Rifiuti, Guidonia dice basta: il Tar blocca l’impianto e lancia un segnale a Roma

Il sindaco Mauro Lombardo: "La sentenza del TAR evidenzia che avevamo ragione"

È un colpo di scena quello arrivato ieri dal Tar del Lazio: la procedura di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’impianto di trattamento rifiuti di Inviolata, a Guidonia Montecelio, è stata annullata.

Una vittoria per ambientalisti e cittadini, una doccia gelata per la Regione e per la società Ambiente Guidonia, che gestisce l’impianto.

Dietro la sentenza c’è una battaglia legale iniziata anni fa, che ora segna un punto fermo: la Regione Lazio, guidata nel 2020 dalla giunta Zingaretti, ha commesso errori procedurali gravi nel tentativo di sanare l’autorizzazione dell’impianto, violando le norme ambientali.

Un tentativo di “pezza” che non ha convinto i giudici amministrativi.

I giudici: “Procedura irregolare”

La decisione del Tar si fonda su una precedente pronuncia del Consiglio di Stato, che nell’ottobre scorso aveva già annullato le basi giuridiche della procedura avviata dalla Regione.

I giudici del Tar sono stati chiari: la Regione ha cercato di salvare l’autorizzazione dell’impianto con una “procedura atipica”, non prevista dalle normative ambientali.

La Regione – scrive il Tar ha adottato un percorso fuori dalle regole, senza rispettare le procedure previste per il riesame delle autorizzazioni ambientali“. In pratica, è stato violato un principio fondamentale: garantire trasparenza e rigore nelle autorizzazioni che riguardano la gestione dei rifiuti.

L’impianto al centro della bufera

L’impianto di Inviolata non è un semplice sito di trattamento rifiuti: è uno degli snodi strategici del piano di gestione dei rifiuti della Capitale.

Da tempo riceve i rifiuti di Roma grazie a un’ordinanza firmata dal sindaco Roberto Gualtieri, che veste anche i panni di commissario straordinario per il Giubileo 2025.

Ma la storia dell’impianto è tutt’altro che lineare. Costruito anni fa tra polemiche e proteste locali, ha sempre avuto una funzione contestata dai cittadini, che lo vedono come una minaccia ambientale in una zona già compromessa.

Le associazioni ambientaliste, come Verdi Ambiente e Società (VAS), si battono da anni per chiuderlo definitivamente.

La sentenza del Tar ha accolto proprio il ricorso di VAS e del Comune di Guidonia Montecelio, annullando la procedura di rinnovo dell’AIA. Tuttavia, altri ricorsi – come quello dell’Associazione Amici dell’Inviolata – sono stati dichiarati inammissibili.

Il sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo:

La sentenza del TAR evidenzia che avevamo ragione, che le nostre perplessità sugli atti amministrativi relativi all’impianto hanno un solido fondamento giuridico – dichiara il sindaco di Guidonia Montecelio Mauro Lombardo -.

L’impianto di Tmb, in sintesi, non può funzionare in queste condizioni. Per aprire un impianto come quello presente all’Inviolata devono essere rispettate tutte le norme che regolano le autorizzazioni, questo a tutela della salute pubblica e dell’ambiente.

Non possiamo, pertanto, tollerare che si continui a utilizzare l’impianto di Tmb di Guidonia Montecelio per fronteggiare l’emergenza rifiuti di Roma senza la presenza delle autorizzazioni richieste dalla legge ambientale.

Per questo, ho già scritto al Sindaco di Roma e alla Società AMA invitandole a interrompere immediatamente il conferimento dei rifiuti prodotti nella Capitale nell’impianto della nostra città“.

Che succede ora?

La sentenza apre scenari incerti. Senza un’autorizzazione valida, l’impianto di Guidonia potrebbe fermarsi, costringendo Roma a cercare nuovi siti per lo smaltimento dei suoi rifiuti.

Una prospettiva che, in vista del Giubileo 2025, rischia di mettere sotto pressione la Capitale.

E c’è già chi, tra i comitati locali, esulta. “Questa è una vittoria del territorio contro chi vuole fare di Guidonia la pattumiera di Roma“.

Ma la società Ambiente Guidonia, che gestisce il sito, non resta a guardare. Fonti vicine all’azienda parlano di un possibile ricorso al Consiglio di Stato per ribaltare la decisione del Tar.


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