

Il 6 dicembre 2013 il Galata morente, capolavoro dell’arte classica del III secolo a.C., aveva lasciato la sua sede istituzionale, i Musei Capitolini, per volar verso Washington ed essere esposto alla National Gallery of Art. Ma venerdi 21 aprile 2014 ha fatto ritorno a casa. Ad attenderlo l’assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica Flavia Barca e il Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce.
Il prestito di altissimo valore è stato reso possibile grazie ad uno scambio tra Istituzioni all’interno del progetto Dream of Rome che ha portato a Roma, come unica tappa europea all’Ara Pacis la mostra “Gemme dell’Impressionismo-Dipinti della National Gallery of Art di Washington” .
“Sono stati 700 mila i visitatori del Galata a Washington. Un vero successo di pubblico che dimostra il valore di questi scambi internazionali che vanno sempre di più favoriti e promossi – ha dichiarato l’Assessore alla Cultura Flavia Barca – Il prestito temporaneo del Galata, voglio ricordare, ha permesso di ospitare al Museo dell’Ara Pacis una settantina di capolavori provenienti dal nucleo fondante della National Gallery di Washington nell’unica tappa europea della mostra “Gemme dell’Impressionismo”, che ha prodotto anche un rilevantissimo aumento di introiti per la Sovrintendenza e quasi 120.000 visitatori. Roma, attraverso queste operazioni, si afferma sempre di più Capitale della cultura e della bellezza”.
Il Galata fu ritrovato nell’area di Villa Ludovisi tra il 1621 e il 1623, successivamente fu acquistato dal Papa Clemente XII per il Museo Capitolino. La statua che risulta essere una copia romana di un’antica statua bronzea del III a. C. ricorda la storia della sconfitta dei Galati ad opera di Attalo I, re di Pergamo. Per il suo pathos e per il coraggio che trapela vivo nell’osservare il volto della scultura insieme all’autocontrollo al cospetto della morte, fu una delle opere più imitate tra il XVII e XVIII secolo. Dal 21 marzo chiunque vorrà cogliere questa sublime celebrazione dello spirito umano, potrà farlo visitando i Musei Capitolini di Roma.
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