Parco Mistica: contro la mafia nel nome di Dalla Chiesa
Il 3 settembre nel 33° anniversario dell'assassinio del generale, di sua moglie Emanuela Setti Carraro e dell'agente Domenico RussoIl 3 settembre dopo la manifestazione antimafia in piazza don Bosco di cui riferiamo in un altro articolo si è tenuta alle ore 20:00, alla Casa Famiglia Capitano Ultimo in Via della Tenuta della Mistica, nell’omonimo parco, una serata per ricordare ed onorare il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato alle ore 21.15 del 3 settembre 1982 insieme a sua moglie Emanuela Setti Carraro e all’autista e agente di scorta, Domenico Russo.
Dalla Chiesa, anche grazie ai notevoli successi contro il crimine organizzato e alla dura battaglia condotta contro le Brigate Rosse era stato inviato a Palermo, all’indomani dell’omicidio di Pio La Torre, sindacalista e politico di spicco del Pci. In quegli anni la mafia aveva fatto scorrere il sangue di valenti investigatori, magistrati e uomini politici. Boris Giuliano, Cesare Terranova, Pierasanti Mattarella, Gaetano Costa caddero uno ad uno ad opera del piombo mafioso.
Durante i processi dalle testimonianze della mamma della Setti Carraro e della governante emerse che il Generale aveva confidato alla moglie il possesso di documentazione importante da consegnare a chi di dovere in caso di morte. Purtroppo per ben undici giorni sparirono le chiavi della cassaforte e quando vennero fuori, questa risulto completamente vuota.
Alle 20 del 3 settembre 2015 si è svolta quindi una serata ricordo fortemente voluta dal Capitano Ultimo all’interno del parco della Mistica e vicino alle strutture realizzate grazie alla Nazionale Cantanti e messe a disposizione della casa famiglia per minori vittime della Mafia .
All’iniziativa da lui promossa sono intervenute oltre mille persone, tra cui i vescovi territoriali P. Loiodice e G. Marciante. che hanno sottolineato la necessità che le organizzazioni mafiose siano definitivamente sconfitte. E’ pure intervenuto un generale dei carabinieri che ha sottolineato il tributo dell’arma nella lotta alla mafia e spronato a continuare contro di essa una lotta senza quartiere che veda concordi tutti i cittadini. Subito dopo è intervenuto il Col. Di Caprio, da tutti conosciuto come il Capitano Ultimo il quale ha ringraziato le crocerossine presenti, i tanti intervenuti alla commemorazione (molti i carabinieri in tenuta e in borghese di cui tanti giovani), i boy scout, le associazioni e i cittadini impegnati nel variegato mondo del volontariato e dell’accoglienza. “Abbiamo solo una bandiera – ha detto il col. Di Caprio con orgoglio – ed è la nostra battaglia contro i poteri criminali va avanti senza tentennamenti, seguendo l’esempio del generale Dalla Chiesa, dei tanti carabinieri caduti ed impegnati su questo fronte e di tutti coloro che in questa battaglia hanno sacrificato le loro vite”.
Ma qualcuno che tentenna purtroppo c’è, tanto che al colonnello di Caprio, proprio nei giorni scorsi il Comando generale dei carabinieri ha inspiegabilmente revocato l’incarico operativo da lui detenuto alla guida di oltre 200 uomini con i quali operava contro ogni tipo di organizzazione criminali dedite al traffico di droga, all’usura, al racket e ai reati ambientali, su cui da tempo lavorava in diverse delicate inchieste.
Contro questo provvedimento è partita una richiesta, supportata in pochi giorni sa migliaia di firme, in cui si chiede di lasciare operativo “Ultimo” perché, visto che la lotta alla mafia ha bisogno di uomini coraggiosi e pronta a vero sacrifici, non è giusto ed incomprensibile relegare una personalità di così grande valore e competenza dietro una scrivania.