Agenda del Parco 2023: sul tracciato scomparso della Collatina a San Lorenzo

Redazione - 4 Gennaio 2023

La via Collatina usciva dalle mura Aureliane insieme alla Tiburtina presso Porta Tiburtina. Il primo tratto, che ora non esiste più, corrispondeva nel quartiere di San Lorenzo alle attuali via dei Falisci e via degli Apuli.

Testimonianza dell’antica Roma è il monumento di largo Talamo, i resti di un sepolcro del I secolo d.C. trovato nel 1935 in un cantiere per la costruzione di fognature all’angolo tra via dello Scalo S. Lorenzo e via dei Sardi, a circa 5 metri di profondità. In origine i grandi blocchi di travertino del rivestimento racchiudevano una camera circolare in opera reticolata. Sul basamento quadrato (metri 5,90 per 2,70 in altezza), doveva elevarsi un tamburo che terminava a cupola. L’iscrizione ritrovata su una piccolla ara fa supporre la proprietà del sepolcro alla famiglia Pomponia. Colpito dal bombardamento del 1943 il monumento è stato ricomposto nel dopoguerra, anche se molto danneggiato. (Fonte e foto Sovrintendenza Capitolina)

L’urbanizzazione di San Lorenzo (inserito nel piano regolatore del 1909) risale alla fine del 1800, quando Roma, diventata Capitale del Regno, conobbe un grande sviluppo urbanistico.

Prima, oltre le Mura aureliane, si estendeva la Campagna romana, interrotta solo dalla basilica di San Lorenzo e dal primo nucleo del cimitero del Verano. Nel 1985 fu attivato lo scalo merci, tutt’ora in uso, e nel 1879 la tranvia a vapore Porta S. Lorenzo-Tivoli, attiva fino al 1934, lungo la Tiburtina.

Tra il 1884 e il 1888 furono realizzate case con alloggi per ferrovieri dello scalo merci e per operai e artigiani che arrivavano a Roma dai paesi vicini. Da qui la natura popolare del quartiere, che si rispecchia nelle tipologie abitative a “ringhiera”.

Con la delibera del 1° luglio 1987 sulla Toponomastica a 23 strade del quartiere vennero assegnati i nomi di antichi popoli italici, progressivamente sottomessi dai Romani: Galli, Reti, Ausoni, Sardi, Etruschi, Umbri, Piceni, Latini, Equi, Ernici, Volsci, Sabelli, Aurunci, Marsi, Frentani, Sanniti, Campani, Lucani, Apuli, Bruzi, Messapi, Salentini, Siculi.

Gli Italici erano popolazioni che migravano frequentemente, a volte seguendo rituali religiosi, come la Ver sacrum (“primavera sacra”): dopo avere compiuto sacrifici rituali, i giovani si allontanavano in cerca di nuove terre.

Gli Italici erano forti guerrieri. Le loro forme di governo erano generalmente collegiali. Essi cremavano i morti e deponevano le urne cinerarie in pozzi scavati nella terra. I popoli italici furono progressivamente sottomessi dall’emergente potenza romana.

Nella foto: affresco del IV sec. a.C. con soldati Sanniti in una tomba di Nola, ora al Museo Archeologico di Napoli.

(dall’Agenda del Parco, Edizioni Cofine, dic. 2022) 2 – Segue

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