

Gloria Mazzamati è nata a Torre del Fiscale, periferia romana raccontata e cantata da Pier Paolo Pasolini negli anni ‘60.
Dal 1988 fa parte del Comitato di quartiere Tor Fiscale’88. Nel 2000 insieme ad altri membri del Comitato, ha fondato l’Associazione onlus La Torre del Fiscale di cui è presidente.
La sua formazione e attività politica si svolge da circa un trentennio nelle realtà partecipative e di cittadinanza attiva. Attualmente è vicecoordinatrice della Comunità Territoriale del VII Municipio.
E’ una donna forte che insieme ad altre donne forti e agli abitanti della borgata in cui è nata disse molti anni fa “basta” al degrado, all’incuria, alla mancanza di servizi che caratterizzavano il suo quartiere. E da allora ha iniziato un lungo percorso di lotte e di battaglie per riqualificare la zona, per dotarla di un minimo di servizi e di speranza. In questo percorso di riscatto sociale ed urbano gli abitanti di Tor Fiscale, il loro Cdq e la onlus che hanno generato, hanno riqualificato un’area magnifica, densa di storie e di memorie, l’antico “Campo barbarico”, restituendola al godimento degli abitanti del quartiere, di tutti i cittadini romani e dei turisti che sempre più numerosi si avventurano a vedere e conoscere le vestigia degli antichi Acquedotti romani recentemente riportati alla ribalta dal film-oscar di Sorrentino “La grande bellezza”.
L’ultima trincea in cui Gloria e i torfiscalini si stanno battendo è quella del Print che dovrebbe portare a termine la riqualificazione del quartiere. E’ un percorso non privo di mine che le Istituzioni comunale e municipale devono accelerare e rendere irreversibile pena il suo possibile stravolgimento da parte dei soliti noti: gli interessi speculativi protetti dai soliti santi in paradiso.
Da quanto tempo vi battete per la riqualificazione del quartiere di Tor Fiscale?
Dal 1988 come si evince dal nostro nome: Comitato di Quartiere Tor Fiscale ’88. Dunque 26 anni, più di un quarto di secolo.
Quali sono stati i risultati finora ottenuti?
Da ex borgata, mezza abusiva e mezza derivante da una lottizzazione che risaliva al 1954, nel 2001 siamo finalmente passati a zona O con il piano particolareggiato Ppe n.22, che dettava gli interventi di riordino urbanistico e la realizzazione di strutture pubbliche, servizi, acquisizione strade, regolamentazione della viabilità ecc.. Un sogno non ancora avverato.
Il Ppe n. 22 ha permesso ai lotti privati di venire edificati o completati e ai piccoli proprietari di risistemare le loro abitazioni seguendo delle regole precise anche nel rispetto dei vincoli archeologici che qui gravano numerosi (il quartiere è attraversato dall’antica via Latina) ma di pubblico come parcheggi, asilo nido, centro civico, sistemazione strade e marciapiedi ecc. neanche un metro cubo o quadro che sia.
Come Cdq abbiamo sempre sfruttato le delibere di emergenza che in questi anni ci hanno permesso di realizzare fognature, asfaltature, servizio scuola bus, fermata bus all’interno del quartiere mentre prima si moriva nell’attraversare la via Appia Nuova. Ma tutto ciò sempre a “tozzi e bocconi” senza un consolidamento e sempre sull’onda di provvedimenti sporadici come, per esempio, il piano Acea o la delibera Montino e, dunque, senza godere poi di una manutenzione ordinaria. Questa frammentarietà di interventi non ci ha consentito di avere la scuola elementare e la risistemazione di alcune vie principali con alberature e panchine. Abbiamo focalizzato la nostra azione quasi tutta sul piano urbanistico, perché ci sembrava l’esigenza maggiore. Abbiamo preteso che i servizi dell’Ama servissero l’intero quartiere e non solo le due vie principali per cercare di alleggerire il degrado tipico delle periferie. Abbiamo lottato affinché il Comune ci riconoscesse gli stessi diritti degli altri cittadini romani.
Appunto il degrado. La bestia nera del vivere civile. Come lo avete combattuto?
Il degrado ci ha colpiti brutalmente. Penso alla morte dei 4 bambini rom bruciati nel rogo della loro baracca 3 anni fa o alla morte di alcuni ragazzi del quartiere catturati dalla droga, dalla prostituzione, abbandonati alla solitudine, alla disoccupazione che si fa disperazione. Ad un certo punto alcuni di noi (soprattutto donne) hanno puntato sulla cultura, sull’utilizzo di questa come riscatto perché qui a Tor Fiscale di storia e di beni culturali ed ambientali da salvaguardare ce ne erano davvero tanti e di forte rilevanza; per questo nel 2000 è stata fondata l’“Associazione La Torre del Fiscale onlus”, mirata al recupero e alla valorizzazione di una vasta area verde comunale completamente abbandonata che nascondeva importanti monumenti (il “Campo Barbarico”, gli Acquedotti Felice e Claudio, la Torre medievale, la via Latina ecc.) e che altrimenti sarebbe stata occupata e abusata.
In 13 anni di iniziative, di volontariato e partecipazione, che hanno spaziato dalle giornate di ripulitura e bonifica, alle visite guidate, ai centri estivi ambientali, siamo arrivati a concorrere ad un bando pubblico che risale al 2003 e che finalmente nel 2013 ha portato all’inaugurazione dell’attuale Parco Pubblico di Torre del Fiscale. Una realtà che per il suo attento rispetto del paesaggio e delle antiche identità, ha già vinto premi nazionali ed internazionali oltre ad aver ridato fiducia nelle capacità della pubblica amministrazione e valore aggiunto anche di carattere economico a tutti gli abitanti del quartiere limitrofo che qui abitano.
Come si finanzia tutto questo?
Il progetto vinto dall’Ass.ne onlus La Torre del Fiscale, per come fu impostato, riesce a sostenere in modo del tutto autonomo, senza finanziamenti dal Comune di Roma, la manutenzione, l’apertura e chiusura dei cancelli del Parco, la pulizia di otto ettari di verde anche se in concessione ne ha solo due. Ancora volontariato dunque, ma con le attività di visite guidate e ristorazione che si svolgono nel Parco si cerca di coprire le spese. Un valido e raro esempio di sinergia tra PA e cittadinanza attiva ben riuscito.
Dopo il Piano particolareggiato risalente ai decenni precedenti, avete partecipato insieme ai cittadini alla redazione del Print previsto dal Piano regolatore generale. Come si è sviluppato questo lavoro? E perché non si è compiuto nella scorsa consiliatura?
Dal 2007 al 2009 l’intero quartiere ha partecipato alla redazione del Print, nel senso che sono stati elencati tutti i bisogni dei cittadini (peraltro già indicati nel Ppe n.22 ma disattesi) attraverso assemblee, tavoli tematici, discussioni e tanto altro. Su internet c’è un bel video che descrive questo processo (http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Flash&d_op=getit&id=9477 “riqualificare partecipando”).
Il Municipio ex 9 oggi 7, riuscì a coinvolgere e ricevere i “desiderata” del quartiere e fece poi elaborare tutti i dati al suo Ufficio tecnico che in circa due anni ha poi prodotto il Programma Integrato Ambito 2/2A Tor Fiscale (Print), che è stato approvato con una delibera di Giunta del Municipio IX n.1 del 16/04/2012 ed è tutt’oggi pubblicato sul sito del Municipio VII (in seguito all’accorpamento dei Municipi previsto su Roma Capitale).
Il Print ha ottenuto parere favorevole e di compatibilità con le norme vigenti dall’Ufficio apposito del Dipartimento urbanistica a firma architetto Geusa e ingegnere Stravato ed infine è stato presentato pubblicamente presso la Casa dell’Architettura di Roma il 23.4.2013.
Sul perché non si sia compiuto nella scorsa consiliatura posso solo rispondere con un’illazione: forse si temeva che la precedente giunta comunale potesse stravolgerlo dal momento che tra piano casa e altri provvedimenti edilizi, di certo i quartieri come il nostro avrebbero corso grossi rischi ancorché protetti da vincoli paesaggistici e archeologici.
In questi giorni seguiamo l’invito dello stesso Dipartimento urbanistica alla partecipazione cittadina sui Print della città e ci interroghiamo su cosa ne sarà di tutto il lavoro sin qui svolto con grande impegno e sacrifici della popolazione cittadina su quello di Torre del Fiscale; ci chiediamo ancora come mai non se ne trovi traccia su alcun sito Urbanistico pubblico (ad eccezione di quello Municipale) mentre, inspiegabilmente, sul sito della Programmazione urbana di Roma Capitale si trova pubblicato il “Programma urbano Tor Fiscale” presentato dalla Società Igea (per ora sospeso anche se c’è già stata una massiccia edificazione) che nulla ha a che fare con il Print cui i cittadini hanno partecipato e che anzi in parte lo inficia.
Ora sembra che il Print stia riprendendo il suo corso che voi volete celere. Perché temete tanto l’allungamento dei tempi?
A Tor Fiscale sono arrivati gli interessi di grandi costruttori e temiamo che se il Print non verrà presto reso vigente non si riuscirà a difendere gli scopi e le opere pubbliche che ancora stiamo aspettando; infatti in assenza di un Print vigente e pubblicato con bando, ancorché allo stadio attuale avanzato, qualsiasi privato con forti interessi può procedere con un suo programma qualora si verificasse quella che secondo le norme del Piano regolatore viene definita “inerzia della pubblica amministrazione”. Ricordo che a causa di questa condizione, già un vasto lotto che secondo il Ptpr (Piano territoriale regionale) poteva essere utilizzato per delocalizzare cubature a favore del quartiere, è stato “bruciato” dall’intervento di un costruttore (Società Igea) che si è avvalso di regole al di fuori del Print non essendo questo ancora vigente.
Vorremmo che il Municipio VII e l’assessore comunale Caudo con il Responsabile incaricato per i Print ing. Fatello dessero una risposta concreta alle numerose richieste già formalmente avanzate dal Comitato di Quartiere Tor Fiscale ’88 circa il proseguimento dell’iter burocratico che porti alla fattiva realizzazione del Programma Integrato Ambito 2/2A Tor Fiscale. Che si avvalori e si rafforzi tale sforzo condiviso tra Municipio e cittadini e che si proceda poi celermente con il Bando pubblico e a seguire tutte le necessarie fasi per la realizzazione dei servizi pubblici dettati nel Print.
Stiamo partecipando alle iniziative del nostro Municipio e alle conferenze urbanistiche in programma organizzate dal Comune di Roma per la riqualificazione e rigenerazione della città con la ferma richiesta che però, in un frattempo che speriamo non troppo lungo, si tengano a bada gli interessi privati che certamente, come è ovvio e di diritto, potranno poi muoversi all’interno delle regole dettate dal Print.
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