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Sunia-Uniat: Governo Meloni, due anni senza risposta sul disagio abitativo

Lo affermano in una nota Stefano Chiappelli, segretario generale Sunia e Pietro Pellegrini, Presidente nazionale Uniat

L’emergenza abitativa è sotto gli occhi di tutti, ma il Governo resta miope ed indifferente anche di fronte ai dati ISTAT che parlano chiaro: aumentano i poveri, 5,7 milioni di persone e oltre 2,2 milioni di famiglie in povertà assoluta e nessuna misura efficace viene adottata per affrontare questa emergenza, lasciando migliaia di persone senza un tetto sicuro.

In presenza di questa grave emergenza SUNIA ed UNIAT esprimono forte contrarietà per la manovra di bilancio 2025, che anche questa volta, per quanto si legge nel testo depositato ieri, non prevede alcuna misura concreta per affrontare il crescente disagio abitativo che affligge milioni di cittadini.

In un momento in cui le difficoltà economiche si intensificano, la mancanza di interventi specifici in favore della casa rappresenta un grave errore. Le politiche abitative devono essere una priorità per il governo.

Di fronte ad una realtà che sta marginalizzando intere fasce della popolazione e che non è più possibile ignorare, chiediamo al Governo di mettere in campo una politica abitativa ambiziosa. È necessario un piano casa con interventi strutturali, se ne è accorta anche Confindustria, per alloggi con affitti sostenibili, la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico, una regolamentazione degli affitti brevi e per ultimo, ma non per importanza, il ripristino dei fondi affitti e per la morosità incolpevole che il governo ha soppresso ormai da due anni.

Quello che emerge dal testo non può assolutamente essere l’inizio di un percorso per arrivare ad un piano casa nazionale, in particolare il semplice annuncio del Piano Casa Italia e con tempistiche discutibili ed esplicitamente senza finanziamenti crea grandi perplessità.

L’intenzione di prevedere esclusivamente per i neo assunti e i lavoratori menzionati da Confindustria un benefit per sostenere i costi dell’alloggio in affitto non risolve il problema del disagio abitativo generalizzato che riguarda migliaia di cittadini che pagano canoni insostenibili o non riescono a trovare un alloggio in affitto.

Le organizzazioni sindacali degli inquilini SUNIA ed UNIAT proseguiranno la loro battaglia per affermare il diritto alla casa come diritto fondamentale, indispensabile per la coesione sociale e lo sviluppo economico del Paese e non cesseranno di sollecitare il Parlamento e le forze politiche affinché adottino misure concrete in questa direzione.


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