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La Seduta di Consiglio del IV municipio del 13 luglio

Problemi idrici nelle case popolari, colonnine elettriche e centri anziani al centro del dibattito

Mozione problemi idrici nelle case popolari di via Sante Bargellini

Il Consiglio, nella seduta che si è svolta mercoledì 13 luglio 2022 (in luogo della seduta del 6 luglio, rinviata per un danno strutturale alle tubature dell’acqua che ne ha impedito lo svolgimento e ne ha previsto quindi il rinvio) si è aperta con la presentazione di una mozione da parte del Consigliere Fabrizio Montanini (Lega) inerente il problema idrico che da diverso tempo interessa le case popolari di via Sante Bargellini 23, immobile di proprietà INPS e che il Comune in qualità di affittuario ha adibito ad edilizia popolare.
Da diversi anni tale complesso è soggetto a forti carenze strutturali che richiederebbero importanti ed urgenti lavori di manutenzione straordinaria, poiché tali malfunzionamenti portano, tra le altre cose, alla continua interruzione della rete idrica, con i conseguenti fortissimi disagi per gli abitanti che sono facilmente immaginabili, e che hanno portato tali cittadini – molti dei quali presenti in aula per assistere alla discussione – a protestare fortemente in più occasioni, chiedendo giustamente un interessamento risolutivo da parte delle istituzioni.
Montanini ha perciò presentato un documento volto ad impegnare il Municipio ad adoperarsi presso gli uffici competenti per arrivare ad una rapida soluzione della problematica.

Intervenuto immediatamente come diretto interessato, il Presidente della Commissione assetto del Territorio Adriano Brescia (PD) ha subito informato l’aula di un suo sopralluogo effettuato immediatamente dopo essere venuto a conoscenza del problema illustrato nella mozione, motivo per cui ha tenuto a ringraziare Montanini per aver portato l’aula a conoscenza di tale problema.
Tale sopralluogo gli ha consentito di entrare in contatto con diversi cittadini dell’immobile, che gli hanno testimoniato la loro grave problematica ed hanno raccontato l’evoluzione della situazione cui sono sottoposti da tempo; situazione che, ha terminato Brescia “da tempo viene tamponata di volta in volta, ma mai definitivamente risolta.

Il Consigliere Luca Scerbo Polverato (Fratelli d’Italia), nell’annunciare la non partecipazione al voto da parte del proprio gruppo, ha voluto sottolineare come tale documento presenta un problema che non sarebbe stato risolto in tempi brevi, tantomeno dal Municipio, istituzione in cui – secondo Scerbo – “nessuno sa nulla e nessuno può mettere mano al problema”.
Di diverso tenore l’intervento di un altro gruppo di opposizione, il M5S, che tramite la Consigliera Roberta Della Casa si è espressa a favore di tale mozione, pur ribadendo che la propria posizione di favore sarebbe stata dettata solo dalla volontà di mettere in moto un processo e non dal contenuto dell’atto, che veniva quindi ritenuto privo di fondamento, poiché chiedere al Presidente di mettersi in moto non avrebbe comunque portato a nulla, viste anche le difficoltà ricordate in merito dalla Della Casa, che già nella consiliatura in cui era Presidente aveva avuto enormi difficoltà nell’interloquire con l’INPS, ossia col proprietario dell’area e quindi con il soggetto titolato ad intervenire per risolvere il problema con un intervento di manutenzione straordinaria.

Per quanto riguarda il parere espresso dalla maggioranza, il capogruppo PD Federico Proietti ha sottolineato come tale tema, estremamente rilevante, sia purtroppo presente anche su altri quadranti del municipio (Casal Bertone, San Basilio) ed ha ringraziato il Presidente della Commissione Assetto del territorio Adriano Brescia per essersi attivato immediatamente non appena venuto a conoscenza delle problematiche in questione, organizzando immediatamente un sopralluogo la mattina stessa della presentazione della mozione di Montanini, senza una precedente istruttoria e senza avere dei documenti di accompagnamento che lo rendessero edotto della situazione specifica. Proietti ha inoltre ricordato che il Comune, in quanto affittuario, può occuparsi solo ed esclusivamente della manutenzione ordinaria (come previsto per qualsiasi affittuario) sottolineando quindi che il Presidente del Municipio non avrebbe avuto alcuno strumento normativo specifico per intervenire presso INPS, se non solo quello di inviare lettere o richieste di interessamento, attività che però non avrebbe avuto senso far rientrare in un atto di impegno istituzionale.
“Bisogna intervenire per risolvere il problema” ha chiosato Proietti “ma bisogna essere consapevoli delle procedure, senza approvare atti che avrebbero il solo scopo di prendere in giro i cittadini”.
Ruggero Piccolo (PD) ha poi aggiunto che, nonostante il tema del forte disagio rappresentato dai cittadini, “a tale disagio non si può solo contrapporre passione politica, poiché non sarà la passione a risolvere il problema. Bisogna sì porre la questione politica, ma bisogna farlo nel modo corretto, altrimenti sarà una questione politica che non porterà a nulla. Dobbiamo evitare di portare in aula un problema per raccontare ai cittadini che in questo modo risolveremo il problema, perché sappiamo tutti che non è così”. Anche la Consigliera Carla Corciulo (Sinistra Civica) ha voluto esprimere la propria solidarietà ai cittadini ma ha anch’essa ribadito che si tratta di un problema cittadino e non di natura municipale, ed è un problema relativo a tutto il sistema delle case popolari. “O si apre una vertenza cittadina da parte di Roma Capitale” ha proseguito Corciulo “oppure il tema della manutenzione straordinaria non sarà mai risolvibile”.

Prima del voto finale, che ha visto da parte della maggioranza un voto di astensione cui però è stato legato l’impegno ad intervenire nelle sedi opportune e con tutti gli strumenti possibili per porre rimedio a tale annoso problema, Montanini è intervenuto nuovamente – in qualità di presentatore del documento – allo scopo sia di ringraziare comunque il Presidente Brescia per il sopralluogo effettuato in maniera tempestiva sull’area segnalata, sia la maggioranza aver preso atto della situazione grazie alla sua mozione, e di essersi dimostrata disponibile ad un lavoro comune in merito, nonostante il voto di astensione sul documento presentato.

Regolamento installazione colonnine elettriche

Presentato il parere su un nuovo regolamento inerente la realizzazione di impianti adibiti alla ricarica di veicoli alimentati ad energia elettrica, che va nella sostanza ad abrogare il vecchio regolamento del 2018.
Nel presentare il provvedimento la vicepresidente della Commissione Assetto del Territorio Nori Gallucci (PD) ha sottolineato come a causa del farraginoso iter amministrativo delle norme attualmente in vigore, delle 1600 richieste di attivazione ed installazione fatte in questi anni, solo 800 siano realmente andate a buon fine. Il lavoro del documento presentato, ha proseguito Gallucci, è frutto del confronto tra il dipartimento mobilità del Comune ed i diversi enti preposti, ed è stato finalizzato a redigere un nuovo regolamento in grado di migliorare le criticità esistenti, principalmente dal punto di vista amministrativo, poiché presenta diversi punti di semplificazione dei procedimenti nonché dei tempi per l’approvazione delle richieste di installazione.
Nell’intervento che ha preceduto il voto favorevole da parte dell’aula, il Consigliere Filippo Iacomini (PD) ha precisato che la normativa presente nel nuovo regolamento, oltre a migliorare l’iter amministrativo, attua una salvaguardia del territorio poiché prevederà una presenza ragionata degli impianti, e non invece una disseminazione selvaggia di colonnine.

Parere su Regolamento Centri Anziani

Il vicepresidente della Commissione Politiche Sociali Valerio Palmaccio (PD) nell’esporre la proposta di deliberazione capitolina presentata in Consiglio Comunale dalla Lista Calenda, ha espresso fin dall’inizio i dubbi e le perplessità che hanno spinto la Commissione a dare un parere negativo in merito al documento.
La nuova proposta di regolamento, nell’idea dei proponenti, andrebbe ad abrogare tutti gli atti precedenti in essere in merito alla gestione ed all’attività dei centri anziani.

Nella sostanza, la proposta andrebbe ad impattare su due punti fondamentali. In primo luogo punterebbe a creare un regime di sostanziale autonomia dei centri anziani, con conseguente assenza di qualsiasi tipo di controllo dell’attività da parte del Comune e del Municipio, ed in secondo luogo cancellerebbe il concetto di prezzo calmierato della tessera di iscrizione, anche in periodi particolari in cui la crisi economica potrebbe incidere fortemente soprattutto su fasce più deboli come quelle che normalmente frequentano il mondo dei centri anziani.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento della Presidente della medesima Commissione Silvia Remediani (PD) secondo la quale nel documento presentato sono evidenziabili due aspetti negativi, uno politico ed uno più prettamente tecnico. Dal punto di vista politico, Remediani sottolinea come il Regolamento sia ”improvvisamente spuntato” proprio mentre era in piedi (e nelle fasi finali di analisi) un lavoro delle commissioni capitoline per modificare il vecchio regolamento in essere. “Tale documento”, ha proseguito Remediani “costituisce una mancanza di rispetto per il lavoro portato avanti dai consiglieri capitolini in questi mesi, e non tiene oltretutto conto di tutte le problematiche che potrebbero derivare dalla sua approvazione”.
Per quanto riguarda gli aspetti più tecnici ed operativi, la Presidente ha sottolineato nuovamente come i centri anziani, essendo strutture pubbliche a servizio dei cittadini, non possano presentare delle quote di iscrizione libere bensì debbano essere calmierate per non gravare ulteriormente sulle tasche degli anziani. La Presidente, nel ribadire il voto contrario del proprio gruppo al provvedimento (provvedimento che è stato poi respinto da tutta l’aula) ha sottolineato come il lavoro progettuale attualmente in piedi in Campidoglio, che porterà ad un nuovo regolamento più funzionale, avrà lo scopo di “far aprire le attività del singolo centro a tutti i cittadini del quartiere, trasformando l’idea che si ha dei centri anziani che quindi potranno non essere più identificati esclusivamente come luoghi in cui le uniche attività siano ballare o giocare a carte”.

Alloggi di emergenza

Presentata infine dalla Consigliera Roberta Della Casa (M5S) una mozione avente per oggetto “alloggi di emergenza per le donne vittime di violenza”.
Nella sua proposta, si chiedeva di ampliare l’utilizzo degli “Hotel solidali” per ospitare donne che avessero l’urgenza di allontanarsi dalle proprie abitazioni perché vittime di violenza.
La richiesta si sarebbe tradotta in un impegno per il Presidente del Municipio ad interessarsi e ad intervenire con accordi per l’utilizzo di strutture sul territorio, in coordinamento con i vari enti che si occupano di violenza.

La Presidente della Commissione Pari Opportunità Sarah Pelliccia (PD) è intervenuta sul tema ringraziando il M5S per aver portato un tema così importante in sede di dibattito consiliare, sottolineando che la mozione parte da premesse che sono assolutamente condivisibili, soprattutto ricordando due aspetti: innanzitutto che la violenza nei confronti delle donne è (purtroppo) in continuo aumento, ed inoltre ricordando all’aula che i centri antiviolenza sono presenti in gran numero al nord, poco al centro e quasi completamente assenti nel Sud del Paese. Tale carenza nel centro sud interessa anche i consultori, che in moltissimi casi (laddove presenti) costituiscono un valido sostegno psicologico nei confronti delle donne che si trovano ad essere vittime di violenza.
Nel proseguire il suo intervento ha però espresso perplessità su due punti specifici. In primo luogo quando una donna viene messa in sicurezza a seguito di violenza, ci si trova in presenza di un intervento penale che ben spesso non avviene nell’arco delle 24 ore successive, il che non renderebbe sicuro lo spostamento della donna in un hotel solidale. In secondo luogo, come sottolineato più volte nell’arco dell’intervento, si pone il tema dell’anonimato e della messa in sicurezza della donna: le strutture in questione sono facilmente individuabili e le donne potrebbero conseguentemente rimanere in pericolo, nonostante lo spostamento in tali alloggi.
Per risolvere tali problemi, la soluzione migliore da percorre risulterebbe essere invece quella di creare una rete di centri antiviolenza e di case rifugio (l’ubicazione delle quali è sostanzialmente segreta, a tutela della salvaguardia delle donne ospitate), al fine di perseguire un efficace percorso di integrazione post violenza.
Dello stesso tenore l’intervento della consigliera Carla Corciulo (Sinistra civica) che, lodando anch’essa il fatto di aver portato tale tema in aula, si è espressa a favore di un censimento immobiliare, anche per quanto riguarda i beni confiscati alla mafia, al fine di incrementare le strutture, a partire dalla conversione delle strutture esistenti (ed idonee) in centri antiviolenza.
Da ultimo – prima del voto dell’aula che non ha approvato il testo con il voto di astensione da parte di tutti tranne che del gruppo M5S –  la Consigliera Annalisa Garofalo (Lista Civica Gualtieri) ha tenuto a precisare che “supportare una donna che ha subito violenza non significa metterla in un posto, si chiami albergo o in altro modo, bensì seguirla in un percorso di sostegno e di integrazione”.


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