28 febbraio 2013: un evento storico universale: Benedetto XVI si dimette

Il Papa: "lo faccio per il bene della Chiesa"
di Luciano Di Pietrantonio - 27 Febbraio 2013

Da secoli, esiste un modo di dire tipicamente romano: “Morto un Papa se ne fa un altro”; può sembrare cinico: e forse lo è, ma certamente non è irrispettoso. In una città come Roma, abituata da sempre alla nascita e alla morte di poteri e contropoteri, politici e religiosi, difficilmente ci si sorprende. E mai la città si trova impreparata davanti all’emergenza. Anzi, affronta in genere l’emergenza, con un pizzico di cinismo e qualche dose di umorismo; ma l’annuncio dell’11 febbraio 2013 (nel giorno della festa della Madonna di Lourdes e dell’anniversario dei Patti Lateranensi del 1929) di Papa Ratzinger, ricorda un evento del 4 luglio 1415, circa seicento anni fa, non dissimile: la rinuncia al ministero del Soglio Pontificio.

Ma quali sono state le motivazioni e i convincimenti, che hanno portato il Papa a questa scelta storica? “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino…per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato.

Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che dal 28 febbraio 2013, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice.”

Questo il clamoroso annuncio di Papa Benedetto XVI, in latino, al termine del Concistoro in Vaticano, per la canonizzazione dei martiri di Otranto. E’ una notizia che interessa e turba un miliardo e duecento milioni di cattolici presenti in ogni parte del mondo.
Il cardinal Sodano, decano del collegio cardinalizio, presente al Concistoro, ha definito a caldo, subito dopo l’annuncio: “un fulmine a ciel sereno”. La notizia della rinuncia di Benedetto XVI, in pochissimo tempo ha fatto il giro del mondo e diventa l’apertura di ogni sito, in ogni lingua, su tutti i tipi di media.

In questa situazione sono nati interrogativi, dubbi, incertezze e speranze, sul perché di una “scelta davvero singolare” che nella storia millenaria della Chiesa esistono solo alcune analogie, con altre dimissioni, abdicazioni e deposizioni, che non sono confrontabili con la vicenda storica che stiamo vivendo, con passione, rispetto e attesa.

Va ricordato che l’istituto delle dimissioni è previsto dal Codice di Diritto canonico, promulgato da Giovanni Paolo II, del 1983, ove al secondo paragrafo del canone 332, norma in vigore ormai da trent’anni, si legge: “Nel caso in cui il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti.” In questo periodo, dopo il clamoroso annuncio di Benedetto XVI, si è cercato di conoscere quanti pontefici avessero abdicato al Soglio Pontificio nella storia della Chiesa.

I casi più citati sono stati quelli di Celestino V e di Gregorio XII, ultimo in ordine di tempo nel 1415, ma altri cinque Papi hanno rinunciato al ministero petrino: Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX e Gregorio VI.

Probabilmente la notorietà di Celestino V, eletto nel Conclave di Perugia, il 5 luglio 1294, la deve a Dante. Infatti senza aver mai posto la sua candidatura e vissuto in solitudine, dopo cinque mesi di pontificato, si dimise, perché indisponibile ad ogni forma di pressione e corruzione, considerando troppo onerosa la sua missione, la sua rinuncia procurò sollievo in alcuni e rimpianti in altri, e nella Divina Commedia viene descritto come: “colui che fece per viltade il gran rifiuto…”

Adotta Abitare A

Diverso il pontificato di Gregorio XII, che aveva 80 anni, quando fu eletto il 30 novembre 1406, nel periodo dello Scisma d’Occidente, da un Conclave di soli quindici cardinali, con l’esplicita condizione che se il papato di Avignone avesse rinunciato tutte le sue pretese (si trattava di Benedetto XIII) anche lui si sarebbe dimesso, in modo che con una nuova elezione di un solo Papa, si poneva fine allo Scisma. Questa vicenda si concluse con l’abdicazione di Gregorio XII, il 4 luglio 1415, durante il Concilio di Costanza.

Dall’11 febbraio, giorno dell’annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI, all’udienza generale del 27 febbraio, in Piazza San Pietro per il saluto di fine pontificato, in un bagno di folla di fedeli, venuta non solo da Roma e dall’Italia, ma da molte parti del mondo – come già accaduto nei due Angelus delle domeniche di Quaresima – il Papa ha continuato ed esercitare il suo ruolo di pastore della Chiesa Universale, con la sua catechesi. “I giorni dell’addio” è stato definito questo periodo di 17 giorni, ma anche di riflessione e di forti richiami alla moralità, al corretto uso del potere, al rimpianto per la mancata riforma della Curia, alla riscoperta del valore del Concilio Vaticano II e la sua piena attuazione, al coraggio della verità e all’insegnamento del Vangelo.

Ratzinger era considerato, da molte persone, un conservatore e si è posto nella storia come uomo e come Papa di grande coraggio: un grande riformatore.
I cristiani, ma per la verità credenti e non credenti, non hanno potuto che apprezzare “ il coraggio profetico di un vecchio Papa, che ha trasformato il tempo di una rinuncia, dolorosa e sofferta, in un potente grido di futuro, carico di responsabilità e impegno per tutta la Chiesa. Grido potente di speranza, impastato di verità evangelica.”

La storia futura di sicuro non dimenticherà Benedetto XVI, non dimenticherà che un uomo, il successore di Pietro, ha avuto il coraggio della profezia. Ecco perché il 28 febbraio 2013, è un giorno che passerà alla storia come un evento universale.

Alle ore 20, l’anello del pescatore verrà frantumato, il Pontificato di Benedetto XVI chiuderà il suo corso.


Commenti

  Commenti: 2

Commenti