Pista ciclabile della Patatona, storia di un perfetto scandalo all’italiana
Dieci anni di rinvii e promesse non mantenute, ora scatta l’allarme sicurezzaChe l’Italia fosse il Paese degli sprechi e dell’inefficienza burocratica non vi era ombra di dubbio. Ma quando a pagare il dazio più caro in questo gioco dalle regole misteriose sono gli inermi cittadini, ci sembra quantomeno doveroso dar voce ai loro sfoghi.
L’ultima storia in-degna di questo capitolo (sarebbe una storia vecchia dieci anni) ci giunge dal Decimo municipio. Siamo tra il quartiere di Morena e i comuni di Ciampino e Marino, lì dove doveva sorgere una pista ciclabile sopra il “Fosso della Patatona” fino al Parco degli Acquedotti, per un tratto di circa 5 km. Un progetto ambizioso, il quale permetteva di raggiungere in bicicletta e in maniera assolutamente protetta con percorsi immersi nel verde la zona dei Castelli Romani. Una prima alternativa reale di mobilità alle quattro ruote.
A distanza di più di dieci anni, inframmezzati da sospensioni dei lavori, rinunce da parte delle ditte appaltatrici e problemi legati all’esproprio dei terreni, la “pista ciclabile dei sogni” sembra destinata a rimanere tale. Non solo, lo stato di totale abbandono in cui versa la zona interessata, a conferma dell’equazione degrado uguale microcriminalità, è la causa principale di frequentazioni di ladri e vandali che da qualche tempo danneggiano le stesse strutture della futura pista. Decine sono infatti le segnalazioni e le lamentele da parte dei residenti dei condomini adiacenti, vittime ormai da due anni di furti con scassi. L’ultima visita dei ladri risale al 28 maggio scorso.
La sensazione è che l’allarme non rientrerà prima della realizzazione della pista.
Residenti che nel dicembre 2008 avevano provato a coinvolgere, senza successo, anche il Presidente della Regione Lazio, con delle comunicazioni al servizio "Ditelo a Marrazzo". Chiedevano invano di mettere in sicurezza la zona con una doppia recinzione lungo i due lati della pista che costeggia le loro abitazioni: richieste rimaste inascoltate oppure promesse non mantenute. Altri condomini, per i disattesi problemi di sicurezza e le continue incursioni da parte dei ladri, hanno invece provveduto ad alzare il muro della recinzione a proprie spese, oppure installando grigliati metallici.
Quanto alla realizzazione della pista ciclabile, il giallo non sembra vedere ancora via d’uscita. Una prima parte della pista era già stata conclusa nel 2000, mentre la partenza del secondo e terzo stralcio definito nel Bando di gara da parte della Regione Lazio prima delle elezioni regionali del 2004, è andata incontro a rinvii di tutti i tipi. Ad elezioni avvenute, le prime sorprese: per una gara l’assegnatario si ritira, per l’altra si scopre che è vero che è stata assegnata la gara dalla Regione, ma nella procedura non erano stati definiti gli espropri temporanei dei terreni limitrofi e l’impresa che doveva realizzare i lavori, ma questa non aveva il passaggio per raggiungere il fosso. Dopo circa un anno, alla vigilia delle elezioni comunali una nuova promessa sembrava fugare ogni dubbio: “È tutto a posto l’appalto è assegnato, la ditta è pronta, 270 giorni e l’opera è realizzata”.
Dei lavori che dovevano concludersi entro giugno 2007 neanche l’ombra. Sembra l’ennesima storia già vista.
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