Tra Aurelia e Maremma tra arte e narrazione

Un artista da riscoprire e uno scrittore da ricordare  

Segnaliamo la mostra dell’artista Antonio Croce – che espone la sua ricerca pittorica e grafica con il titolo “Tra Aurelia e Maremma” dal 25 marzo al 1 aprile 2023 alla MUEF ARTGALLERY di Roma – in particolare il Finissage che si svolgerà il 1 aprile 2023 alle ore 18 – quando verrà presentato uno storico libro di Alfio Cavoli, scrittore e giornalista da poco scomparso “Addio Maremma bella. Fasti e nefasti dal mare alla montagna” (Stampa Alternativa 2003). Presentazione a cura di Massimo De Simoni, Presidente Associazione Etica. Interventi dell’artista Antonio Croce e della figlia dello scrittore Daniela Cavoli. Letture dell’attrice Simona Verrusio.

MUEF ArtGallery di Roberta Sole e Francesco Giulio Farachi – Via Angelo Poliziano 78/B – 00184 Roma – Oraro 17:30 – 20:00 – INFO – 348 750 8992 – INGRESSO LIBERO

Per poter parlare della pittura di Antonio Croce dobbiamo partire dal 1973 quando il giovane artista si reca al Provveditorato degli Studi di Grosseto per fare domanda di supplenza. Casualmente conosce un signore all’interno degli uffici, con il quale intrattiene una breve ma intensa conversazione che verte sulla comune passione per i paesaggi della Maremma. Il giovane artista concorda sulla constatazione che qui in alcuni luoghi “il tempo sembra essersi fermato”. L’occasionale conoscente lo incoraggia a visitarli prima che l’assalto della cementificazione li faccia definitivamente scomparire.

Ritroviamo il giovane Antonio Croce a Brescia per il servizio militare e qui rimasto a lavorare nel mondo della scuola. L’esperienza di questa nuova dimensione, il paesaggio industriale, i pendolari del mondo operaio saranno le tematiche descritte dall’artista in una sua personale romana nel 1989 presso la galleria d’arte “Il Professionista”. Tornato a Roma istintivamente ritorna alle sue predilezioni e nuove esperienze visive emergono dalla luminosa realtà della Maremma laziale, mentre l’Aurelia sarà il percorso attraverso il quale l’artista si confronterà quotidianamente con il volgere delle stagioni, avendo scelto di percorrerla quotidianamente (per il suo nuovo mandato di insegnamento) tra Roma e Civitavecchia.

L’artista eseguirà sempre nuove composizioni e sempre più amerà rappresentare questi paesaggi da nuovi punti di vista; scorci divenuti stimoli, non solo visivi ma emozionali … le distese di Macchiatonda, la campagna del borgo de I Terzi, i colli Ceriti, le pianure del Maccarese, le dune di Passoscuro.

Oli, acquerelli, incisioni mostrano, come in questa occasione espositiva, un sospendersi dello spazio/tempo, una luminosa meraviglia che invita ad entrare nell’armonia della natura dove si può ancora ascoltare con il cuore in un contesto che conservava ancora qualcosa di naturale, non ancora del tutto contaminato dalle invadenti costruzioni di cemento. Lui stesso appunta:

  • “Molti posti all’interno della Maremma tosco laziale sono ancora miracolosamente un dialogare della natura in rapporto armonico con le attività umane, mentre le spiagge di Torba, Burano, Alberese, Principina in inverno tornano ad essere luogo di meditazione e di respiro, vero ossigeno per l’anima. Un campo, una macchia con delle querce, il pino, l’antico casale, il fontanile, la pompa a vento, i pascoli, i colori della stagione, ci sono ancora punti dove tutto è immobile, silenzio e pace … ma poi il passaggio di un aereo rompe l’incantesimo.”

Quel sospendersi dello spazio/tempo che l’artista aveva riconosciuto anche nei versi del celebre poeta maremmano Vincenzo Cardarelli un poeta che riposa (per suo lascito testamentario) nel cimitero di Tarquinia di fronte alla Civita etrusca, quella frequentemente evocata nelle poesie e nelle sue prose, identificata come simbolo morale, oltre che tema autobiografico.

In questo periodo infine Antonio Croce casualmente acquista in una bancarella a Viterbo un libro dal titolo “Maremma Amara” e visionando la foto dell’autore, vi riconosce la persona con la quale tanti anni prima si era intrattenuto a parlare nei corridoi dell’ufficio scolastico grossetano. Alfio Cavoli insegnante, storico e giornalista. Di quell’incontro rimane in Antonio il ricordo dello struggente attaccamento condiviso per un territorio nel quale sopravvive un’antica bellezza, nonostante le scellerate aggressioni, riuscendo ancora a lanciare gli ultimi bagliori di una vita in armonia con la natura, il cuore e l’anima.

Molti altri libri di questo autore l’artista ha cercato e letto, rimasti per lui tutt’ora fonte di ispirazione, anche se non ha mai tentato un ulteriore contatto con il giornalista e scrittore che purtroppo il tempo ci ha portato via. Nell’occasione di questa mostra però ha pensato di onorarlo presentando, durante il Finissage, uno dei suoi ultimi libri – Addio Maremma bella. Fasti e nefasti dal mare alla montagna – (Stampa Alternativa 2003). Un libro per far conoscere a chi non l’ha vissuta, ma anche a chi vi risiede, la Maremma com’era. Ma anche un libro per far squillare, ben oltre la Maremma, il campanello di allarme per le sorti di questo lembo di terra che appena pochi anni fa destava stupore per la sua intatta e selvaggia bellezza, che oggi deve fare i conti con la speculazione edilizia e lo scempio ambientale”.

Il libro è diviso in due capitoli. La prima parte descrive “la scomparsa della civiltà contadina” rievocazione sentimentale di un mondo perduto, con i suoi aspetti da rimpiangere o da dimenticare. La seconda parte descrive la devastazione del paesaggio e dell’ambiente e contiene una rassegna emerografica, dedicata a tutti coloro che si sono battuti, si battono e si batteranno per tutelare la residua bellezza della Maremma.

Alfio Cavoli, nato a Manciano nel 1927 e morto a Roma nel 2008, è stato insegnante di scuola media per 40 anni, ricoprendo anche l’incarico di consigliere comunale e assessore alla cultura del comune nel quale era nato. Giornalista pubblicista, ha collaborato ai giornali Il Tirreno per 40 anni, Paese Sera, Toscana Qui ed a numerosi altri periodici. La sua bibliografia. riconosciuta a livello internazionale, consta di più di 45 volumi di storia e tradizioni popolari della Maremma, dalle gesta dei briganti, alla pirateria, alla storia etrusca, dall’arte al folclore, dal paesaggio all’ambiente e varie  biografie. È stato membro della Società Storica Maremmana, ha collaborato al suo Bollettino. Ha partecipato a numerose trasmissioni radiofoniche e televisive nazionali. Ha svolto anche l’incarico di consulente storico per il cinema nei film i “Banditi della Maremma tosco laziale dell’800” di Sergio Rossi (1986, per il DSE della RAI ) e “Tiburzi” di Paolo Benvenuti (1996, presentato al Festival di Locarno). (AGI) Citato in molti volumi e periodici, non solo d’argomento maremmano, è stato più volte intervistato anche per testate nazionali e, nel 1992, da Pietro Del Re per il Dossier, de Il Venerdì di Repubblica, “La banda degli onesti” come uno dei “venticinque Di Pietro” sconosciuti, scelti tra i cittadini onesti, battaglieri e spesso perseguitati che sono stati segnalati da quattromila lettori.

Antonio Croce – Dal 1976 espone in collettive presso la galleria della Pigna in Roma, negli anni seguenti alla Galleria UCAI e Moretto di Brescia, Bellomo di Milano. Dal 1989 al 1990 espone in collettive e due mostre personali, presso la Galleria Forum Interart, Il Professionista di Roma e sala Comunale di Cerveteri. Nel 2017 espone nella collettiva nell’area museale delle Clarisse di Grosseto tre opere selezionate per la collezione permanente esposta presso la nuova ala dell’Ospedale della Misericordia di Grosseto. Dal 2022 una serie di sue incisioni è stata inserita nella Raccolta delle Stampe Adalberto Sartori di Mantova. Sue opere sono presso collezionisti privati in Roma, Grosseto, Firenze, Fidenza, Brescia, Milano e negli USA. Hanno scritto di lui: Benito Scavo – Italia nuova – 1976 Adriano Enea Bellardini – L’Umanità – 1990 Grazioso David – 1989 Nicolina Bianchi – 1990 Antonio De Marco – 1989 Bruno Giordano – 1990 Daniela Marcuccilli Mennuni 1989 – 1990Prof. Giulio Sforza- 2016 – Carla Guidi -2020- 2023


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