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Diritto alla casa in Costituzione: al via la raccolta firme per la proposta di legge

Il grande passo ufficiale avverrà giovedì 3 aprile, alle 13, nella sala stampa della Camera dei Deputati, in via della Missione 4. Lì, il comitato promotore "Ma quale casa?" presenterà la proposta di legge

Tutto è iniziato con un gesto semplice ma potente: piantare delle tende in mezzo alle università. Non per un campeggio improvvisato, ma per denunciare un problema che soffoca migliaia di studenti e lavoratori fuori sede: il caro affitti.

Era il biennio 2023-2024 e la protesta aveva acceso i riflettori su una questione spesso ignorata. Ma quei ragazzi, che allora dormivano sotto il cielo della Città Universitaria, non si sono fermati.

Oggi, quella rabbia e quella determinazione si sono trasformate in qualcosa di ancora più grande: una proposta di legge per modificare la Costituzione e riconoscere il diritto alla casa come principio fondamentale dello Stato italiano.

Da una protesta spontanea a una battaglia per cambiare il Paese

Dall’11 marzo, chiunque può firmare a sostegno di questa iniziativa popolare che mira a modificare gli articoli 44, 47 e 117 della Costituzione. L’obiettivo? Dare alla questione abitativa la massima tutela giuridica possibile e costringere lo Stato a intervenire concretamente.

Ma il tempo stringe: servono almeno 50mila firme entro l’11 settembre. Per questo, nel weekend del 5 e 6 aprile, in decine di città italiane verranno allestiti banchetti di raccolta firme.

Dietro questa campagna c’è il comitato “Ma quale casa?”, nato proprio dall’esperienza delle tende universitarie. Tra i suoi volti c’è Mattia Santarelli, 23 anni, studente di Giurisprudenza alla Sapienza.

Due anni fa, era tra i primi a sistemarsi sotto la statua della Minerva, a piazzale Aldo Moro. Oggi, è tra coloro che stanno portando avanti questa sfida a livello nazionale.

“Dalle tende è nato un movimento spontaneo che ha unito persone da tutta Italia. Non potevamo lasciare che il dibattito sull’abitare si spegnesse con la fine della protesta. Così è nato ‘Ma quale casa?’, un coordinamento che coinvolge urbanisti, giuristi, associazioni, sindacati e partiti”, racconta Santarelli.

immagine di repertorio

Non solo quattro mura: la battaglia per un’abitazione dignitosa

Ma la loro battaglia non riguarda solo il numero di case disponibili. Avere un tetto sulla testa non significa semplicemente avere quattro mura. Significa dignità, sicurezza, qualità della vita.

“Per troppo tempo lo Stato ha messo toppe su emergenze momentanee, senza mai risolvere davvero il problema. È come tappare le buche sulle strade: un intervento temporaneo che non cambia nulla. Ma ora il mercato immobiliare sta esplodendo e la situazione è diventata insostenibile. Serve un cambiamento radicale, strutturale. Serve il riconoscimento del diritto alla casa nella Costituzione”, spiega Santarelli.

Il grande lancio: una campagna che scuote la politica

Il grande passo ufficiale avverrà giovedì 3 aprile, alle 13, nella sala stampa della Camera dei Deputati, in via della Missione 4. Lì, il comitato promotore “Ma quale casa?” presenterà la proposta di legge, affiancato da una trentina di realtà tra partiti, associazioni e sindacati.

Tra i sostenitori figurano la Cgil nazionale, Unione Inquilini, Sunia, Sicet, Arci, il Forum Diseguaglianze e Diversità di Fabrizio Barca, le organizzazioni studentesche Udu, Link e Primavera degli Studenti, le Acli e diversi partiti politici.

Il Partito Democratico potrebbe schierare addirittura la segretaria Elly Schlein, la coordinatrice Marta Bonafoni, il deputato Marco Furfaro, il responsabile del forum sull’abitare Massimiliano Valeriani e il responsabile del diritto alla casa Pierfrancesco Majorino. Presenti anche Sinistra Italiana, Europa Verde, Possibile con Pippo Civati, Volt Italia e il comitato inquilini della Fondazione Enpaia.

Una scelta di campo: o con noi o contro di noi

Ma questa non è una semplice raccolta firme: è una chiamata alle armi.

“Vogliamo polarizzare il dibattito”, dichiara Santarelli senza mezzi termini. “Se ti stanno a cuore le condizioni abitative delle classi più fragili, stai con noi. Se no, prendi posizione apertamente e dillo chiaramente”.

Il conto alla rovescia è iniziato. Se la raccolta firme avrà successo, il diritto alla casa non sarà più solo una questione di emergenze e soluzioni temporanee, ma diventerà un principio cardine dello Stato italiano.

Quella che è nata come una protesta studentesca potrebbe trasformarsi in una delle battaglie sociali più importanti degli ultimi anni. Le tende sono state solo l’inizio. Ora si punta a cambiare la storia.


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