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Alemanno, Raggi, Gualtieri. Rifiuti sempre a terra

 

Riceviamo e pubblichiamo

Dalla chiusura di Malagrotta, nulla di sostanziale è finora cambiato nella gestione dell’emergenza rifiuti…

Certo, ora Gualtieri sta provando, ed io lo condivido, a far passare la scelta del termovalorizzatore, che entrerebbe in funzione – se tutto va bene – fra tre anni… Però per quanto tempo ancora i cittadini (scrivo dal V Municipio, ma vale per tutta Roma) dovranno subire il disagio, la vergogna ed il maggior rischio igienico-sanitario conseguenti alla mancata raccolta dell’immondizia in strada, in particolare attorno ai cassonetti?

Questa condizione di emergenza ricorrente, che sottopone i Romani ad una forma di maltrattamento paragonabile alla tortura, in palese violazione dei diritti umani, segnala inequivocabilmente come i tre citati sindaci non abbiano saputo, o voluto (a questo punto fa poca differenza) fronteggiare in maniera adeguata l’emergenza rifiuti! Se poi è vero quanto scriveva Antonio Maria Mira in un articolo pubblicato su l’Avvenire il 5 luglio 2019, cioè che a Roma mancano i siti di stoccaggio provvisorio (semplici vasche o capannoni con basi impermeabilizzate in cemento, capaci di ricevere – nelle fasi acute delle emergenze – tutta o gran parte dell’immondizia eccedente), perché questi banali impianti, che mi risulta esistano in moltissime altre città, a Roma non vengono creati?

Certo, forse è più comodo (tranne che per i milioni di abitanti della Capitale…) lasciar marcire i rifiuti in strada.

Per non parlare poi della fatica che costerebbe il dover predisporre un presidio attorno a tali siti …: no, meglio lasciare la “monnezza” dov’è, a terra, con buona pace dei Romani!

I quali frattanto, per una “curiosa coincidenza”, si stanno recando alle urne in numero sempre più esiguo in occasione delle elezioni comunali.

Chissà’ perché!


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