori che poi hanno fatto le fortune di tante squadre italiane ed europee. Solo per citarne qualcuno, ricordiamo i Pastore e gli Ilicic del Palermo, i Kolarov e Ledesma della Lazio e gli Allison e Marquinhos della Roma.

Alberto Rimedio voce storica Rai, che da più di dieci anni racconta le partite della Nazionale, stuzzica l’ex Ds di Lazio e Roma su un tema di scottante attualità: le plusvalenze delle società nel calcio.
Sabatini risponde con estrema onestà, rivendicando la necessità delle plusvalenze che, fatte nel modo giusto e se corrispondono al valore reale dei giocatori, oggi più che mai, sono uno strumento indispensabile per i bilanci di ogni club.

La conversazione va avanti amabilmente tra aneddoti sui suoi rapporti con allenatori del calibro di Zeman e Spalletti o presidenti vulcanici come i compianti Zamparini e Gaucci. Non può mancare una domanda sul ruolo di Spalletti come insegnante di calcio e la stima tecnica di Sabatini nei suoi confronti, appare sconfinata.

Rudi Garcia

Ad un certo punto Walter rivendica la scelta di Garcia per la Roma, che nel primo anno fece il record di vittorie consecutive; lui lo prese quando a Roma lo conoscevano in pochi, anche se col Lille l’anno prima aveva vinto un campionato in modo sorprendente, giocando anche un bellissimo calcio.

La figura di Walter Sabatini sembra ormai merce rara nel mondo del calcio, uomo di grande personalità, dai tratti a volte crudi e “stradaroli”, ma profondo conoscitore del talento, uomo dotato di estrema cultura, che apprezza ancora il gesto tecnico dell’atleta come sublimazione della sua personalità. Per lui un calciatore deve essere sempre al servizio della squadra, mantenendo però quella tecnica innata che lo contraddistingue dalla massa.

Walter può essere paragonato ad una specie di eroe romantico, capace di far sognare i tifosi di tutte le sue squadre sul mercato con colpi ad effetto. Amato ed odiato da tutti i suoi presidenti per quella capacità di scovare talenti e per quel carattere fumantino proprio delle grandi personalità.

La confessione di essersi ammalato d’amore nei confronti della “sua Roma” fa venire i brividi alla platea (molti i tifosi romanisti presenti). Siamo sicuri però che lo ricordino con affetto anche i tifosi della Lazio, dove per anni è riuscito ad abbinare le esigenze tecniche della squadra con le pressioni di Lotito per il bilancio.

La citazione del libro “100 anni di solitudine” di Gabriel García Márquez, che consiglia di leggere, spiega bene la personalità di Walter: uomo d’altri tempi, prigioniero della sua onestà intellettuale che ha caratterizzato, ed a volte penalizzato, la sua carriera e tutta la sua vita.

La speranza è di rivederlo presto nell’organico di una società di Serie A, perché siamo certi che ovunque si trovi un giovane talento, Walter è in grado di riconoscerlo e lanciarlo nel calcio che conta.


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