

Nell’archivio storico di un quotidiano nazionale ho trovato un piccolo articolo del 1962:
«Rinvenuto un piccolo mausoleo “anonimo” durante lavori di scavo condominiali al km 10,540 della via Casilina, a Roma.
Questo ritrovamento offre una finestra sul mondo funerario romano e sulle pratiche sepolcrali dell’epoca. Analizzando il sepolcro e i suoi contenuti (se presenti), gli archeologi potranno ricavare preziose informazioni sulla società romana e sulla sua organizzazione».
Ho iniziato a cercare il piccolo mausoleo “anonimo” su Google Maps, ho utilizzato per la ricerca anche una App di intelligenza artificiale, ho passeggiato e ho cercato in lungo e in largo intorno al chilometro 10,540 di via Casilina, ho chiesto informazioni alle persone incontrate per strada.
Nessun riscontro mi è arrivato.
Continuando a cercare ho letto di altri ritrovamenti, sepolcri Repubblicani risalenti al 100 a.C. circa e interrati nel secolo successivo, all’angolo tra via Statilia e via di Santa Croce in Gerusalemme.
Ho letto notizie sul parco archeologico delle Tombe di Via Latina, all’incrocio delle attuali Via Appia nuova e Via dell’Arco di Travertino
Ho saputo della scoperta del Sepolcro degli Statili, vicino all’attuale via Principe Eugenio
La scoperta di due sepolcri in un’area attraversata, in antico, dalla via Latina e dalla via Labicana,
Il ritrovamento di Colombari in via Olevano Romano, costruzioni funerarie destinate al ceto umile, dove in apposite nicchie si deponevano i vasi con le ceneri dei defunti.
Il sepolcro a Tempio, rinvenuto al Torraccio della Cecchina
La scoperta del sepolcro dei Veienti, lungo la Cassia all’altezza della Tomba di Nerone
Del mausoleo “anonimo” al km 10,540 della via Casilina, nulla.
Finalmente ho trovato la nuova “stranezza di città”.
La scorsa settimana casualmente ho disceso la rampa di un ex garage, oggi deposito di bibite e acque minerali a via Casilina, nei pressi della stazione della metropolitana di Torre Maura e ho trovato il piccolo mausoleo “anonimo” in un condominio di via dell’Aquila Reale, angolo via Casilina, nel VI Municipio di Roma.
Sapendo il luogo, un visitatore può andarlo a visitare all’interno di un cortile condominiale. Ma quanta difficoltà a trovarlo!
Si tratta di un sepolcro di forma circolare del diametro di circa 8,8 metri, risalente, mi hanno detto, all’epoca romana.
È costituito da blocchi di travertino e tufo.
Era sicuramente destinato, mi hanno detto, a contenere le spoglie di una persona defunta, probabilmente di alto rango, data la sua dimensione e la cura nella costruzione.
La piccola storia me l’hanno raccontata dei lavoratori nativi del nord Africa, che ho incontrato nel cortile condominiale dove c’è il deposito di rivendita di acque minerali in via Casilina.
Gentilissimi, educatissimi, conoscitori dello spaccato di storia con cui convivono tutti i giorni della settimana lavorativa, mi hanno offerto un caffè e una bottiglietta di acqua minerale mentre fotografavo Il piccolo mausoleo “anonimo” di Torre Maura.
Ho risposto alla loro gentilezza, raccontandogli che prima che gli uomini e le donne dall’Algeria venissero in Italia, esisteva un movimento inverso con le nostre “Repubbliche Marinare”.
A emigrare furono prima i nostri mercanti veneziani, poi dall’inizio dell’ottocento toccò a gruppi di pescatori dell’isola di Procida a spostarsi nel Nord del continente africano.
Anche noi italiani siamo stati emigranti. Non dimentichiamocelo mai!
Sono poi salito nel cortile superiore di via dell’Aquila Reale 3 e ho conosciuto un nuovo amico che si è presentato così:
«Sono un ex postino di 68 anni, sono venuto ad abitare in via dell’Aquila Reale che avevo 5 o 6 anni e ricordo i lavori di sbancamento per la costruzione delle palazzine condominiali al km 10,540 della via Casilina.
Nel futuro numero civico 3 di via dell’Aquila Reale, ricordo una vecchia ruspa in un cortile sterrato e il mausuleo che è venuto fuori dalle fondamenta di quelle future palazzine.
Sono felice che un giornale si occupi, dopo circa sessanta anni, del nostro piccolo e ignorato mausoleo “anonimo» .
Cari amici africani, caro ex postino italiano, le “stranezze” sono sotto gli occhi di tutti, sono solo nascoste dall’ombra dell’abitudine ma questa l’abbiamo trovata assieme.
Il 6 Marzo 2024 avevo fatto una bella passeggiata in bicicletta verso il parco delle Rupicole a Torre Maura.
Vista la pochissima distanza da via dell’Aquila Reale ho approfittato per ritornare a verificare gli interventi di riqualificazione del parco.
L’avevamo promesso che avremmo seguito l’avanzamento dei lavori sino alla completa definizione
Il 6 marzo 2024 pubblicammo l’articolo su Abitare A Roma e ne alleghiamo il link
https://abitarearoma.it/passeggiata-in-bicicletta-verso-il-parco-delle-rupicole-a-torre-maura/
Oggi ci siamo ritornati al parco di via delle Rupicole,
E qui abbiamo trovato un’altra “stranezza di città”, tanti lavori non sono stati fatti, tanti altri devono ancora partire ed il cantiere è ancora aperto.
Ci sono ancora i cartelloni del Comune di Roma per i lavori iniziati nel 2023, ma non abbiamo trovato aggiornamenti.
Secondo noi, Ci vorrà tanto tempo ancora per farlo diventare il primo giardino multi sensoriale d’Italia.
Siamo tornati verso Tor Tre Teste amareggiati e delusi dalla lungaggine dei lavori capitolini.
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