Il Mondo dell’Arte: un presidio artistico e socio culturale del V municipio
Intervista a Remo Panacchia, fondatore con Elvino Echeoni della Galleria di via Castani 193 a CentocelleIl Mondo dell’Arte, una realtà del V municipio dal particolare spessore e dalla natura composita, rispetto al tipico profilo di Galleria d’Arte d’eccellenza, ritorna, dopo aver lasciato le radici anche nella prestigiosa via Margutta, il cuore artistico della Capitale, con la riapertura della vecchia sede nella cinquantenaria via dei Castani al civico 193, una delle arterie principali di collegamento della parte sud-est del territorio capitolino.
Essa nasce nella metà degli anni 70’, attraverso lo sforzo congiunto ed i sogni di due persone: Remo Panacchia, allora giovane commerciante al suo primo esordio nel settore artistico, ed il pittore e scultore nonché musicista Elvino Echeoni.
Il presupposto, che ispiro ed animò, in maniera radicale, i due ideatori di spazi artistici polivalenti, fu quello di riscoprire il fondamento culturale-artistico della quotidianità e diffondere tale messaggio all’interno della propria città prima e al di là dei confini nazionali, poi, partendo dall’arte pittorica.
Difatti essi fecero i primi passi negli anni 70’dal quartiere Alessandrino, dove fu aperta una prima galleria d’arte, per poi approdare negli anni ’80 al quartiere di Centocelle ed aprire una seconda Galleria d’Arte, con l’intento di divenire un centro culturale, dove fossero ospitati non solo mostre pittoriche ma anche concerti musicali, eventi teatrali, presentazione di libri d’autore, e con l’ottica di diffondere tale interesse anche verso gli altri territori della Capitale, nonostante il ristagnante e lento decentramento amministrativo di Roma Capitale dell’epoca e le scarse risorse a favore del settore artistico, che di certo non facilitarono una simile ambizione
Così fu, anche senza il sostegno e la sensibilità del settore pubblico: nelle sedi del Mondo dell’Arte, così in periferia come nella suggestiva e significativa via Margutta, non solo è stata ospitata una marea di giovani artisti ma anche alcuni nomi di fama nazionale come Russo, Parigini, Purificato, Ciavatta, Trotti e Testa.
Occorre, altresì, citare, a dimostrazione della consistenza e della bontà delle idee dei due protagonisti del Mondo dell’Arte, la capacità di promuovere e creare opportunità artistiche da mettere in piedi, oltre i confini dei sobborghi romani, come fu in occasione della mostra retrospettiva di Novella Parigini, che si celebrò nella città di Vicenza ed in collaborazione con il comune stesso.
La fama organizzativa ed il talento artistico dei due “eroi” dell’arte pittorica, tali possono essere definiti per la tipologia della loro impresa e per la natura dei loro propositi, che ebbero inizio in un piccolo bar di periferia e con poche risorse a loro disposizione, approdarono, addirittura, negli altri continenti del globo terrestre: la mostra itinerante del Canadà, che toccò le città di Montreal, Toronto e Winsor e che diede lustro, anche, ai nostri locali connazionali e l’Arte fiera di Shangai, in Cina, dove i titolari della galleria rappresentarono il nostro paese, non solo furono la dimostrazione della concretezza dei loro sogni ma, anche, alcuni dei momenti del massimo splendore del loro impegno artistico.
Abbiamo incontrato Remo Panacchia, uno dei titolari del Mondo dell’Arte, nella sede di via dei Castani 193, per rivolgerle alcune domande:
Da quanto tempo ”Il Mondo dell’Arte” è ritornato nel quartiere di Centocelle?
Noi non abbiamo mai lasciato il quartiere di Centocelle. Per motivi logistici dovuti ai lavori infiniti della Metro C siamo stati costretti a continuare la nostra attività nelle sole sedi di v.le Alessandrino e di via Margutta.
In questo particolare momento storico di recessione economica e di redditi sempre più insufficienti al sopravvivere quotidiano, quale senso ritiene abbia la vostra offerta artistico-culturale?
E’ proprio tale situazione, che dovrebbe spingere tutti a coltivare la bellezza e la positività dell’arte, di cui il nostro paese ne è pieno.
Il nostro quartiere, come Lei ben sa, nasce, nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale, con una società civile, che proveniva prevalentemente dal Sud ed era rappresentata da fasce operaie e piccoli commercianti. Oggi la composizione sociale è cambiata ed il maggior numero di residenti è formato, per quel che ne rimane, da ceto medio ed impiegatizio. Come pensate di avvicinare al mondo dell’arte pittorica questa popolazione?
A dire il vero questo è già avvenuto. Quando nel 1974 fondammo il Mondo dell’Arte, ci prendevano tutti per folli, perché, a quei tempi, le gallerie d’arte erano presenti solo nel centro storico. Quindi, come si suol dire, ci siamo tirati su le maniche ed abbiamo dato inizio al decentramento culturale con i fatti, dimostrando, così, che l’arte non ha confini.
Poiché il “Mondo dell’Arte”, in un ambito culturale inteso in senso lato, rappresenta, forse, nel territorio di Centocelle e negli altri quartieri del V municipio, una delle rare se non l’unica occasione qualificata, quale segno tangibile avete in mente di dare alla popolazione ivi residente?
Intanto, ci corre il dovere di manifestare la nostra gratitudine verso tutta la moltitudine degli appassionati, che ci hanno sostenuto ed incoraggiato nella nostra attività, sin dall’origine. Ciò ci ha consentito, in passato, di rimanere solidi al nostro posto e ci consentirà, di certo, in futuro a continuare nel nostro lavoro con impegno e convinzione. Grazie, poi, a tale e particolare attenzione dei concittadini romani verso il Mondo dell’Arte, saremo sempre più stimolati a mettere a disposizione la nostra esperienza professionale per la ricerca, la collezione e la conservazione delle opere più prestigiose e rappresentative dei nostri tempi.
La ringraziamo per la sua disponibilità e Le chiediamo, infine: “Il Mondo dell’Arte” rimarrà, ad oltranza, nella sede di via dei Castani 193?
Certo ce la metteremo tutta e faremo del nostro meglio perché ciò avvenga.
In effetti, volendo prescindere da quelli che sono stati i risultati artistici del Mondo dell’Arte e le proposte qualificate della stessa natura, come ad esempio è da evidenziare quella, degli anni 90, ossia il progetto di creare una Pinacoteca pubblica, dove la reperibilità e la conservazione delle opere, che l’avessero composta, sarebbero state a carico dei due stessi titolari, non deve sfuggire ai lettori uno degli prossimi obiettivi, di non poca rilevanza sul piano socio-culturale, messi in cantiere dalla suddetta galleria d’arte.
In sostanza, pur essendo stato il Mondo dell’Arte, sul piano commerciale, una delle vittime sacrificate per i tempi lunghissimi della realizzazione della Metro C, esso, colto dal grigiore e dall’aspetto anonimo delle Stazioni, che fanno parte di questa nuova linea metropolitana, e paladino e rappresentante, altresì, di un senso di riscatto urbanistico e sociale, al tempo stesso, nei confronti della scarsa attenzione verso le infrastrutture ed i servizi della periferia romana, intende, con l’anno nuovo, offrire una grande opera pittorica, con cui arredare la Stazione di Piazza dei Mirti.
Tale gesto non solo consentirà di rendere più luminosi ed a misura d’uomo anche gli ambiti sotterranei e periferici della nostra Capitale, ma sarà, peraltro, in tempi di miseria e decadenza culturale, quali sono i nostri, una di quelle rare occasioni per alimentare nel cuore delle future generazioni di cittadini ed artisti, una speranza tangibile di ripresa umana.
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