Articolo 1. Una Repubblica aFfondata sul lavoro

Una raccolta di poesie imperniate sul tema del lavoro della Rome’s Revolutionary Poets

Basta soffermare solo un attimo lo sguardo sui versi delle poesie di un collettivo di poeti della Rome’s Revolutionary Poets, e vedi scorrere la tua vita, quella dei lavoratori, quella dei giovani che si affacciano sul mondo del lavoro e che veramente non hanno certezza del proprio futuro.
Articolo 1. Una Repubblica aFfondatasul lavoro, una raccolta di poesie pubblicata da Albeggi edizione, che si intreccia con i temi sociali più difficili di questo momento storico; la seconda antologia poetica della Rome’s Revolutionary Poets Brigade in cui si sottolinea la funzione primaria della poesia che è quella sociale da divulgare nelle strade e non nei salotti.

Articolo 1. Raccolta di poesieLe poesie sono di: Alessandra Bava, Olga Campofreda, Marco Cinque, Massimiliano Damaggio, Ludovica Lanini, Marco Lupo, Edoardo Olmi, John Claude Smith, Angelo Zabaglio e Andrea Coffami. Curatori della raccolta, Alessandra Bava e Marco Cinque, il quale è anche autore delle fotografie contenute nel volume.

Le poesie sono prive di retorica e ricche di sensibilità; se chiudessi gli occhi, ti troveresti ad immaginare in maniera nitida, quella realtà, che ogni giorno ti sfida.
La Brigade romana trae ispirazione dall’esempio poetico di Jack Hirschman, poeta contemporaneo statunitense tra i più importanti ed impegnati, fondatore della Revolutionary Poets Brigade di San Francisco, che sarà presente in Italia in maggio.

“In un’epoca in cui il lavoro non è più una certezza, dato che il capitale e il potere sono in mano a pochi, è importante alzare la voce e dar vita ad un coro, per protestare o portare testimonianza nel modo migliore che possiamo” queste le parole nella prefazione del volume di Agneta Falk, poetessa e artista anglosvedese, moglie di Jack Hirschman, da sempre impegnata sul tema dei diritti umani.

Diritti spesso negati e se magari provi a chiederli sei additato come un egoista che non capisce la crisi in cui versa il paese. Non ti basta aver preso un ottimo voto di laurea: “…Filosofia, 110 e lode/tesi in dialettica di Hegel./E dottorato: pure./Un’inguaribile passione/per i poeti russi,/e gli scrittori: pure…”
Forse l’azienda, in cui hai avuto la fortuna di essere ascoltato, non ha bisogno di una persona ‘che si è destreggiata tra tesi e antitesi’ per vendere climatizzatori. Lavoro amato e tanto bistrattato. Un lavoro che si cerca per la sopravvivenza, qualcosa che dovrebbe essere così semplice, come il sole che sorge la mattina.
Oltre alle rinunce, nelle poesie viene affrontato il tema delle morti bianche. Uomini che spesso cadono nell’oblio, famiglie a cui vengono fatte promesse nei giorni dei funerali e poi dimenticati ‘negli orizzonti neri’.
E allora cosa vuoi rispondere a ciò? Magari lo fai con un verso. “Mi serviranno credo/a sopportare meglio/l’etica del servo e del padrone.”


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