

A firmare la contestazione, depositata presso il collegio dei probiviri nazionale e regionale del partito, sono stati consiglieri comunali, ex assessori e dirigenti locali
Bastano sessanta secondi per contare un voto. Ma quel singolo voto, il 13 aprile scorso, ha spaccato in due il partito di Forza Italia nella Città dell’Aria.
Il congresso comunale azzurro, chiamato a eleggere il nuovo segretario cittadino, si è chiuso tra gli applausi di una parte e le contestazioni feroci dell’altra.
A vincere è stato Valerio Massini, 27 anni, volto giovane e già coordinatore dei Giovani di Forza Italia. A perdere, per un soffio, il consigliere comunale Michele Venturiello. Un solo voto di scarto: 194 a 193.
Una manciata di preferenze che ha acceso la miccia della polemica. Perché, secondo una nutrita fetta del partito, quel voto sarebbe stato “inquinato”. Così, a meno di un mese dall’assemblea, è già tempo di ricorsi e carte bollate.
A firmare la contestazione, depositata presso il collegio dei probiviri nazionale e regionale del partito, sono stati consiglieri comunali, ex assessori e dirigenti locali. Tra loro Arianna Cacioni, Marco Berlettano e Adriano Mazza, nomi noti della vecchia guardia.
Ma cosa è successo esattamente? Al centro della disputa c’è il voto della consigliera regionale Roberta Della Casa. Ex Cinque Stelle, oggi tra le fila di Forza Italia alla Pisana, Della Casa ha partecipato al congresso come “Grande Elettore”, con la possibilità di esprimere dieci voti ponderati. Voti che, di fatto, hanno determinato l’esito finale.
Secondo i ricorrenti, però, quel voto non era legittimo. Il motivo? Della Casa risiede a Roma e non a Guidonia Montecelio. Una violazione del regolamento congressuale, secondo cui i consiglieri regionali possono votare solo nei comuni dove risiedono.
Una deroga è prevista, ma solo per le elezioni provinciali o nelle grandi città. “Non nei congressi comunali”, sottolineano i ricorrenti nel testo dell’esposto.
Il ricorso non si ferma qui. C’è anche il caso di Nicola Gorgoni, residente a Guidonia ma – secondo i ricorrenti – escluso dal voto per un errore anagrafico non aggiornato nei registri del partito.
E c’è pure un mistero numerico: i soci aventi diritto al voto erano 368, ai quali andavano aggiunti i 25 voti ponderati dei consiglieri comunali e regionali, per un totale di 393. Ma le schede consegnate risultano essere solo 389. Quattro voti in meno, in un’elezione decisa da uno solo.
«Vogliamo capire se Forza Italia è ancora un partito in grado di rappresentare tutte le sue anime», scrivono i firmatari del ricorso. «Senza regole chiare, ogni congresso rischia di diventare una battaglia tra fazioni invece che un momento di crescita democratica».
Nel frattempo Valerio Massini resta formalmente segretario comunale. Ma il clima nel partito è tutt’altro che sereno. Dietro lo scontro, si intravedono equilibri regionali e fedeltà contrapposte: da una parte l’area che fa riferimento al capogruppo regionale Giorgio Simeoni, dall’altra quella legata al deputato Alessandro Battilocchio.
Ora la parola passa ai probiviri del partito. La richiesta è chiara: annullamento del congresso e ripetizione delle operazioni di voto. Se il ricorso sarà accolto, Guidonia potrebbe tornare alle urne interne già nelle prossime settimane.
Nel frattempo, il partito locale resta sospeso tra tensioni e interrogativi. E Forza Italia, in una delle sue roccaforti storiche, scopre che basta un voto per perdere l’unità.
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