Municipi:

Qualità della vita: ecco dove si vive meglio nella Capitale

Il rapporto dell’Università di Roma Tre: bene centro storico ed Eur, Tor Bella Monaca fanalino di coda

A San Lorenzo si vive meglio che ai Parioli. Lo rivela uno studio condotto dal “Laboratorio di sviluppo locale ed economia sociale” della Facoltà di Economia dell’Università di Roma Tre e presentato nei giorni scorsi, il quale ha tracciato la mappa della qualità della vita nella Capitale.

“Il laboratorio – spiegano dall’Università Roma Tre – ha scelto di studiare le differenze di benessere e qualità della vita tra i municipi di Roma, cercando di superare i tradizionali approcci che sintetizzano il benessere con indicatori principalmente di natura economica”. Il passo successivo è stato pertanto quello di valutare la vivibilità sulla base otto precise variabili (dimensione economica, salute, occupazione, istruzione, sicurezza, pari opportunità, relazioni sociali, mobilità) e delineare un quadro più dettagliato dell’attuale situazione capitolina.
Sul podio della speciale classifica, contenuta nel primo rapporto “Benessere e qualità della vita nei municipi di Roma”, si piazzano il Municipio I (Centro Storico), il XII (Eur – Ostiense – Torrino) e appunto il III (Nomentano – Piazza Bologna – Policlinico – San Lorenzo – Tiburtino – Castro Pretorio). Solo quarto posto per i benestanti Parioli nel secondo Municipio, storicamente considerati la culla della “Roma Bene”. Seguono il XVII (Prati), XX (Tor di Quinto), XI (Appio Latino – Ostiense), IX (San Giovanni), XIII (Ostia), XVIII (Aurelio-Trionfale). Maglia nera per l’VIII Municipio (Don Bosco – Tor Bella Monaca – Torre Spaccata), dove è più basso il livello di istruzione e occupazione, penultimo il VII (Centocelle), caratterizzato dal più alto indice di disagio psicologico, terzultimo il VI (Prenestino).

“Quello che si intende sottolineare – proseguono da Roma Tre – è la multidimensionalità della qualità della vita, specie per i legami complessi che si originano tra diverse dimensioni, pluralità di attori in gioco e molteplici livelli di analisi (individuale, familiare, sociale, ambientale, culturale, istituzionale)”.

Il quadro teorico di riferimento adottato dalla ricerca di Roma Tre è quello dell’approccio delle capacità (capability approach) formulato dall’economista indiano Amartya Sen (Premio Nobel per l’Economia nel 1998) nella metà degli anni Ottanta. Questo approccio descrive il benessere individuale come un processo in cui i mezzi e le risorse acquisibili o disponibili rappresentano uno strumento per ottenere il benessere ma non sono sufficienti a rappresentarlo; per questo è necessario tener conto anche di quei fattori personali e familiari che differenziano gli individui tra loro.

Questi i dati completi del Rapporto, elaborati dall’Università di Roma Tre.


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