Religiosità e tradizione alla Festa dell’Annunciazione al Pio Collegio Romeno
Il 28 novembre 2014, secondo il calendario greco-cattolicoVenerdì 28 novembre siamo stati nuovamente invitati al Pontificio Collegio “Pio Romeno” per partecipare alla festa dell’Annunciazione del Signore, secondo il calendario della chiesa greco-cattolica.
L’occasione è stata preziosa, per vivere ed apprezzare quanto sia ancora vivo e radicato nello spirito dei romeni ed in particolare alla chiesa greco-cattolica, nonostante il tentativo di soppressione e cancellazione dalla memoria, il valore eterno della spiritualità e della conservazione dei riti ancestrali e delle antiche tradizioni.
Incipit della serata, la recita Te Deum secondo il rito greco-cattolico, dal Padre Rettore Gabriel Buboi che ha ricordato come il mistero dell’Annunciazione redime il tempo passato dal peccato e il futuro dalle preoccupazioni, nel presente dell’amore di Dio.
La bella e raccolta chiesa, dedicata proprio all’Annunciazione e inscritta nel nobile complesso del Collegio, è poi risuonata di un breve ma significativo e atteso concerto intitolato “Solennità splendente, momento di preghiera” in cui la Corale del Pontificio Collegio “Pio Romeno”, diretta da Laurentiu Ioan Costin, ha intonato le suggestive “colinde” ossia i componimenti popolari propri della tradizione romena e dell’atmosfera festosa del periodo natalizio.
Nel breve discorso che ha preceduto il concerto, Padre Gabriel ha rammentato la tradizione delle colinde, riferendosi, a nostro parere, a Mircea Eliade. Questi dice che a partire dalla sera del 24 dicembre sino a tutto il giorno di Natale, gruppi di giovani (chiamati colindatori) girano per le case per l’Annuncio della Buona Novella. Qui, ricevuti con dolci fatti in casa, tra i quali il “cozonac” cioè il panettone romeno, noci e frutta, cantando (colindando) fanno il giro della casa a partire da una finestra. E’ questa ritenuta, dallo storico delle religioni, la tradizione cristiana con valenze sacre, perché di per sé la tradizione di un popolo è cosa sacra. Non per ultimo, Papa Francesco si pone grande promotore delle radici culturali comunitarie.
Un riconoscimento doveroso va ai componenti della Corale: Alexandru Farc, Ovidiu Legean, Norbert Molnar, Ionut Ursuleac (Primi Tenori); Radu Bla, Vlad Hiris, Daniel Hirisca, Stefan Madarasi, Radu Viman (Secondi Tenori); Emanuel Gavrilas e Petre Vulturar (Baritoni); Daniel Cristea, Mirel Demian, Ioan Dumitras (Bassi), e al maestro direttore Laurentiu-Ioan Costin.
Il Pontificio Collegio “Pio Romeno” sorge sul colle del Gianicolo. La sua fondazione ed inaugurazione da parte del Papa Pio XI risale al 1937. Nel 1950, fu relegato ad altro utilizzo avendo il comunismo instauratosi in Romania soppresso la Chiesa greco-cattolica e perseguitati i ministri e seguaci.
Il 1993 vede la sua riapertura con il riprendere delle attività culturali e spirituali offerte ai giovani seminaristi romeni greco-cattolici, ed ai sacerdoti specializzandi.
Numerosi i partecipanti alla festa, i trai i quali l’ambasciatore di Romania presso la Santa Sede e lo Stato Italiano Ecc. Bogdan Tataru Cazaban, che abbiamo avuto l’onore di salutare con il Cardinale Monsignor Dimitrios Salachas neo dottore onoris causa all’Istituto Studio Orientali di Roma, i rettori di Collegi, docenti, giornalisti italiani e romeni, e amici del Collegio e della Chiesa greco-cattolica romena.
Dopo i momenti di preghiera, di riflessione, di canti festosi, infine, a gran voce da tutti, “DeSteaptA-te, RomAne!”, in italiano Risvegliati, Romeno, l’inno nazionale di Romania ha ricordato la madrepatria romena e la vicina ricorrenza della Festa nazionale della Romania.
Anche l’agape fraterna che è seguita non poteva non richiamare, della lontana patria, qualche … sapore.
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