

«Il sito de “Lavoce.info” ha pubblicato, il 24 febbraio 2025., una ricerca effettuata sui costi degli affitti confrontando i dati dei portali “Idealista” e ”Immobiliare.it” con quelli dell’Osservatorio del mercato immobiliare (OMI). L’analisi riguarda il periodo 2019/2024 comprendendo quindi annualità dei periodi pre–covid e covid e conferma le nostre analisi e le nostre ripetute denunce politiche, supportate dai dati dei nostri uffici studi, di un costante aumento dei canoni di locazione, con un trend al rialzo che non si ferma, mentre dalla ricerca emergono, per lo stesso periodo, aumenti sino al 40% in più rispetto al periodo prepandemico».
Lo affermano in una nota di Stefano Chiappelli, Segretario generale SUNIA e Pietro Pellegrini, Presidente UNIAT
«Si consideri – prosegue la nota – che nello stesso periodo i redditi delle famiglie non sono aumentati e che l’inflazione li ha ulteriormente penalizzati, mentre sul fronte delle politiche governative per due anni non sono state stanziate risorse per i fondi di sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole.
Solo per il 2025 la Legge di Bilancio, approvata a fine anno scorso, prevede esclusivamente un irrisorio stanziamento solo per la morosità incolpevole di 10 milioni di euro, portati a venti milioni nel prossimo 2026, rispetto all’ultimo stanziamento del governo Draghi di 50 milioni di euro.
Purtroppo tutto questo può ulteriormente aumentare gli sfratti per morosità incolpevole, circa 40mila i provvedimenti di rilascio emessi per l’anno 2023 di cui 80% per la morosità incolpevole e 74mila richieste di esecuzione forzata (dati del Ministero dell’Interno 2023), aggravando l’attuale emergenza abitativa.
Dai dati forniti dalla ricerca pubblicata si conferma quanto da noi affermato e denunciato, e cioè la crescita delle locazioni brevi considerato che oggi l’offerta di questa tipologia, come emerge da nostra ricerca, supera i 640mila alloggi pari al 72% dell’intero mercato.
In assenza di una regolamentazione da parte dei Comuni, il ricorso a questa tipologia ha ridotto sensibilmente l’offerta di alloggi con contratti di lunga durata a canoni sostenibili rivolti, in special modo, alla domanda di lavoratori, studenti fuori sede, precari, pensionati e famiglie mono-reddito che vivono una condizione abitativa in forte sofferenza. Si consideri che, dai dati forniti dalla relazione della Corte dei Conti del 2024, a fronte di 2milioni e 200mila famiglie in condizione di povertà assoluta sono circa un milione quelle che vivono in affitto».
«SUNIA e UNIAT, – conclude la nota – nel riaffermare il diritto alla casa come diritto fondamentale, chiedono al governo di aprire un confronto con le parti sociali finalizzato all’adozione di un “nuovo piano casa” con provvedimenti che, tra le priorità, riguardino un adeguato rifinanziamento dei fondi di sostegno all’affitto e per la morosità incolpevole, un finanziamento mirato per l’edilizia residenziale pubblica e sociale, misure fiscali per calmierare i canoni di locazione del mercato, una regolamentazione del mercato delle locazioni brevi con poteri reali ai Comuni di fissare limiti e regole, un programma di residenze universitarie pubbliche con adeguata adozione di un fondo».
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