Un Programma per trasformare le scuole, a Roma e nei Municipi, in vere Comunità Educanti
Roma ha un enorme potenziale, sul fronte delle politiche educative, che negli ultimi 5 anni, vuoi per le carenze dell’Amministrazione, vuoi per l’impatto della pandemia, è stato del tutto trascurato quando non mortificato. In particolare risulta particolarmente penalizzata la fascia educativa 0-6 anni, nella quale le iscrizioni agli asili comunali hanno registrato una netta flessione, mentre, in generale, è cresciuto e si è aggravato il divario tra centro e periferia, ai danni delle fasce sociali più deboli. Di conseguenza, le priorità, nel settore della scuola, che un buon programma di governo della città deve, inevitabilmente, mettere in evidenza, sono: l’aumento del numero degli asili nido; il potenziamento dell’offerta formativa extracurricolare; la cura e la manutenzione degli edifici scolastici in quanto infrastrutture strategiche per lo sviluppo, la conoscenza e l’inclusione sociale.
La Legge regionale del luglio 2020 (attuativa del Decreto Legislativo n. 65/2017) offre strumenti per ridurre le disuguaglianze e la povertà educativa e superare il concetto di servizio di asili a domanda individuale (fruibile per chi ne fa richiesta) e concorre ad affermare il diritto soggettivo di bambini e bambine di essere persone di oggi e non soltanto adulti di domani. Non più il solo asilo-nido ma un sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e i bambini dai 0 ai 6 anni, attraverso offerte diversificate e di qualità e il coinvolgimento delle famiglie e delle comunità locali. A Roma la legge regionale destina 51 milioni di Euro, a cui si aggiungono i 5 milioni di euro contenuti nel Next Generation Lazio oltre ai fondi previsti per le scuole degli enti territoriali nel PNRR. Tali risorse possono essere impiegate per riprendere un cammino virtuoso e superare le attuali criticità del sistema scolastico cittadino.
Le attuali carenze e criticità
Queste le maggiori criticità che affliggono la scuola dell’infanzia a Roma:
Rette annuali troppo alte rispetto alle altre grandi città: La retta annuale del 2020/2021 a Roma per una famiglia a basso reddito (2 genitori ed un bambino inferiore a 3 anni con ISEE pari a 19.900 €) è stata di ben 2.296 €, di gran lunga più costosa di Milano (€ 2.024) e Napoli (€ 1.863).
Disparità e squilibrio nell’offerta di posti negli asili nido tra i municipi. Durante gli ultimi decenni, il trasferimento di migliaia di nuclei familiari dalle zone più centrali verso zone più periferiche ha portato ad un eccessivo squilibrio tra domanda ed offerta di servizi della scuola dell’infanzia: i bambini della fascia 0-6 anni sono maggiormente concentrati nelle zone a ridosso del GRA, proprio dove la percentuale dei servizi educativi è più bassa.
I coordinatori educativi (attuali POSES), essendo troppo pochi, sono spesso costretti a ruoli puramente amministrativi a svantaggio della loro importante funzione pedagogica.
Come se non bastasse, l’edilizia scolastica cittadina rimane investita da gravi problemi e carenze strutturali, quali: 1) Presenza diffusa di edifici scolastici in condizioni disastrose, in una città dove molti tra gli edifici scolastici risalgono all’ondata di espansione edilizia degli anni sessante e settanta del 1900; 2) Mancanza di programmazione e coordinazione nelle politiche di gestione dell’edilizia scolastica; 3) Mancanza di un chiaro ed efficace piano di manutenzione straordinaria, necessario per la messa in sicurezza e l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici scolastici.
La scuola a Roma deve puntare su una nuova capacità progettuale dell’amministrazione, in grado di fornire un impulso duraturo e stabile al sistema educativo, mettendo al centro il dialogo con educatori, operatori per l’infanzia, presidi, genitori, personale scolastico. Quel dialogo che è mancato in cinque anni e che ha causato un peggioramento nell’offerta dei servizi e un aumento delle disparità, perché la scuola significa soprattutto uguaglianza, nel più alto significato indicato dagli articoli 3 e 34 (“La scuola è aperta a tutti”) della Costituzione.
La strategia di breve periodo
Il Comune di Roma, con la futura amministrazione, deve avere come priorità l’attuazione delle novità legislative che Stato e Regione hanno adottato in tema di servizi educativi. Ciò è possibile tramite azioni conseguenti, quali:
- L’aumento dei posti a disposizione e l’accesso agevolato alla scuola dell’infanzia, a partire dalle periferie, dove maggiore è il bisogno in rapporto alla popolazione.
- L’ampliamento della gratuità dei nidi. Vanno rimodulate a questo fine le risorse nazionali già stanziate dal governo e che non vengono spese dal Comune, estendendo così la platea dei beneficiari;
- Un accurato censimento dell’attuale offerta di servizi educativi dell’infanzia su tutto il territorio comunale;
- Una ricognizione degli immobili di proprietà comunale ove istituire, in quelli disponibili, nuovi servizi educativi, valorizzando le esperienze di outdoor education sperimentali ed autonome;
- Valorizzazione dei Coordinamenti Pedagogici Territoriali (CPT) per organizzare la risposta alla domanda dei cittadini e attrarre le famiglie nel sistema dell’educazione e dell’istruzione per l’infanzia. Sono altresì necessari: (a) Piano di localizzazione; (b) bando di iscrizione aperto e senza limiti territoriali dei municipi; (c) semplificazione delle procedure di iscrizione; (d) promozione cittadina del servizio 0-3 e anche 3-6 con investimento comunicativo diretto alle famiglie;
- Esame rigoroso del servizio mensa al fine di garantire la qualità del cibo – promuovendo cibo a km 0 dalla filiera dell’Agro romano – e del servizio e ripristinando le “Commissioni Mensa” costitute dai genitori;
- Promozione e valorizzazione della professionalità del personale educativo, all’insegna di dialogo, fiducia e coinvolgimento.
- Riorganizzazione delle mansioni ed dei carichi di lavoro delle POSES, privilegiando gli aspetti pedagogici e alleggerendo i compiti burocratici.
- Ripristino del Coordinamento Pedagogico Centrale.
Obiettivi da raggiungere entro la consiliatura
Gli obiettivi a lungo termine sono quelli del “Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni” nazionale e della legge regionale del 2020. In particolare:
- Rendere universale, quindi non più sulla base di una domanda individuale, il sistema educativo integrato 0-6 anni;
- realizzare nuovi Poli per l’infanzia 0-6 anni e incrementare quelli esistenti rafforzandoli sotto il profilo formativo del personale e strutturale;
- Implementare i servizi di sostegno alla genitorialità come “Spazio Insieme” e “Spazio Lettura;
- riqualificare le strutture, assicurare l’efficientamento energetico e garantire adeguati spazi verdi;
- garantire formazione di qualità per tutto il personale educativo dei nidi e quello insegnante della scuola dell’infanzia, coordinatori compresi,
- Aumentare la partecipazione delle famiglie agli organi di gestione delle scuole.
Scuola aperta e accogliente per tutto il giorno
E’ necessario, al fine di rendere effettivo il primo comma dell’art. 34 della Costituzione, che le scuole siano aperte per tutto il giorno, rendendole poli civici e di aggregazione per il territorio. Le scuole aperte come principale risposta alla crescente domanda di consumi culturali delle nuove generazioni.
Ripensare il ruolo e la funzione dei plessi scolastici lungo tutto l’arco della giornata favorirà la diffusione di metodi didattici complementari (non sostitutivi) alla lezione frontale e strategie didattiche innovative.
La legge sull’Autonomia scolastica (DPR 275/99) e le leggi successive, quasi tutte orientate a rendere effettivo il principio dell’inclusività, hanno posto le basi affinché la scuola diventi un luogo d’incontro e di accoglienza, capace di integrare e completare l’offerta formativa con attività extracurricolari da progettare e realizzare in sinergia con le istituzioni e il terzo settore.
Per questo occorre istituire, nel Comune di Roma, un ufficio speciale collegato ad un fondo per sostenere l’apertura delle scuole oltre il termine delle attività curricolari.
E’ necessario un grande piano di investimenti destinati alla manutenzione, ordinaria e straordinaria, degli edifici scolastici, per migliorarne l’efficienza energetica e per adeguarle a standard sempre più ambiziosi sul piano ecologico. Senza intervenire sulla qualità e la funzionalità degli spazi, anche la trasmissione di conoscenza e la possibilità di integrazione, che dovrebbero caratterizzare la scuola, ne risentono.
Servizi educativi nel V Municipio
Il V Municipio è il secondo a Roma per dispersione scolastica. Ciò costituisce una vera e propria emergenza; per attingere a risorse nazionali e comunitarie da impiegare in efficaci misure di contrasto, sia in punto di criticità attuale che di prevenzione del fenomeno.
La futura amministrazione del V Municipio dovrà essere protagonista, insieme alle varie comunità educanti, per risalire la china della crescente povertà educativa, rappresentata da una alta percentuale di evasione all’obbligo scolastico, le cui cause sono da individuare nella discontinuità del rapporto tra alunno e insegnante di sostegno a causa di troppe sostituzioni durante il ciclo scolastico; dall’insufficienza numerica e dalla inadeguata formazione specializzata degli operatori; dalle carenze strumentali e strutturali degli edifici scolastici.
Il nostro territorio ospita 25 scuole statali (15 istituti comprensivi e 10 istituti superiori o licei) che hanno l’esigenza di essere messe in rete tra loro e sviluppare forme di cooperazione orizzontale (tra istituti dello stesso grado di istruzione), e verticale (tra istituti di grado diverso), sia per sviluppare progetti in comune, sia per orientare in modo corretto gli studenti nella progettazione del loro futuro.
In questo ambito, il Municipio può svolgere una preziosa funzione di raccordo tra le scuole, fornendo spazi, tempi e forme di organizzazione che permettano alle scuole di stabilire relazioni proficue. È quindi indispensabile costituire una struttura permanente composta da almeno un rappresentante di ciascuna scuola, che si riunisca periodicamente per discutere i problemi alla base del sistema di istruzione del nostro Municipio.
Occorre Potenziare la “Outdoor education”, cioè quell’educazione all’aperto che comprende tutte le attività educative, anche non strettamente curriculari, che vengono svolte all’aperto da scuole, associazioni di vario tipo e dagli enti locali. Le scuole devono diventare officine della socialità e della creatività. Per questo devono essere ripensate negli spazi e nella gestione, per consentire alle ragazze e ai ragazzi di farle diventare luoghi non solo dell’incontro, ma spazi dove progettare il loro futuro, scoprire le loro attitudini e passioni.
La competenza su asili nidi e scuole dell’infanzia spetta a Municipi e Comune, ma purtroppo negli ultimi anni asili e scuole dell’infanzia sono usciti dalla lista delle priorità dell’amministrazione cittadina. Per invertire la tendenza, occorre:
- raggiungere subito e superare il parametro del 33% di accessi. Il Comune di Roma è in grado di coprire solo il 29,7% della sua popolazione di riferimento, circa il 31% nel solo V Municipio. La costruzione degli asili pubblici previsti e già finanziati del Quarticciolo e del Collatino rappresentano una priorità per andare incontro alla domanda di posti;
- potenziare il servizio pubblico e rilanciare il sistema integrato pubblico-privato dei servizi educativi, e sostenere strutture progettuali, quali il co-working soppresso nel marzo 2019;
- mantenere i livelli occupazionali nelle strutture educative, anche a fronte alla vera e propria frana del numero delle nascite, puntando ad estendere gli orari del servizio e a migliorarne la qualità.
Per le scuole primarie e secondarie di primo grado competono al Municipio gli interventi di gestione e manutenzione. Edifici sicuri, ambienti manutenuti e valorizzazione degli spazi esterni sono, oggi più che mai indispensabili alla accessibilità e alla salute di operatori e fruitori, per sostenere fattivamente le attività curricolari e quelle extracurricolari. Un importante obiettivo è rappresentato dalla rigenerazione ecologica degli edifici scolastici e dalla riqualificazione degli spazi urbani in cui essi sono insediati.
Anche nei servizi educativi, inoltre, è necessario favorire quindi la flessibilità dell’offerta, attraverso azioni coordinate tra i soggetti pubblici e privati del territorio. Le rafforzate esigenze familiari richiedono maggiore attenzione, in particolare nei periodi critici quali quelli di vacanza. Non certo servizi educativi parcheggio, piuttosto valorizzazione di quei progetti educativi plurali e diffusi che devono connotare la buona amministrazione.
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