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I volontari dell’Associazione L’Anfiteatro ridanno decoro all’isola verde in viale Franceschini
Un atto dimostrativo e anche di civile protestaDopo aver risanato e reso godibile il parco di via Ruini, l’Associazione “L’ANFITEATRO” ha provveduto oggi, 26 gennaio 2015, con uomini e mezzi (tra l’altro un camion e un trattore) – impiegando con la saggezza “del buon padre di famiglia” i soldi dell’autotassazione di 330 cittadini – a riportare all’originario decoro la spaziosa isola verde ai cui lati corrono i due sensi delle corsie di Viale Ettore Franceschini, a Colli Aniene. Qui le siepi marginali, lasciate crescere da decenni e ormai alte in alcuni punti oltre tre metri, sono state portate a livello di sicurezza, mentre i tappeti erbosi – liberati da cumuli di rigetti e immondizie – sono stati accuratamente tosati, con un’azione che ha del dimostrativo e anche della civile protesta.
Più delle parole, può la fotografia: mostra infatti un volontario con un decespugliatore; davanti a sé ha una siepe già quasi modellata ed alle spalle la stessa siepe diventata, per l’incuria, un piccolo bosco alto in alcuni punti tre metri e più. A parte l’indecorosità, la sciatteria, il pericolo per pedoni ed automobilisti è evidente specie in quella intersezione stradale. A fine giornata, l’isola verde di Viale Ettore Franceschini sarà tornata ad essere dignitosa come tanti anni fa, prima cioè che le aree verdi di Colli Aniene, in forza di legge, divenissero di competenza comunale e quindi fossero abbandonate all’incuria.
Parte quindi da Colli Aniene quella “scossa di civiltà” che dovrebbe risvegliare in ciascun cittadino romano il senso di appartenenza alla città in cui vive ed indurlo a sentirsi responsabile in primis del territorio dove vive ed adoprarsi pertanto direttamente per la sua cura e tutela.
Colli Aniene, al suo sorgere, aveva già mostrato affezione per il suo decoro, con i suoi nascenti parchi e le sue isole verdi. I presidenti succedutisi alla Circoscrizione, e poi al Municipio, la citavano come “fiore all’occhiello” facendosi vanto di quanto era dovuto esclusivamente ai cittadini. Presidenti che da tempo hanno cessato di autocelebrarsi, visto che il primitivo vanto – diventato di competenza comunale – a parte i parchi dell’Aurora 82 e dell’Auspicio – è diventato l’esemplificazione della sciatteria e del disinteresse del Campidoglio per la cosiddetta periferia.
Ora, di fronte a questo “sussulto di civiltà” da parte dei collianiensi, il Comune di Roma capitale non può pavesarsi di aurea indifferenza perché i cittadini sono ormai nauseati oltre che vessati. E’ quindi chiamato a muoversi: non può sottrarsi almeno ad una parte dei suoi obblighi.