Vera Secinaro e Aldo Zaino sposi

Capestrano (Aq) 9 febbraio 1964 – Roma 9 febbraio 2023.
Aldo Zaino - 7 Febbraio 2023

Il 9 febbraio 2023, ringraziando Dio, l’amata Vera ed io festeggiamo i 59 anni di matrimonio, un periodo lunghissimo 21.535 giorni, di vita insieme. L’anniversario di matrimonio è anche un’occasione per rievocare i ricordi di ieri e le speranze di domani, un matrimonio celebrato nel 1964, un evento lontano anni luce, per le usanze, gli invitati, la cerimonia.

“L’Amore per l’altro è un valore unico, la dedizione si rafforza quando nel momento del bisogno ci si dedica ancor di più all’altro”. Il nostro motto, fin dal periodo di fidanzamento, persiste: “Amarci più di ieri e meno di domani”… Fino all’Infinito. Devo a Vera anche di aver goduto il privilegio di dedicarmi alla mia passione: l’atletica, e poter gioire con lei per le mie vittorie sportive. Questa opportunità mi ha offerto il privilegio di conoscere tanti personaggi importanti dello sport, e poter descrivere le mie esperienze grazie soprattutto a Vincenzo Luciani direttore di abitarearoma.it.

Ed ecco la cronaca del nostro matrimonio,

A quei tempi in Chiesa si andava in corteo, a piedi, e c’era l’usanza di ricevere gli invitati per il pranzo a casa della sposa, quindi bisognava prestare molta attenzione per non rischiare che qualche invitato rimanesse fuori.

In modo particolare nei piccoli paesi un matrimonio era un giorno di festa per tutti, erano tantissime le persone che si accodavano alla lunga fila degli inviatati prima di entrare in chiesa.

Tempi lontani, nei quali, la sera prima del matrimonio, poteva accadere che si venisse rimproverato dal papà della sposa per essere rimasti tutto il pomeriggio fuori casa e di essere tornati a casa a notte fonda. Inutile il chiarimento, per il problema presentato dell’ultima minuto, quello di andare a Pescara con mio cugino per acquistare un nuovo il bouquet per Vera perché quello che avevamo già acquistato era un po’ sbiadito.

Era l’epoca nella quale il fidanzamento era controllato da rigide regole che, per esempio, imponevano l’astinenza dai rapporti sessuali fino al giorno delle nozze e vietavano la convivenza prima di essere sposati. La prima notte di nozze era pertanto molto attesa e carica di aspettative, intorno ad essa ruotavano infatti una serie di usanze volte a metterne in luce il profondo significativo simbolico.

Altro ricordo importante e in qualche modo buffo è quello della mattina del 9 febbraio quando sono partiti da Roma in pullman destinazione Capestrano, parenti e amici intimi, ma allora anche l’inverno era diverso, più rigido, con abbondanti nevicate, e come una magia è accaduto pure la mattina del 9 febbraio, in tutto l‘Abruzzo, creando molto disagio alle persone in viaggio dalla Capitale, e nel percorso ghiacciato per arrivare in Chiesa.

Qualche settima fa dialogando con un amico, coetaneo, lui mi ha chiesto all’improvviso: “Aldo, ma in tutti questi anni cosa hai fatto?”

Preso alla sprovvista, ho risposto così: “Posso dirti che, prima del 1964, in una delle mie pareti di casa avevo affisso una bellissima cornice, nella tela era raffigurato solo un personaggio, quello del sottoscritto. Dopo quella data il quadro è iniziato a trasformarsi, con la figura di Vera, poi quella di Roberta e di Fabrizio, i miei due figli, poi quella delle nipoti Benedetta e Francesca e per completare l’opera, con la presenza di Cristina, consorte di Fabrizio”.

A questa mia descrizione, ho aggiunto quella dei miei doveri che il matrimonio comporta, Amore  Onestà, Serietà, Rispetto, Attenzione e Sensibiltà per il prossimo.

Ecce Vinum

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  1. Tanti tanti Auguri mitico Aldo 🎉🥂🍾💐

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