‘Nerone. Duemila anni di calunnie’ al Teatro Quirino di Roma
Rivisitazione della leggenda nera dell’imperatore romano amato dalla plebe e odiato dall’aristocraziaDebutta oggi, martedì 19 gennaio 2016, al teatro Quirino (Via delle Vergini, 7, Roma): ‘Nerone. Duemila anni di calunnie’, uno spettacolo di Edoardo Sylos Labini, testo liberamente tratto dall’omonimo saggio di Massimo Fini.Lo spettacolo propone un Nerone sconvolto la notte prima della sua morte. Sullo sfondo di una Roma bruciata da un incendio, l’Imperatore, accusato di essere il mandante, in pieno conflitto lotta tra la possibilità di fuggire dalla congiura dei suoi senatori o l’uccidersi per mano propria.
La scena si svolge nel palazzo imperiale, Nerone anche se attorniato da un’eccentrica corte di mimi, musicisti e ballerine, si sente solo e in più tormentato dai fantasmi delle presenze più ingombranti della sua vita: l’ossessiva madre Agrippina, assetata di potere che, grazie ad una serie di delitti, gli apre le porte dell’Impero a soli 17 anni; l’illustre filosofo Seneca, moralizzatore dei costumi di Roma e scaltro opportunista che, diventato suo maestro, cerca di influenzarne ogni scelta; la bellissima seconda moglie, la giovane e civetta Poppea con la quale condivide l’amore per l’arte e la passione per la Grecia; l’amico di bagordi Otone, governatore della Lusitania ed ex marito di Poppea che congiura alle sue spalle per gelosia; ed infine il viscido Fenio Rufo, ruvido Prefetto del Pretorio, vero capo della rivolta di quell’élite economica ed intellettuale contro la quale Nerone combatté durante i 14 anni del suo regno.
‘Nerone, Duemila anni di calunnie’ è un testo che, alla luce delle più recenti interpretazioni storiografiche, si pone l’obiettivo di rivedere una vulgata secolare il cui esito è la persistente leggenda nera dell’imperatore romano Nerone, che fu un uomo sì spregiudicato, si macchiò di delitti efferati, ma non in misura maggiore degli imperatori che lo precedettero o seguirono. Stretto tra il destino di comandare e il desiderio di essere semplicemente un artista, nei brevi anni di impero si contraddistinse per unire alle doti dello statista, la visionarietà del tiranno illuminato: non si preoccupò di espandere i confini dell’impero, non si impegnò in guerre di conquista, ma cercò di imporre lo stile greco a Roma, di dare una forma moderna all’amministrazione dell’impero, di gestire le finanze dello Stato con lungimiranza. Per questo motivo l’oligarchia del Senato gli fu ostile, ma anche per la sua tenace politica riformatrice, per la sua volontà di comandare “per il popolo” e non solo “in nome del popolo” come voleva il trito rito della Repubblica. Fu amato dalla plebe, odiato dall’aristocrazia. Nerone crebbe sotto l’influenza nefasta della madre Agrippina e badando ai consigli del suo maestro, Seneca; entrambi seppur in maniera diversa, invischiati nei giochi di una corte in costante lotta per il potere.
Lo spettacolo di giovedì 21 gennaio, dopo la pomeridiana, alle ore 19.00, Unic-lineapelle, partner ufficiale dello spettacolo offrirà un drink agli spettatori, seguirà la proiezione del mediometraggio I Come From con voce narrante di Ricky Tognazzi sulla storia della conceria italiana da Pompei ai nostri giorni.
Mercoledì 27, alle ore 19.00, ci sarà invece un incontro con Massimo Fini autore dell’omonimo saggio e Angelo Crespi autore della drammaturgia.
Info spettacolo: da martedì a sabato spettacolo ore 21; domenica ore 17; giovedì 21 e mercoledì 27 gennaio ore 17; sabato 30 gennaio ore 17 e ore 21
Telefono botteghino 06.6794585; mail biglietteria@teatroquirino.it.
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