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Municipi:

Municipi in “rosso”. Le costose tappe di un finto decentramento

A parte l'aumento dei costi politici, niente è stato fatto di sostanziale negli ultimi 20 anni per dotare i Municipi di poteri effettivi e autonomia finanziaria

I Presidenti dei Municipi sono di nuovo sul piede di guerra. Bussano a denari e chiedono che si ponga fine a quella che finora è stata la farsa del decentramento amministrativo: soldi niente e ancor meno poteri reali in grado di far decollare di vita propria gli enti amministrativi più vicini ai cittadini. La storia è antica e va rammentata agli immemori e raccontata ai giovani.

In quegli anni ogni Circoscrizione aveva un Presidente, eletto dalla maggioranza dei 25 consiglieri circoscrizionali e presiedeva le sedute del Consiglio Circoscrizionale; per l’amministrazione della Circoscrizione si avvaleva della collaborazione di 4 consiglieri, eletti all’interno del Consiglio, ognuno con specifiche deleghe, che formavano il Consiglio di Presidenza senza percepire nulla per questo incarico.

Le Circoscrizioni avevano poteri estremamente limitati per cui, durante i due mandati dell’allora Sindaco Rutelli (1993 – 2001), si aprì una lunga riflessione sullo spostamento delle competenze dal Campidoglio alle Circoscrizioni; il nuovo assetto venne approvato alla fine del mandato della seconda Giunta Rutelli, per entrare in vigore con la nuova amministrazione Veltroni (maggio 2001).

Il varo della delibera fu per tutti denso di speranze: finalmente si sarebbe attuato quel decentramento amministrativo che avrebbe portato personale e finanziamenti dai Dipartimenti e dagli Assessorati comunali alle Circoscrizioni, più vicine ai bisogni dei cittadini.

Era solo un’illusione: nessun reale potere decisionale è stato spostato dal centro; in compenso con la riforma si cambiò nome alle Circoscrizioni che divennero Municipi, ma soprattutto vennero distribuiti soldi a pioggia. Quelli che, prima della riforma, erano modesti rimborsi per i consiglieri circoscrizionali, vennero in seguito incrementati, aumentando il valore del gettone di presenza, fino a un massimo di circa 1.000 euro al mese; quello che prima era il Consiglio di Presidenza, con l’avvento della riforma divenne la Giunta Municipale formata dal Presidente più 4 Assessori municipali (i cosiddetti “assessorini”), ognuno dei quali percepisce uno stipendio di circa 2.000 euro mensili (più i contributi previdenziali).

A presiedere il Consiglio non c’era più il Presidente della Circoscrizione, ma una nuova figura: il Presidente del Consiglio Municipale: naturalmente ogni assessorino ed il Presidente del Consiglio è stato dotato di una stanza attrezzata ed una segreteria, cioè di personale tolto ad altre funzioni.
Insomma con questa riforma non cambiava praticamente nulla a livello di competenze, mentre cambiavano, eccome, i soldi spesi: tra il 2001 e il 2005 noi cittadini dovremmo aver pagato circa 27.000.000 di Euro in gettoni di presenza e stipendi per i 24 Consiglieri e i 4 assessorini di ciascuno dei 19 Municipi romani (cioè 456 consiglieri e 76 assessorini).

Dal 2005, con la riduzione della spesa pubblica, è finalmente cominciata una lenta diminuzione dell’importo dei gettoni di presenza ai consiglieri, mentre restano inalterati gli stipendi degli assessorini. In ogni caso stime di massima mi fanno ritenere che nei 6 anni successivi altri 30.000.000 di Euro siano stati spesi per i politici nei vari Municipi.

In questa triste storia chi ci ha rimesso sono i cittadini: quanti asili nido, ristrutturazioni di scuole e strade, espropri, ecc. si sarebbero potuti realizzare con oltre 50 milioni di Euro?

Anche il Comune di Roma è costretto, con le ulteriori disposizioni del Governo, a nuovi tagli sul bilancio: è l’occasione per dare un segnale di serietà azzerando i compensi agli Assessorini e limitando fortemente i gettoni di presenza dei consiglieri.

Si utilizzino poi i siti web dei Municipi per comunicare ai cittadini l’ordine del giorno e i resoconti delle riunioni del Consiglio municipale e delle varie Commissioni consiliari in nome di una trasparenza effettiva che impedisca certe inutili riunioni fatte solo per riscuotere gettoni di presenza.

Si attui infine un vero decentramento anche economico così che i Municipi siano direttamente responsabili di fronte ai cittadini dei soldi spesi. Solo così siederà sugli scranni dei Municipi chi vorrà veramente e volontariamente fare politica, cioè il bene dei cittadini.


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