La chiusura dello sportello anagrafico di San Romano tra motivazioni, necessità e proteste
La Determina di chiusura, le proteste, un Consiglio Straordinario per discutere del provvedimentoDal 24 luglio 2023, dopo quasi 20 anni di attività, lo sportello anagrafico di San Romano è chiuso.
La decisione dell’amministrazione nasce con l’emanazione della DD 1426 del 7 luglio 2023 da parte del Direttore del IV Municipio Rodolfo Gaudio, con la quale si disponeva a partire dal 25 luglio (data successivamente anticipata di un giorno) la chiusura dello sportello anagrafico presente all’interno del mercato rionale coperto di Portonaccio in via di San Romano e l’accentramento dei servizi anagrafici nella sede di via Rivisondoli 2, rendendola di fatto l’unica sede anagrafica presente nel territorio del IV Municipio. La determina di chiusura poneva, come motivazioni centrali, le esigue risorse umane disponibili che rendevano necessaria ed improcrastinabile la concentrazione del personale in un’unica sede, nonché la necessità di “interventi non più derogabili di regolarizzazione, adeguamento normativo e manutenzione del manufatto del mercato rionale”.
Già nei primi giorni dopo l’emanazione della Determina si era creato un movimento di protesta delle opposizioni, che erano sfociate nella manifestazione tenuta all’interno dei locali del mercato nel pomeriggio di martedì 11 luglio. La manifestazione, organizzata dal consigliere municipale della Lega Fabrizio Montanini e dal suo omologo capitolino Fabrizio Santori, aveva visto la presenza di alcune decine di cittadini all’interno dei locali del mercato, per chiedere all’amministrazione di ritornare sui propri passi.
Negli stessi giorni, per affrontare la questione a livello istituzionale, i gruppi consiliari di opposizione hanno chiesto la convocazione di una seduta straordinaria del Consiglio Municipale, seduta che si è svolta nel pomeriggio di lunedì 31 luglio, alla presenza del Presidente Umberti, dell’Assessore al Patrimonio Bacchetti e del Direttore del Municipio Gaudio, i quali hanno esposto nelle loro audizioni le motivazioni che hanno portato alla decisione di chiudere lo sportello.
Le motivazioni dell’Amministrazione
Il Presidente Massimiliano Umberti ha ringraziato le opposizioni per la richiesta di Consiglio, per aver così dato all’Amministrazione la possibilità di chiarire pubblicamente gli avvenimenti. “Oggi stiamo perdendo tutti perché è tutta la comunità a perderne” ha esordito Umberti “Il problema inizia da lontano, e nasce da una battaglia politica che questo Municipio sta facendo nei confronti degli organi centrali in relazione alla carenza di personale. Si è cercato di evitare il problema senza però riuscirci; era stata evidenziata già ad aprile una carenza oggettiva di personale cui però non è arrivata alcuna risposta adeguata dagli organi centrali”. Umberti ha voluto ricordare che In questo quadro si inserisce l’attività amministrativa del IV Municipio che risulta essere tra i primi a Roma per rilascio di CIE, con un’emissione di 27.434 CIE nel 2022 in confronto alla media di 21.000 per Municipio (+30%). “Nonostante questi numeri e le carenze più volte manifestate, il Dipartimento Risorse Umane del Comune ha inviato in questi mesi due sole persone di supporto, delle quali una ha ottenuto un trasferimento già dopo pochi giorni, lasciandoci quindi in una situazione inalterata di necessità”. Umberti ha concluso illustrando una proposta presentata congiuntamente con il II Municipio per superare la chiusura di san Romano e creare una struttura anagrafica territorialmente più centrale: “A seguito della DD, abbiamo provato a dare una risposta comune assieme alla Presidente del II Municipio Francesca Del Bello, inviando il 12 luglio un documento a doppia firma sia all’Assessore Catarci sia al Direttore del Dipartimento Altamura con cui richiedevamo – a seguito della chiusura di San Romano – l’apertura di uno sportello anagrafico congiunto all’interno della Stazione Tiburtina. Tale intervento, per il quale torniamo a chiedere un incontro per la definizione tecnica del provvedimento, dovrà essere realizzato con personale che arrivi non solo dai Municipi di riferimento, ma soprattutto con dipendenti in forza al Dipartimento”.
Nel suo intervento, l’Assessore al Patrimonio Dino Bacchetti ha ricordato che il provvedimento di chiusura dello sportello, adottato in autonomia dalla direzione del Municipio “non porta sicuramente consenso ma si è reso necessario per una carenza dovuta ad una progressiva diminuzione di personale, chi per quiescenza chi per trasferimento. Da Alemanno a Gualtieri, tutte le Giunte hanno evitato di trasferire personale in quella struttura, rendendola perciò sempre più scoperta nelle sue necessità, perché nessuna forza politica capitolina intende dotare i municipi di decentramento reale e delle relative dotazioni organiche adeguate alle competenze trasferite”. Bacchetti ha aggiunto che il Direttore, nell’analisi della situazione esistente nel mercato, ha rilevato un possibile danno erariale dato dalla presenza di box commerciali adibiti ad ufficio anagrafico (e quindi non assegnabili ad esercenti), nonché la presenza di numerose lamentele provenienti dagli altri mercati, che non avendo uffici anagrafici al loro interno risultano essere meno attrattivi.
Illustrate da Bacchetti anche le motivazioni tecniche che hanno reso necessaria la chiusura: per quanto riguarda i problemi di ordine strutturale, l’Assessore al Patrimonio ha riscontrato che non risultava agli atti del Municipio alcuna autorizzazione di allaccio in fogna, motivo per cui il 7 giugno ha richiesto ad Acea di produrre l’autorizzazione (autorizzazione fino ad oggi non prodotta) l’assenza della quale costituirebbe un grave illecito e renderebbe l’intera struttura non agibile.
Infine, in merito al problema di carenza costante di personale, l’Assessore ha informato l’aula del fatto che – senza che il direttore ne sapesse nulla – il garante dei detenuti del Lazio ha siglato un accordo (non si capisce se in virtù di un protocollo di intesa o con accordi verbali) per cui parte del personale anagrafico del Municipio deve svolgere attività anagrafica presso la casa circondariale di Rebibbia, sottraendo quindi ulteriori risorse al già esiguo corpo dei dipendenti del settore anagrafico.
Le critiche delle opposizioni
Molto critiche le opposizioni, che hanno voluto la convocazione del Consiglio per presentare due documenti con cui si chiedeva il ritiro della Determina e la conseguente riapertura dello sportello anagrafico (respinti a fine seduta dalla maggioranza dell’Aula).
Fabrizio Montanini (Lega), ricordando che lo sportello era parte integrante da quasi 20 anni del mercato e del quartiere, si chiede se i requisiti dell’allaccio in fogna – portati come uno dei motivi di chiusura – non erano presenti per l’ufficio anagrafico, saranno invece presenti per le attività commerciali e consentiranno invece al mercato di andare avanti?
Roberto Santoro (FDI), in relazione alle presunte lamentele per la presenza di uno sportello anagrafico presso un mercato, ha ricordato che, ad esempio, il mercato di via Catania ha al suo interno uno sportello anagrafico e che quindi la stessa situazione è già prevista (e presente) in altri municipi. “Oltretutto” si chiede Santoro “dove sarebbero sia il danno erariale che l’attrattività a San Romano? Sono presenti dei box vuoti da anni, il che significa che da una parte il Municipio non perde nulla nel non affittarli ad un privato, dall’altro se secondo gli altri mercati lo sportello fosse così attrattivo, perché molti box risultano non affittati da anni?”
Santoro ha inoltre ricordato che l’aumento dell’utenza a via Rivisondoli (concentrando di fatto tutti gli utenti del Municipio) creerà anche un maggiore congestionamento del traffico veicolare. A tal proposito ha ricordato che già nel dicembre 2021 la Polizia Locale aveva emesso una determina per la regolamentazione del traffico e della sosta in via Rivisondoli, poiché da quando erano stati trasferiti gli uffici anagrafici nel luglio 2021, erano aumentati enormemente i disagi, soprattutto per gli automezzi Atac che non riuscivano spesso a percorrere la via senza rimanere continuamente bloccati. “La situazione, nonostante la determina della Polizia Locale è rimasta la stessa, con un problema continuo di sosta selvaggia. Cosa succederà a settembre quando tutta l’utenza del Municipio si dovrà riversare ina zona già pesantemente congestionata?”
Anche Matteo Mariani (FDI), che in questi giorni aveva postato un video in cui testimoniava i problemi legati alla mancanza di parcheggi in via Rivisondoli, ha dichiarato che era doveroso fare un consiglio straordinario su questo tema “ma era doveroso farlo prima della sua chiusura. Tutti gli interventi si sono concentrati sui titolari della responsabilità dell’atto, ma bisognava concentrarsi sulla possibilità di spostare un servizio anagrafico in una sede contigua a quella chiusa”.
Intervento conclusivo della maggioranza affidato al capogruppo PD Federico Proietti. Il consigliere ha ribadito che i dati esposti in merito alle carenze di personale “sono decisamente chiari; è sicuramente vero che la sede di san romano è decisamente importante per il numero di pratiche annuali che svolgeva, e per la sua presenza in quel quadrante di territorio; poiché però la chiusura di San Romano non è momentanea ma definitiva, ragioniamo fin da ora sull’apertura di uno sportello nella zona contigua”. Proietti ha infine concluso affermando che il reale problema è dato dal fatto che stenta a partire il PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione della Pubblica Amministrazione) il quale prevede il fabbisogno si personale da assumere in servizio “anche perché spesso si vanno a pescare persone da bandi passati e quindi gli assumibili non ci sono più perché hanno optato per altro, come recentemente capitato anche nel nostro Municipio”.
Una riflessione finale
Possiamo concludere che la mancanza di personale in tutti i settori (tecnico, anagrafico, culturale) è profondamente lesivo delle funzioni dei municipi, ed effettivamente non ne consente alcun reale decentramento. Alle amministrazioni locali spetta un compito sicuramente ingrato, che è quello di coordinare le poche risorse (umane e finanziarie) per risolvere i problemi quotidiani dei cittadini. Ci sentiamo però di dire che, se è vero che le amministrazioni municipali si trovano spesso in difficoltà, è altrettanto vero che i cittadini subiscono costantemente delle decisioni che – seppur totalmente motivate e spesso ineluttabili – spesso aggravano la gestione della loro vita quotidiana, in un percorso ad ostacoli in cui loro si trovano ad essere spettatori paganti di uno spettacolo che cambia spesso scenografia. Uno spettacolo cui essi si devono adattare repentinamente in attesa che l’Amministrazione – capendo i propri errori – corra ai ripari per correggere il tiro, come recentemente avvenuto per la questione della ZTL.
A nostro giudizio, indipendentemente dal colore politico e dalle appartenenze, maggioranze ed opposizioni municipali dovrebbero protestare in maniera vibrante contro un Campidoglio che si riempie la bocca con la necessità di un reale decentramento ma che, nella realtà, evita in tutti i modi di trasferire reali risorse umane e finanziarie nei territori municipali. Sono passati 13 anni dalla clamorosa protesta dei Presidenti di Municipio che si presentarono in mutande in Campidoglio, protestando contro i mancati trasferimenti di fondi da parte dell’allora Giunta Alemanno. 13 anni in cui, nomi degli Amministratori a parte, il tempo sembra non essere trascorso.