Una Festa dell’uomo?
Sarebbe un bel gesto di affetto, di comprensione, di apprezzamento verso l’altra metà del cieloVisto che c’è la Festa della donna, vogliamo istituirla una Festa dell’uomo? Sarebbe un bel gesto di affetto, di comprensione, di apprezzamento verso l’altra metà del cielo, che hanno anche loro sofferenze e difficoltà spesso sconosciute. Voi donne non ne siete convinte? Vediamo insieme alcuni dati.
«Un vero uomo non piange»: quante volte ci viene ripetuto a noi maschietti. E così gli uomini imparano che se piangono perdono la loro dignità, e nessuno ti ascolterebbe comunque. Infatti, uno studio americano del 1996, Aggressive Behavior, ha riportato che all’interno delle coppie l’11% delle donne avevano commesso atti di violenza verso il partner, ma gli uomini molto raramente avevano denunciato. Il fatto è che, quando si sono rivolti alle linee telefoniche antiviolenza, il 63,9% di loro si sono sentiti rispondere che la linea era dedicata alle donne, e la stessa risposta hanno ricevuto nel 42,9% dei casi dalle risorse online e addirittura nel 78,34% dei casi da parte dei Centri antiviolenza (dati del 2013). E così rimangono soli e inascoltati.
Il culmine lo raggiungono le associazioni femministe statunitensi che non accettano che l’omicidio di un maschio da parte della partner sia considerata violenza di genere e parlano addirittura di “mascolinità tossica”: il disprezzo dell’uomo in quanto tale è l’ultima tendenza di quella nazione. Non prendiamo esempio da loro.
In caso di separazione in Italia i figli vengono assegnati alla madre nel 90,9% dei casi, insieme al godimento della casa coniugale; i figli diventano poi alcune volte arma di ricatto o di vendetta verso l’uomo. Così molti uomini separati sono costretti a cercare una nuova casa, ad arredarla, e a pagare il mutuo della casa dove vivono la partner e i figli, oltre all’assegno di mantenimento. Alcuni non ce la fanno e dormono in auto, spesso nelle vicinanze immediate, così da poter intravedere i figli quando escono di casa: si lavano alla fontana pubblica, si vestono in giacca e cravatta per andare a lavoro, mangiano alla mensa Caritas e qualche volta sperano in un futuro migliore dandosi al gioco d’azzardo. A Roma una parrocchia ha messo a disposizione dei locali per ospitare questa nuova povertà. Quando un uomo oggi decide di sposarsi, è lui a rischiare di più.
Quasi non esistono realtà che si dedichino agli uomini e anche i servizi sociali li mettono spesso in secondo piano: «prima le donne e i bambini». In Italia c’è poco per loro e sono scarsi gli studi sulla violenza contro gli uomini e ancor meno le leggi a loro protezione. Nel frattempo i senza fissa dimora sono uomini per l’85,7% e sono il 76,5% di coloro che vivono da soli, nell’1,1% con i propri figli (le donne sole con figli sono il 7,7%). Ancora solitudine e isolamento.
Le donne in media guadagnano meno degli uomini, è vero, non per uno stipendio orario inferiore a parità di mansioni, ma per la minore disponibilità agli straordinari e la maggiore loro richiesta di part-time per la cura dei figli; tuttavia le mansioni affidate agli uomini sono spesso quelle più faticose e meno redditizie. Grazie alle “quote rosa” a favore delle donne, oggi in Italia esse rappresentano un terzo dei manager d’azienda; non vi sono tuttavia quote rosa per i lavori pericolosi e usuranti, che rimangono saldamente appannaggio maschile: nell’edilizia gli uomini sono in Italia l’83,6%, nell’agricoltura i tre quarti dei coltivatori, nelle Forze armate rappresentano il 96,2%, nei trasporti il 95,7% ed il 95,1% dei metalmeccanici. Così, ad un’aspettativa di vita inferiore si aggiungono quote di morti sul lavoro quasi dieci volte superiori (sono morti sul lavoro in Italia nel 2020 ben 1366 uomini verso 172 donne). Gli uomini accettano lavori considerati meno prestigiosi e cominciano prima a lavorare e questo spiega il loro inferiore grado di istruzione: hanno un diploma di scuola superiore il 33% delle donne e il 29% degli uomini. Non sempre è un privilegio essere uomo nel mondo del lavoro.
Gli uomini sono inoltre più esposti alla violenza. Nei primi anni Novanta si contavano cinque omicidi di uomini per ogni donna uccisa; nel 2019 si sono invece verificati 204 omicidi di uomini e 111 di donne. I carcerati sono per il 95% uomini. Non esistono studi sulla giustizia se non negli Stati Uniti, dove si è rilevato che gli uomini ricevono condanne più severe nel 63% dei casi; che per possesso di droga vanno in galera il 34% degli uomini e il 17% delle donne; che in caso di omicidio gli uomini hanno in media una condanna maggiore di 12 anni rispetto alle donne. In Bielorussia, in Guatemala, in Russia, in Tagikistan e in Zimbabwe la donna non può essere condannata a morte per legge. Non è facile rimanere vivo se sei un uomo.
Infine, nelle famiglie la donna concentra per lo più la sua attenzione sui figli, che loro dichiarano essere le persone più importanti della loro vita; in genere l’uomo identifica invece nella propria moglie o compagna la persona più significativa per sé. E il sentimento di solitudine cresce.
I tanti uomini buoni, onesti, lavoratori, i padri amorevoli, i mariti fedeli, non andrebbero festeggiati? Se davvero amate il vostro uomo, guardate le sue giornate, apprezzatene gli sforzi, consolatelo nella sofferenza, fatevi accanto a lui nella sua solitudine. Quando un uomo vi ama, spesso rischia di più di voi; quando va al lavoro, spesso subisce di più; quando sbaglia, è punito di più; quando soffre, è più solo. Se dite di amarlo, pensate a tutto questo, abbiate stima di lui e, per tutto quello che vive – e che non vi dirà mai – amatelo ancora di più.
don Domenico Vitulli, parroco a S. Tommaso d’Aquino
roberto pallotta
27 Febbraio 2023 alle 17:27
era ora !
Luciano Baldini
27 Febbraio 2023 alle 18:05
Caro Don Domenico non ne ha azzeccata una, sono in totale, netto disaccordo.
don domenico
27 Febbraio 2023 alle 18:33
perfettamente legittimo essere in disaccordo, ma proprio su tutto? cito dati e studi scientifici: anche su questi in disaccordo? e mi sembra di aver invitato ad apprezzare il proprio uomo e ad averne stima (se sono “buoni, onesti, lavoratori, i padri amorevoli, i mariti fedeli”): anche su questo in disaccordo? non me ne passa neanche una?
Armando Bettozzi
27 Febbraio 2023 alle 18:17
Una certa ideologia
sul ‘distinguo’! si…distingue…
Se accomuna tutto quanto
come fan più – scritti e lingue –
a schierarsi contro UN ‘PIANTO’,
e crear … ‘categoria’?!
……………….
Sul lavoro accade uguale.
Chi ‘lavora’ ha ognor ragione.
Così dice, ideologia,
che l’impresa vuol che dia
soldi anche a chi è sleale!
Armando Bettozzi – 27 febbraio 2023