

Dopo mesi di lavori e disagi, il cavalcavia ferroviario che collega la Magliana con Portuense è finalmente tornato operativo dallo scorso dicembre.
Un’infrastruttura rinnovata, più sicura e più alta di circa 50 centimetri rispetto alla precedente. Eppure, c’è ancora un dettaglio fondamentale che manca all’appello: la segnaletica.
Chi ha vissuto la zona lo sa bene: per anni il vecchio ponte è stato una vera e propria trappola per i furgoni. La sua altezza ridotta, unita a un’illusione ottica dovuta al dislivello tra ingresso e uscita, ha fatto sì che decine di mezzi rimanessero incastrati sotto la struttura, bloccando la viabilità e contribuendo al suo progressivo deterioramento.
Nel 2018, preoccupanti crepe sulle pareti laterali avevano portato a una prima chiusura. Poi, dopo un complesso intervento di demolizione e ricostruzione curato da RFI, il cavalcavia è stato riaperto al traffico.
Oggi, il ponte è più alto e più stabile, ma senza cartelli che segnalino i limiti di altezza, il rischio di nuovi incidenti resta concreto. “Lì negli anni si sono incastrati tantissimi furgoni – ha ricordato Marco Palma (FDI), vicepresidente del consiglio municipale – eppure, a due mesi dalla riapertura, la segnaletica verticale è ancora completamente assente. Ho presentato un’interrogazione per capire come sia possibile un ritardo simile. Speriamo solo che nel frattempo non si verifichino altri episodi spiacevoli”.
Oltre alla questione dei cartelli, c’è un altro problema ancora irrisolto: il passaggio pedonale. Attualmente, il percorso riservato ai pedoni è delimitato solo da spartitraffico in calcestruzzo e transenne, una soluzione temporanea che non garantisce la sicurezza di chi attraversa il ponte a piedi.
Dopo mesi di lavori e l’interruzione temporanea della linea ferroviaria FL1 per consentire la ricostruzione, ci si aspettava che il ponte fosse restituito alla città in condizioni ottimali.
Invece, si ha la sensazione di un cantiere chiuso a metà. L’altezza maggiorata dovrebbe ridurre il rischio di nuovi blocchi, ma senza i cartelli il pericolo è ancora dietro l’angolo.
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