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I giovani del Municipio XI, la Differenza di Genere e le Pari Opportunità

Sette incontri sul disagio sociale degli adolescenti

“Differenza di Genere e Pari Opportunità” è un progetto del Telefono Rosa che affronta i temi legati al disagio sociale espresso dagli adolescenti nei comportamenti sessuali, nei rapporti con la famiglia e con la scuola, nella faticosa conquista dell’identità personale. Attraverso 7 incontri, e due convegni ad apertura e chiusura del percorso, si tenterà di offrire ai ragazzi, gli strumenti che li aiutino ad abbattere le incomprensioni e i pregiudizi nei rapporti con le coetanee, ad acquisire conoscenza della parità e della differenza di genere. L’incontro di presentazione di questo percorso curato dal Telefono Rosa si  è tenuto mercoledì 18 gennaio alle ore 16.00 presso la Sala Consiglio del Municipio Roma XI, in via Benedetto Coce 50.

Venti anni di studio dei fenomeni di violenza permettono a Telefono Rosa di affermare che gli adolescenti coinvolti in episodi di cronaca nera, come attori o come vittime, hanno alle spalle una famiglia che non ha espresso né la fermezza del ruolo educativo né il calore degli affetti e una scuola che non ha saputo trasmettere, insieme al sapere, le regole del vivere sociale.
L’identità dell’adolescente e del pre-adolescente è mutata nel corso degli ultimi decenni con l’avvento della “società di massa”, della “società dei consumi”, della cultura dei “media” e poi della crisi/trasformazione della famiglia, del mutamento dei valori sociali, dello stile di vita complessivo.
Il pre-adolescente e l’adolescente sono oggi in una fase della vita che si è prolungata, per la dipendenza dalla famiglia, per l’insicurezza economica causata dalla crisi dell’occupazione. Gli adolescenti vivono quindi situazioni cariche di malessere e di incertezze, che provocano anche (e sempre di più) disagio nelle molteplici forme in cui esso si esprime; nel ribellismo, nell’auto-lesionismo (tipo bulimìa o anoressìa), nel vivere al limite le esperienze (sfide coi motori, etc.), in un rapporto spesso difficoltoso con la sessualità.
Tutto ciò delinea uno stato d’animo diffuso di tensione, di rabbia, di insofferenza che si manifesta in famiglia, nel gruppo dei pari, a scuola spesso con atteggiamenti di rifiuto delle regole, di indifferenza alla cultura, di resistenza all’impegno. Questo manifesta un disagio  profondo, di cui la scuola non può ignorare l’esistenza, deve anzi saperlo riconoscere preparandosi a trattarlo senza patologizzarlo e indicarlo necessariamente come devianza. C’è bisogno che queste problematiche vengano diagnosticate, interpretate e affrontate.

Interpretare il disagio significa darsi strumenti di approccio adeguati che aiutino a  comprenderlo, individuarne le forme, fissarne le tipologie, saper agire adeguatamente. Questo implica, prima di tutto, informazione scientifica: psicologica, sociologica, pedagogica. La psicologia aiuta a fissare i tipi di disagio; la sociologia a leggerne anche le radici e le dinamiche – sociali; la pedagogia a legare tali nozioni al caso e ad assumere un atteggiamento produttivo rispetto ad esso, di comprensione e di trattamento insieme.

Trattare il disagio, poi, reclama competenze educative, di comunicazione e di intervento, che, si dispongono su alcune frontiere oggi ben delineate e condivise: costruire dialogo, dare sostegno, applicare la “maieutica”. Sono tre dispositivi non nuovi ma sempre efficaci. Il dialogo è aprirsi all’ascolto attivo e alla conversazione non direttiva. Il sostegno è esser vicini, ma senza diventare invadenti; agire non come guida, bensì come interlocutori. La maieutica è arte già socratica di risveglio, di cammino insieme, di legame anche affettivo, che porti il soggetto a “conoscere se stesso” e a stare nella dialettica della propria formazione.

Saranno due classi del Liceo Psicopedagogico J.J. Rousseau a partecipare a questo progetto in via di sperimentazione, che coinvolgerà anche i genitori e gli insegnanti dell’istituto.


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