Testimonianze romene a Roma – il Vescovo greco cattolico Inocențiu Micu Klein
“CELUI CE A LUPTAT SI SUFERIT PENTRU NEAMUL SAU – INOCENTIU KLEIN MICU –SOC MORMINTELE EROILOR 1923” recita una lapide nella Chiesa dei santi Sergio e Bacco in piazza Madonna dei Monti a Roma, una chiesa dalle origini antecedenti all’anno 796, oggi cattedrale dell’esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia.
La lingua, il contenuto, la data relativamente recente in quella antichissima chiesa, induce a capire che quella testimonianza marmorea è un cenotafio, è antico di 100 anni esatti, è dedicato a una personalità romena di grande valore per la storia.
Con il poco di romeno di cui disponiamo, traduciamo: “A colui che ha lottato e sofferto per la sua patria – Innocenzo Klein Micu”; committente la Società per la commemorazione degli eroi – 1923.
Le poche parole, solenni, incisive e dal grande impatto, impongono una rievocazione del personaggio che, scopriamo, è Inocentiu Micu Klein nato Ion Micu in Transilvania verso la fine del XVII sec. e morto esule a Roma nel 1768; di origini umili, poi vescovo assurto alle cariche più alte, di quella Chiesa greco-cattolica romena unita con Roma, che tanto si è distinta per l’affermazione della latinità della Romania e per la sua unità in un grande stato, e che per queste aspirazioni ha dovuto subire persecuzioni, deportazioni e martiri.
Il nostro proponimento di ricostruire le vicende di questo eminente personaggio ci ha sconsigliato di addentrarci in una delle numerose biografie dense di avvenimenti convulsi oggi difficilmente ricostruibili; abbiamo così scelto di raccogliere quanto sopravvive nella memoria dei nostri contemporanei.
Inocentiu Micu Klein, viene ricordato perché vescovo, barone e consigliere imperiale nominato dall’imperatore Carlo VI d’Asburgo,”lottò e soffrì” – come ricorda il cenotafio – e morì pure esule, per aver lottato eroicamente per ottenere e difendere nei confronti dell’impero austro ungarico, i diritti di clero e popolo, per la sua patria romena a partire dal principato di Transilvania. La sua fu una ”feroce battaglia” che alla fine ottenne dall’impero austro ungarico a cui la Romania era annessa, le prime riforme sociali, l’emancipazione dei servi della gleba con la fine dell’oppressione sociale ed etnica. Fu così che per la prima volta i figli dei servi della gleba ebbero il diritto ad avere e frequentare scuole che Micu Klein stesso fece costruire. Per garantire questi diritti concessi al popolo romeno gli fu concesso un seggio e il diritto di voto tra gli stati e ordini del Paese sia nelle diete della Transilvania che nei congressi.
Aver poi voluto un sinodo tra la chiesa greco cattolica e quella ortodossa gli inimicò l’imperatrice Maria Teresa al punto che, a causa di altri scontri in campo confessionale, decise di imprigionarlo nella più tetra prigione dell’Austria.
Inocentiu Micu Klein però riuscì a fuggire e vivere 24 anni in esilio a Roma dove morì e fu sepolto nella Chiesa che era dedicata alla Madonna del Pascolo ed oggi ai Santi Sergio e Bacco.
Solo nel 1997 i resti mortali del vescovo, oggi considerato il fondatore del pensiero politico moderno, tornarono in quella nazione Romania, grande così come lui aveva vagheggiato. Ad accoglierlo fu la sua Blaj e la sua stessa Cattedrale.
Ci affidiamo ora a padre Vasile Man, Vice rettore del Collegio Pontificio Pio Romeno do Roma per una breve ma dettagliata biografia.
Inochentie Micu Klein – breve biografia di Vasile Man
Ioan Micu, in seguito chiamato Inochentie Micu Klein (nato nel 1692 a Sadu, nella contea di Sibiu – morto il 22 settembre 1768 a Roma) è stato un sacerdote greco-cattolico romeno, vescovo, illuminista, barone, consigliere imperiale, combattente per i diritti nazionali dei romeni in Transilvania.
Nato in una famiglia di contadini romeni di Sadu, nella contea di Sibiu, ha completato le classi secondarie presso il collegio cattolico di Cluj. In seguito ha studiato nel seminario di Trnava, in Slovacchia. Con diploma imperiale del 25 febbraio 1729 l’imperatore austriaco Carlo VI nominò Ioan Micu, ancora studente a Trnava, vescovo di Făgăraș e Alba Iulia, elevandolo al contempo a consigliere imperiale. Il 5 settembre 1729 ricevette il titolo di barone, assumendo il nome di “Klein”, traduzione tedesca del nome “Micu” e divenne membro della Dieta transilvana, l’assemblea legislativa del Principato di Transilvania. Nello stesso anno, il 23 settembre 1729 fu ordinato sacerdote nella chiesa greco-cattolica di Máriapócs, dedicata a San Michele Arcangelo, nell’odierna Ungheria nord-orientale e il 25 settembre 1729 divenne monaco dell’Ordine di San Basilio Magno nel monastero di San Nicola a Muncaci in Transcarpazia, assumendo il nome di Inochentie. Sempre lì, il 5 novembre 1729, fu consacrato vescovo da Gennadius Bizánczy, vescovo unito ruteno di Muncaci. Dopo l’ordinazione si recò a Vienna per chiedere i diritti dei romeni in Transilvania, concessi dai diplomi leopoldini. Si è insediato come vescovo a Făgăraș il 28 settembre 1732. Prima della sua intronizzazione scrisse otto lettere all’imperatore austriaco Carlo VI, chiedendo diritti per i romeni della Transilvania, affermando che la popolazione romena era “la più antica della Transilvania e allo stesso tempo la più numerosa, poiché i romeni sono dieci volte più numerosi degli ungheresi, dei sassoni e dei siculi messi insieme”. Dopo l’insediamento scrisse altre sedici lettere sullo stesso argomento. Tra il 1734 e il 1735 soggiornò a Vienna per ottenere dall’imperatore il cambio del dominio di Sâmbăta de Jos con quello di Blaj. Per avere la sua sede in una località al centro della sua diocesi, nel 1737 trasferì la residenza vescovile, tramite uno scambio di proprietà, da Făgăraș a Blaj, dove nel 1741 pose la prima pietra della Cattedrale della Santissima Trinità (parzialmente completata nel 1747). A Blaj raccolse fondi per riparare il castello e costruire la cattedrale, il monastero e le scuole che voleva istituire. Nel 1738 pose la prima pietra della prima scuola romena a Blaj. Nello stesso anno convocò un sinodo eparchiale, durante il quale parlò in nome della “nazione romena”, un atto di grande coraggio per l’epoca. Nel 1743 ottenne dall’imperatrice d’Austria, Maria Teresa, un rescritto che concedeva ai sacerdoti greco-cattolici romeni terreni per costruirsi la casa, per edificare delle chiese, il diritto per i servi della gleba di frequentare le scuole, il diritto di non subire maltrattamenti e il diritto per i nobili romeni di ricoprire cariche pubbliche. Il 23 gennaio 1744 fu quasi gettato dalla finestra dai membri della Dieta di Transilvania a Sibiu per aver osato chiedere diritti per i romeni. Nello stesso anno ci furono disordini tra i fedeli a causa del monaco serbo Visarion Sarai inviato in Transilvania dal metropolita serbo-ortodosso di Carlovits che invitava i romeni ortodossi di rifiutare il cattolicesimo greco e i sacerdoti greco-cattolici. Per non essere intervenuto contro di lui Inochentie fu malvisto dagli austriaci. In seguito a questi disordini e per aver sempre chiesto diritti per i romeni, Inochentie Micu fu convocato a Vienna e indagato per ribellione allo Stato. L’imperatrice Maria Teresa intendeva gettarlo in prigione, così Inochentie Micu lasciò Vienna per l’esilio a Roma. Per diversi anni si cercò di convincere Maria Teresa a permettere il ritorno di Micu nella Transilvania, ma il tentativo fallì. Nel 1751 Inochentie Micu rassegnò le dimissioni da vescovo e ottenne una pensione annuale, che fu pagata per il resto della sua vita. Rimase in esilio a Roma per ventiquattro anni fino al 22 settembre 1768. È stato sepolto nella chiesa della Madonna del Pascolo a Roma. Nei suoi scritti ha espresso il desiderio di essere sepolto nella cattedrale da lui costruita a Blaj. Il 22 giugno 1997 è stato riesumato e trasferito nella Chiesa del Collegio Pio Romeno di Roma. Il 2 agosto 1997 le spoglie sono state portate a Blaj e deposta nell’altare della Cattedrale della Santissima Trinità.Il 19 ottobre 1997 fu sepolto in un posto d’onore, in una tomba scavata davanti all’iconostasi della Cattedrale della Santissima Trinità di Blaj, di sua fondazione. Grazie alla sua lotta con le autorità dell’epoca per affermare i diritti della nazione romena in Transilvania e per creare opportunità educative per i romeni, Inochentie Micu Klein è considerato il fondatore della moderna spiritualità romena.
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