Categorie: Libri e letteratura
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Poesia e dialetto nell’Alto Lazio alla Biblioteca Gianni Rodari

Presentato il 21 marzo il libro di Silvia Graziotti e Vincenzo Luciani

Il Centro di documentazione della poesia dialettale “V. Scarpellino” (istituito dall’associazione Periferie) ha pubblicato, con il contributo della Regione Lazio, il libro di Silvia Graziotti e Vincenzo Luciani La regione invisibile. Dialetto e poesia nel Lazio: Tuscia meridionale e Campagna romana nord-occidentale (Ed.  Cofine, 2005, pp. 80).

In esso sono riportati i risultati di una ricerca sul campo in una delle sub-regioni di cui si compone il Lazio: la Tuscia meridionale e la Campagna romana nord occidentale. Una “regione invisibile”, secondo una definizione di Ugo Vignuzzi, titolare della cattedra di Dialettologia dell’Università La Sapienza, che definisce la ricerca: “una pietra miliare degli studi sulla letteratura nelle lingue ‘locali’ dell’Alto Lazio (…) un volume ricchissimo di contenuti, stimolantissimo per suggestioni, solido nei riferimenti e nei dati: ne dobbiamo essere grati all’ideatore e appassionato propugnatore, V. Luciani, cui si deve l’editing, e a Silvia Graziotti che lo ha realizzato”.

Il libro è stato presentato il 21 marzo alla Biblioteca G. Rodari di Roma da Achille Serrao e Cosma Siani, presenti gli autori ed un attento pubblico. Anunzio Celaschi poeta e dicitore in perfetto dialetto viterbese ha recitato alcune delle poesie dei 18 poeti antologizzati nell’opera. Il giovane poeta Pier Mattia Tommasino (anch’egli in antologia) ha recitato alcuni suoi testi in neoromanesco de La Storta.
Di altri 28 autori sono riportate le note biobibliografiche, insieme alla più completa la bibliografia sull’area in esame.

Achille Serrao nel suo intervento ha ricordato come questa realizzazione editoriale sia inquadrata nell’attività del Centro di documentazione della poesia dialettale V. Scarpellino. L’ opera è infatti il sesto quaderno di una collana in cui sono già apparsi: “Dialettali e neodialettali in inglese. I problemi della traduzione” (Annalisa Bonocore, pp. 64, euro 10,00), “Dialetto e poesia nel Gargano. Panorama storico bibliografico” (Cosma Siani, pp. 64, euro 10,00), “Il pane e la rosa. Antologia della poesia napoletana dal 1500 al 2000” (Achille Serrao, 2005, pp. 208, euro 15,00), “Poeti dialettali abruzzesi. Da Luciani ai nostri giorni” (Nicola Fiorentino, 2004, pp. 80, euro 10,00), “Poesia dialettale nella provincia di Roma” (Cosma Siani, 2005, pp. 80, in omaggio a chi acquista un altro volume Cofine ). Un lavoro sul campo ormai sistematico dunque.
L’autrice Silvia Graziotti si  è soffermata sugli aspetti più strettamente dialettologici dell’ opera, inquadrando il dialetto viterbese all’interno degli idiomi del Centro Italia e tracciando in particolare un raccordo con il romanesco, l’umbro e il toscano.
Vincenzo Luciani ha invece insistito sulla impegnativa metodologia utilizzata per realizzare l’indagine: “Abbiamo esaminato 46 testi di autori diversi, fatto ricerca in tutte le biblioteche del viterbese, e ci siamo avalsi anche dell’ aiuto fornitoci dall’Ass.ne culturale Tuscia dialettale”. Luciani ha quindi effettuato una panoramica sui più significativi poeti emergenti da quest’indagine, citando tra gli altri Canevari, Urbani, Cerasa, Mecarini, Maggini, Titta Marini e Tommasino.
Nell’intervento conclusivo Cosma Siani ha elogiato gli autori per “il lavoro pionieristico svolto, pionieristico perché è stata indagata una zona inesplorata dal punto di vista dello studio della poesia dialettale. Le indagini di questo genere ci fanno capire che per capire i dialetti e la loro evoluzione bisogna andare sul posto. Ad esempio Pasolini nel ’52, durante i suoi studi sui dialetti del Paese, affermò che sul Gargano non c’era una corrente poetica dialettale alta. Non era vero, ma cadde in errore perché il suo collaboratore Dell’Arco non aveva eseguito una ricerca microareale sul campo.
Il critico si è infine soffermato su alcuni aspetti tecnico-linguistici del dialetto in esame: ”Molto del materiale raccolto ci dimostra che un fermento poetico, anche se non di livello altissimo, esiste e può consentire la nascita di una voce di più vasto raggio. L’ influsso del romanesco è forte, come la forma del sonetto, tuttavia si rintracciano anche forme espressive originali, meccanismi della poesia modernistica. Da qui nasce la cosidetta “Poesia Neo-dialettale”, ovvero quella corrente poetica che usa il dialetto non per descrivere i luoghi, le tradizioni, il popolo, ma per dare voce soprattutto al proprio io interiore.”

Il libro, già inviato a tutte le biblioteche del Lazio, sarà presentato al pubblico viterbese il 13 maggio prossimo a Viterbo, in collaborazione con i poeti dell’associazione “Tuscia dialettale” e con il patrocinio della Provincia di Viterbo.

Silvia Graziotti, nata nel 1976 a Viterbo, dove vive, ha conseguito presso la Facoltà di lettere e filosofia dell’Università Roma La Sapienza la laurea magistrale con una tesi sulle "Scritture monastiche femminili di area viterbese dei sec. XVI-XVII" 

Vincenzo Luciani (Ischitella, FG, 1946) è direttore di Abitare A e (con A. Serrao) del Centro di documentazione della Poesia dialettale "V. Scarpellino", è autore di raccolte di poesia in lingua e in dialetto.


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