Agenda del Parco 2023. Tor Sapienza un quartiere vivo
16. Agenda del Parco 1-31 ottobre 203 – Lasciato il quartiere Prampolini, attraversato viale Togliatti, la via Collatina prosegue dritta verso il cuore di Tor Sapienza, che incontriamo al km 9.
Qui, in un quadrivio ammorbidito da una rotonda, ci accoglie la scritta: “Benvenuti a Tor Sapienza”, in quattro lingue: inglese, francese, spagnolo e italiano. Siamo in piazza Cesare De Cupis, dove svetta la torre della scuola elementare Gioachino Gesmundo, costruita nel 1938 come scuola d’avviamento agli studi in agraria.
Il quartiere si sviluppa tra la via Prenestina, la ferrovia Roma-Pescara e il Grande Raccordo Anulare. Seppur nella sua difficoltà per la collocazione periferica in cui si tocca con mano il disagio sociale, Tor Sapienza oggi offre servizi d’eccellenza nel campo della gastronomia, dell’istruzione, supporto alla persona e alle famiglie.
Presenta un tessuto associativo costantemente impegnato nel perseguimento delle proprie finalità in campo assistenziale, sportivo, ricreativo, educativo e per la tutela dell’ambiente.
Gli ampi marciapiedi di via di Tor Sapienza strada principale del quartiere, i fabbricati dalle cubature contenute, i collegamenti al centro città con la linea ferroviaria FMR2 (Tivoli-Stazione Tiburtina) e lo svincolo sul tratto urbano della A24, fanno di Tor Sapienza un rione quasi a dimensione d’uomo.
Di contro la forte attrattiva per lo sviluppo urbanistico e industriale ha alterato negli anni l’aspetto della borgata dove l’alta densità abitativa ha determinato carenza di spazi verdi, luoghi di aggregazione e parcheggi.
Se si chiede ai cittadini del quartiere: «Perché ti piace Tor Sapienza?», la risposta è pressoché univoca: «Perché ci conosciamo tutti».
I 13 mila abitanti di oggi (erano 75 cento anni fa nel giorno dell’inaugurazione del quartiere il 20 maggio 1923) è come se vivessero in un contesto simile ad una realtà di provincia.
Fuori dal concetto di quartiere dormitorio, Tor Sapienza pulsa quotidianamente in particolare grazie al terziario, al commercio e all’artigianato di prossimità. Realtà che stanno resistendo al dilagare dei centri commerciali, grazie all’attenzione al cliente. Imprenditoria che, con il ricambio generazionale guarda, seppur con fatica, al futuro e all’innovazione.
La Torre Sapienza
Il quartiere prende il nome da una torre risalente al XIII secolo, ora distrutta.
Aveva forma quadrata, era in laterizio con stipiti in travertino, la cima era coronata da merlatura ed era protetta da un recinto merlato, costruito con scaglie di selce, frammenti di calcare e di marmo bianco (foto 1 dell’inizio ’900). Sorgeva a metà strada tra la Collatina e la Prenestina, nell’attuale via Francesco Paolo Michetti, una traversa di via di Tor Sapienza.
Nel XIV secolo la famiglia Boccamazzi vi costruì un casale per l’attività agricola, poi venduto all’Ospedale di Santo Spirito. Il 15 agosto 1457 fu acquistato dal cardinale Domenico Pantagati, detto Capranica, che lo affidò agli studenti perugini del Collegio di San Girolamo che lo rinominarono “Sapienza Nuova” e la torre “Tor Sapienza”.
Durante la seconda guerra mondiale la torre fu utilizzata dall’esercito tedesco come deposito munizioni e, al momento della ritirata, fatto brillare causando il crollo totale della torre, lasciando in piedi solo la cinta esterna.
E così è rimasta (foto 2) fino alla fine degli anni novanta, quando il nuovo proprietario, sotto la supervisione dell’Accademia di belle arti, ha eseguito una profonda ristrutturazione adibendolo ad una attività commerciale. Le mura esterne sono rivestite nella parte inferiore di pietra lavica e in quella superiore di pezzi di travertino, la copertura è in vetro (foto 3).
Cento anni fa nasce il quartiere
L’urbanizzazione di Tor Sapienza iniziò negli anni venti quando Michele Testa, un ferroviere molisano antifascista, creò la “Cooperativa Tor Sapienza dell’Agro Romano”, che costruì le prime 25 abitazioni economiche e, successivamente, un altro centinaio.
Il 20 maggio 1923 fu inaugurata la borgata con una scuola, una farmacia e una condotta medica. Le case erano tutte a uno o due piani, con orto/giardino davanti o corte interna.
Michele Testa (Cercemaggiore – CB, 1875 – Roma, 1944). Geometra e antifascista, agli inizi del ’900 entra come capostazione nelle ferrovie e si trasferisce a Roma nel casello di Tor Cervara. Visse fino alla sua morte in via degli Armenti
Le industrie
Tra gli anni ’50 e ’60 nella zona più a sud del quartiere sorse una fiorente area industriale che, con l’indotto, dava lavoro a più di diecimila persone. Delle importanti aziende di un tempo (Fiorucci, Coca Cola, Beretta, Voxson, Lanificio Gatti, Dalmine, Peroni, Abete, Barilla, Marchetti e Mambrini, Landis) molte sono state dismesse, altre hanno cambiato nome o destinazione.
(dall’Agenda del Parco 2023, Edizioni Cofine, dic. 2022) 16. Segue
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