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Mafia Capitale, sequestrato all’imprenditore Cristiano Guarnera un patrimonio di 100 milioni di euro

Un nuovo duro colpo alla Cupola romana. Emergono nuove infiltrazioni mafiose nel piano per l’emergenza abitativa capitolina

La DIA (Direzione Investigativa Antimafia) ha inflitto una nuova battuta d’arresto ad uno dei satelliti che ruotavano attorno alla figura di Massimo Carminati. L’Organismo, che nell’ultimo anno ha monitorato 2.899 imprese e 38.033 persone in Italia sequestrando ben 3 miliardi di euro ad associazioni criminali da ’ndrangheta a cosa nostra e camorra, ha confiscato un patrimonio di 100 milioni di euro a Cristiano Guarnera, imprenditore arrestato il 2 dicembre assieme ad altre 36 persone.

diaIl provvedimento, emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, , a seguito di richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, è circoscritto alle quote societarie, al capitale sociale e all’intero patrimonio aziendale, comprese le disponibilità finanziarie, della Edilizia Piera S.r.l., Immobiliare Torre Argentata Costruzioni S.r.l., Verdepamphili S.r.l., I.G.M.A. costruzioni S.r.l., Gruppo immobiliare Universo. Sequestratianche il 52% del capitale sociale della Devil custom cycles S.r.l., 181 unità immobiliari (178 immobili e 3 terreni) site a Roma, Sacrofano, Mentana, Villaricca (Napoli) e Pordenone, un’imbarcazione da diporto modello Maxim 45 di 14,54 metri, 10 auto/motoveicoli, disponibilità finanziarie intestate a Guarnera e terzi interessati.

Per comprendere quanto fosse radicato il potere di Carminati e soci nell’ambito dell’edilizia cittadina basti pensare all’esito di una perquisizione a Guarnera di 15 giorni fa: era stato trovato un permesso di costruzione per un palazzo in via Innocenzo X ottenuto in soli 3 giorni nonostante il nulla osta relativo alla richiesta risalisse a tre anni prima. La velocità della burocrazia in questo caso è attribuibile all’evidente intervento di Massimo Carminati.

Nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale è emerso che Guarnera agiva in veste di ingranaggio fondamentale nella struttura della Cupola capeggiata dal famigerato re di Roma, al quale avrebbe messo a disposizione le sue imprese nel settore edilizio per soddisfare le esigenze relative al piano di “emergenza abitativa”promosso dall’amministrazione romana nella quale, come è noto, operavano già da tempo le cooperative di Salvatore Buzzi.
La sua figura «si è nel tempo evoluta, trasformandosi da imprenditore colluso ad imprenditore mafioso, affiliandosi al gruppo criminale» e come sottolinea il gip Flavia Costantini, Guarnera si era in breve tempo trasformato in un “intoccabile” nel suo settore di competenza.


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