Famiglie delle Forze dell’Ordine a rischio sfratto: Il dramma del piano di zona “Collina delle Muse”
Nonostante la Regione Lazio e Roma Capitale si siano schierate apertamente a favore delle famiglie, nulla si è mossoÈ una situazione al limite del drammatico quella che coinvolge una quindicina di famiglie nel piano di zona “Collina delle Muse”, periferia di Roma.
Sono famiglie di poliziotti, carabinieri e finanzieri, da quasi vent’anni nelle loro case, che ora si trovano sotto sfratto.
E non per mancanza di pagamenti, ma per una decisione della società immobiliare che ha costruito quegli alloggi grazie a contributi pubblici, e che adesso intende venderli a prezzi di mercato.
Una storia che è ormai arrivata fino in Senato, con un’audizione avvenuta il 1° agosto, e che ha toccato anche i tavoli del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
Nonostante l’intervento delle istituzioni, la situazione sembra impantanata.
Le famiglie, che agli inizi degli anni Duemila avevano aderito a un bando della Prefettura per ottenere alloggi a prezzi calmierati, oggi vedono i loro contratti in scadenza senza possibilità di rinnovo.
La società che ha costruito questi alloggi con agevolazioni pubbliche, ha deciso di venderli, ignorando la convenzione urbanistica che impone un prezzo massimo di cessione.
Un’azione che sfida non solo le regole ma anche la missione originaria di quel piano: offrire case a prezzi sostenibili a servitori dello Stato con redditi modesti, riducendo il rischio di emergenza abitativa e creando presidi naturali contro degrado e criminalità nelle periferie.
Istituzioni in silenzio:
Nonostante la Regione Lazio e Roma Capitale si siano schierate apertamente a favore delle famiglie, nulla si è mosso. Angelo Fascetti, rappresentante del sindacato Asia Usb, che segue la vicenda, denuncia una situazione paradossale: “È incredibile che in questa emergenza abitativa siano coinvolte proprio le forze dell’ordine, coloro che eseguono gli sfratti.
Il Comune non applica le sanzioni necessarie e non riusciamo a capire il perché. La società ha affittato case senza certificato di abitabilità e sta violando i prezzi massimi di cessione”.
Nel 2022, era emersa una questione esplosiva: gli alloggi in cui vivono queste famiglie non hanno il certificato di agibilità. Come spiegato da Trombetti, presidente della Commissione Patrimonio del Campidoglio, la richiesta della società costruttrice per l’agibilità, fatta nel 2004, venne archiviata nel 2006 per carenza di documenti. “Un fatto incontrovertibile”, aveva dichiarato.
Nonostante questa gravissima irregolarità, la trattativa per il rinnovo dei contratti di locazione è appesa a un filo, con le famiglie che rischiano di essere messe in strada.
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