Arco di Travertino. Il gigante inerte va in malora
Intervista a Rosanna CarbottiDel cosiddetto manufatto sovrastante il parcheggio multipiano di Arco di Travertino se ne è molto parlato, anche su questo giornale, ma dopo più di due anni e mezzo dall’inaugurazione del parking, non se ne è fatto nulla. Le sue strutture cominciano a degradarsi e a subire l’usura di un tempo che non è stato vissuto; e quello che i cittadini avevano visto – dopo tanto penare per un cantiere durato sette anni e che pareva non finire mai – come un luogo da adibire a presidio sanitario e a servizi culturali e ricreativi per il quartiere e anche per l’intero Municipio, giace come un gigante inerte. L’opera, comprensiva del parcheggio, è costata 35 milioni di euro. A Roma ci si scandalizza molto per grandi opere non finite e per lo spreco di denaro pubblico che hanno già comportato. Le vele di Calatrava a Tor Vergata ne sono l’esempio più classico. Ma esistono anche quelle finite che non vengono utilizzate o che, come il caso del parking di Arco di Travertino, continuano ad essere sottoutilizzate. Tra quelle completate, il manufatto di cui si discute è diventato, senza dubbio, un monumento quanto mai significativo all’insipienza di un classe politica e amministrativa che a Roma ha imperversato negli ultimi lustri, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il gigante di Arco di Travertino è inerte perché è stato circondato da una miriade di politici lillipuziani. Ciò nonostante, i cittadini organizzati nel Comitato di quartiere non demordono e, sebbene fortemente indignati per quanto hanno visto finora, o per meglio dire non visto, continuano con determinazione nella loro lotta per sciogliere il gigante dai lacci e lacciuoli politici e burocratici che ancora lo imprigionano. A Rosanna Carbotti che è un esponente del Comitato di quartiere abbiamo chiesto lumi sullo stato di questa battaglia.
Rosanna, a Roma oltre alle grandi opere incompiute ci sono anche quelle compiute ma non funzionanti. Il manufatto che sovrasta il parcheggio multipiano di Arco di Travertino è una di queste. La struttura sta andando in malora. Secondo te di chi sono le responsabilità di questo spreco?
Io la annovererei tra le opere incompiute. La cosiddetta piazza coperta del centro polifunzionale, a differenza del parcheggio di scambio completato e aperto nel 2013, è stata lasciata a rustico, ovvero senza le finiture e gli impianti per renderla agibile al fine di stabilirne successivamente, in accordo con i cittadini, la destinazione d’uso. Le proposte del Comitato, come tutti sanno, sono state orientate verso servizi alla cittadinanza: un presidio sanitario (in sostituzione di quello chiuso in via Acqua Donzella), una biblioteca comunale, un caffè letterario, un ufficio postale, una sala a disposizione per comitati e associazioni di zona, servizio di bike sharing.
Le responsabilità sono molteplici, quando le opere pubbliche rimangono incompiute spesso sono l’espressione di un progettazione e di un piano economico-finanziario errato, della mancanza di controlli e di una cattiva gestione.
Il Municipio ha votato alcune risoluzioni, l’ultima il 3 novembre 2015, che sollecitavano la collocazione nel manufatto di un polo sanitario. Nell’agosto del 2014 il Presidente della Regione Zingaretti aveva annunciato la collocazione di una struttura consimile chiamata Casa della salute. Ma ancora non si è visto nulla. È demoralizzante anche quando c’è l’accordo di tutti, Asl, Regione, Comune e Municipio, che le cose non si riescano a fare. Come mai?
L’ex Municipio IX, già nel 2012 con la risoluzione n. 1 chiedeva al sindaco di Roma, quale commissario straordinario per la mobilità, all’assessore competente nonché alla giunta municipale, di aprire un tavolo tecnico tra il Comune di Roma, la Asl e la Regione Lazio per reperire le risorse necessarie alla creazione di un nuovo polo socio-sanitario all’interno del parcheggio di scambio “Arco di Travertino”. Tale da sostituire, implementandone, se necessario, le attività della struttura di via Acqua Donzella, chiusa nel 2011.
La stessa risoluzione è stata ripresa nel 2015 chiedendo alla Presidente e alla Giunta di attivarsi presso il Commissario straordinario per promuovere l’apertura di un tavolo tecnico tra il Comune di Roma, la competente Azienda sanitaria locale e la Regione Lazio per realizzare in tempi brevi un polo sanitario all’interno del manufatto, valutandone la fattibilità, con contestuale reperimento dei fondi necessari. Tutto ciò affinché, una volta perfezionato l’accordo con la Regione, fossero avviate le procedure per l’emanazione del bando per il project financing di sistemazione degli spazi, con inserimento nel piano triennale del Comune di Roma.
A settembre del 2015 e a gennaio del 2016, il Comitato, a seguito di una lettera inviata alle amministrazioni competenti, ha ricevuto dalla Asl e dalla Regione Lazio la conferma dell’interessamento al presidio sanitario in sostituzione di quello chiuso in via Acqua Donzella, ma ad oggi non abbiamo ricevuto nessun segnale di impegno concreto.
Sicuramente l’accorpamento dei distretti sanitari, e di conseguenza il processo di riorganizzazione delle Asl attuata sulla base dell’Atto di indirizzo regionale, ha rappresentato una criticità per l’attuazione di quanto previsto per il presidio sanitario di Arco di Travertino, ma noi pensiamo che ad oggi sia mancata soprattutto una volontà politica.
Negli anni passati oltre al polo sanitario il Municipio aveva proposto di allocare nel manufatto anche una struttura culturale. Voi del comitato di quartiere come vedete l’utilizzo complessivo dell’area coperta?
Innanzitutto il presidio sanitario che dovrebbe occupare circa 1500 mq sui 3500 disponibili. Il resto potrebbe essere occupato da una biblioteca comunale, un caffè letterario, un Ufficio Postale, servizi bike sharing che andrebbero a potenziare l’utilizzo, oggi scarso, del parcheggio di scambio e una sala per comitati e associazioni di zona.
Come pensate di muovervi per costringere le amministrazioni competenti mettere fine a questo spreco?
La struttura è in uno stato di decadimento che non può più essere tollerato, pertanto il Comitato ha deliberato di procedere con una diffida e successivamente con un esposto alla Procura della Repubblica.
Anche il parcheggio multipiano sottostante, costato decine di milioni di euro, rimane parzialmente utilizzato. Le vostre denunce e i vostri suggerimenti per utilizzarli al meglio non sono stati presi in considerazione. Cosa pensate di fare in proposito?
Continueremo ad insistere con l’Istituzione competente affinché vengano predisposti controlli continui da parte degli organi preposti, sanzionando e scoraggiando la sosta selvaggia sugli spartitraffico di Via Arco di Travertino (che ha già causato numerosi incidenti) e nell’area circostante alla struttura.
E’ utile sottolineare che il parziale utilizzo dell’unico parcheggio di scambio, costruito all’interno della città, contraddice l’obiettivo prioritario di tale opera: disincentivare l’utilizzo delle auto verso il centro città.
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