Monte Mario, tra danni e paure: scatta il piano di intervento per evitare il dissesto
Tra le prime misure in programma c’è l’adozione della tecnica dell’idroseminaIl drammatico incendio che poco prima della fine di luglio ha devastato la riserva naturale di Monte Mario, bruciando migliaia di alberi, ha lasciato dietro di sé non solo un paesaggio martoriato, ma anche una ferita profonda nella comunità e nell’ambiente.
I segni della distruzione sono sotto gli occhi di tutti, ma i rischi nascosti che quelle fiamme hanno seminato sono ancora meno visibili e più insidiosi.
Non si tratta solo di un problema di danno ambientale evidente, ma di un possibile pericolo per la stabilità stessa della collina.
Per far fronte a questa emergenza, il 23 settembre il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha riunito i vertici del Campidoglio in un incontro cruciale per pianificare i prossimi interventi.
Attorno al tavolo c’erano rappresentanti della Protezione Civile, degli assessorati all’ambiente e ai lavori pubblici, che insieme al gabinetto del sindaco hanno cercato di tracciare la strada per la rinascita di Monte Mario.
L’incendio ha devastato buona parte della collina, cancellando alberi e soprattutto le loro radici, elementi fondamentali per garantire la tenuta del terreno.
Questa perdita espone una parte della collina a un serio rischio di dissesto idrogeologico, un pericolo che potrebbe acuirsi soprattutto in caso di eventi meteorologici estremi.
Dal Campidoglio è arrivata la rassicurazione che, al momento, non esiste un rischio immediato di frane. Tuttavia, durante l’allerta meteo del 5 settembre, la Protezione Civile di Roma Capitale aveva diffuso una comunicazione che raccomandava alla popolazione di non sostare nelle aree limitrofe ai fabbricati civili e militari prospicienti la collina, nonché di evitare di parcheggiare le auto sotto i muri di contenimento per scongiurare il rischio di danni causati da smottamenti o caduta di materiali.
Questo avviso aveva alimentato la paura tra i residenti, che temono che la collina, già vulnerabile, possa essere colpita da fenomeni di erosione o crolli improvvisi.
Il Campidoglio, dunque, è chiamato a intervenire con urgenza per ripristinare la stabilità del terreno. Tra le prime misure in programma c’è l’adozione della tecnica dell’idrosemina, un metodo che prevede l’applicazione ad alta pressione di una miscela di acqua, semi e fertilizzanti sul terreno colpito dal fuoco.
Questa soluzione permetterà una rapida ricrescita vegetativa, fondamentale per restituire alle superfici bruciate la capacità di resistere all’erosione e consolidare il suolo.
Accanto all’idrosemina, è in fase di studio l’installazione di “gabbioni”, grandi contenitori metallici riempiti di pietre, che verranno posizionati in punti strategici per aiutare a contenere il terreno e prevenire ulteriori crolli.
Inoltre, il Comune ha annunciato l’avvio di una pulizia costante dei canali di scolo situati a valle della collina, per assicurare che le acque piovane non aggravino la situazione.
Un altro intervento previsto riguarda la sostituzione delle alberature distrutte dall’incendio, un’operazione fondamentale per il ripristino della vegetazione autoctona e dell’equilibrio ecologico della riserva.
Nonostante le rassicurazioni ufficiali, la popolazione locale non abbassa la guardia. Le associazioni civiche Insieme 17 e Trionfalmente 17, che operano da anni nel territorio, hanno organizzato per il 25 settembre un’assemblea pubblica.
Durante l’incontro sarà presentato un esposto alla Procura della Repubblica, con l’obiettivo di far luce non solo sui possibili responsabili dell’incendio, ma anche sulle eventuali negligenze delle autorità preposte alla tutela della collina.
Le associazioni chiedono chiarezza su quali misure preventive avrebbero dovuto essere messe in atto per evitare una tragedia ambientale di queste dimensioni.
Il disastro di Monte Mario ha scosso la comunità e riacceso il dibattito sulle misure di prevenzione e gestione delle riserve naturali di Roma, che appaiono sempre più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici e agli incendi.
L’incendio non è solo un danno visibile agli occhi, ma un monito per le istituzioni e per tutti i cittadini: la protezione del territorio è una sfida che richiede attenzione, risorse e un impegno costante, soprattutto in una città ricca di parchi e riserve naturali come la Capitale.
Monte Mario, ora più che mai, ha bisogno di rinascere dalle ceneri, e con esso anche la consapevolezza che la prevenzione è l’unica via per proteggere il nostro patrimonio naturale.
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