Dalla colata di asfalto tra i ‘Muraglioni”, al percorso dentro Villa Ada, al fango e alle erbe infestanti, la ciclabilità della giunta Raggi
Lo dichiarano Fabio Rosati e Piergiorgio Benvenuti“In questi giorni abbiamo contestato ed assistito alle polemiche sulla pista ciclabile fra Ponte Marconi ed il centro storico della Capitale, sino a Ponte Garibaldi, dove sono state realizzate strisce di asfalto sul percorso già esistente e sui tradizionali sampietrini, senza alcuna attenzione alle caratteristiche degli argini del Tevere, detti “muraglioni”, che vantano oltre 150 anni di storia”.
È quanto dichiarano Fabio Rosati e Piergiorgio Benvenuti, rispettivamente responsabile della Consulta Trasporti e della Consulta Ambiente di Forza Italia a Roma, entrambi esponenti di vertice del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale.
“Ora è arrivato – proseguono Rosati e Benvenuti anche il parere della Soprintendenza alla Consulta del Verde che ha considerato inammissibile l’ipotesi di realizzare una pista ciclabile all’interno della storica Villa Ada, proprio per i vincoli e la rilevanza archeologica del sito. Un ennesimo contestato percorso del GRAB, che doveva essere realizzato tra edifici neoclassici, alberi di particolare pregio come boschi di lecci, querce da sughero, pinete, e spazi verdi. Si attenderà il parere vincolante della Conferenza dei Servizi, con l’auspicio che si possa valutando la logica alternativa di far passare la ciclovia all’esterno della Villa storica vincolata dal Ministero della Cultura.
Certamente il piano dello sviluppo della ciclabilità dell’Amministrazione Raggi fa acqua da tutte le parti con percorsi rappresentati da semplici strisce disegnate su marciapiedi e sui lati delle strade, percorsi pericolosi per tutti, automobilisti, pedoni ed anche ciclisti, o come nel caso di Villa Ada di realizzare un percorso all’interno di una Villa vincolata.
Non ultimo il problema della manutenzione e della sicurezza delle ciclabili già esistenti – concludono Rosati e Benvenuti – non controllate, con video-sorveglianze dove esistenti solitamente non in funzione, una manutenzione pessima, fra fango in inverno e erba incolta in primavera che impedisce il normale utilizzo dei percorsi. Un vero e proprio fallimento”.