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Casa di Michelangelo al Gianicolo
Michelangelo Buonarroti (Caprese, 1475- Roma, 1564) visse gli ultimi trentanni della sua vita a Roma, dove aveva acquistato nel 1531 una casa nei pressi del Foro di Traiano, in Via Macel De’ Corvi, strada demolita successivamente per realizzare il complesso monumentale del Vittoriano.
La casa era così composta: “una loggia ed un orto, una stanza a pianterreno, usata come laboratorio, tutta sbreccata dalle schegge di marmo, un tinello e una cantina. Al piano superiore una camera con un letto di ferro ed un pagliericcio, una credenza per i panni, ed una cassapanca con chiave per i denari e i disegni. Piena di ragnatele, una altra camera da letto. A capo della scala aveva disegnato uno scheletro, con questa scritta:”Io dico a voi, c’al mondo avete dato / l’anima e ‘l corpo e lo spirito insieme: / in questa cassa oscura è ‘l vostro lato.” Michelangelo visse qui fino al giorno della sua morte avvenuta il 18 febbraio 1564, lasciando nella casa alcune opere incompiute tra cui la cosiddetta Pietà di Palestrina, destinata a Santa Maria Maggiore (oggi conservata nella Galleria dell’Accademia di Firenze) sotto la quale, secondo il Vasari, Michelangelo avrebbe voluto la sua sepoltura, che in realtà si trova nella Chiesa di Santa Croce a Firenze.
Dopo la morte del celeberrimo scultore fiorentino, la casa torna a far parlare di sé, alla fine dell’Ottocento, in occasione del primo Piano Regolatore di Roma del 1873. che prevedeva l’abbattimento degli edifici esistenti, ma esso rimase sulla carta per circa dieci anni. Cinque anni dopo sopraggiungeva la dipartita del Re di Italia Vittorio Emanuele II e nel 1881 si diede inizio all’esecuzione del piano regolatore, per realizzare il cosiddetto Vittoriano, monumento in onore del Padre della Patria, terminato soltanto nel 1921.
La casa di Michelangelo inizialmente fu trasferita vicino al Palazzo Valentini di Piazza Venezia, e precisamente al civico n° 212 di Via dei Fornari, come ricorda un’epigrafe affissa, dove rimase fino al 1902. Successivamente fu trasferita in Via delle Tre Pile, sul lato destro della scalinata del Campidoglio, ma durante il periodo fascista, si rese necessario lo sventramento del colle capitolino per realizzare la Via del Mare, e tale demolizione includeva l’isolamento del Teatro Marcello e il conseguente smantellamento di Piazza dell’Ara Coeli, perciò la casa di Michelangelo venne spostata nuovamente.
La definitiva collocazione si deve ad opera dell’ingegnere Adolfo Pernier (Roma 1874-1937), direttore dei lavori di urbanistica, che individuò nel Gianicolo il luogo più idoneo, più precisamente nel tratto della Passeggiata che va dal Monumento di Garibaldi a Porta San Pancrazio. Sul prospetto appaiono due epigrafi che spiegano, una, che si tratta del “Serbatoio Gianicolense” l’altra, che si tratta della “cosiddetta Casa di Michelangelo”.
Per effetto dei continui trasferimenti avvenuti è plausibile, infatti, che non si tratti dell’originale casa di Michelangelo ma di una comune facciata rinascimentale, nonostante alcuni studiosi ritengano si tratti del prospetto del cortile interno della casa stessa e non della facciata.