Risorgi, microcosmo di illegalità e violenza al Piccolo Eliseo
Al Piccolo Eliseo di Roma, sito in via Nazionale, si è appena conclusa la rappresentazione di Risorgi di e con Duccio Camerini, noto autore, regista e attore del cinema e del teatro italiano. Risorgi è l’ultimo step lavorativo dell’associazione La casa dei racconti, fondata e gestita da Duccio Camerini e dalla moglie Francesca Zanna. Si tratta di un viaggio nel degrado e nella malavita di una periferia di Roma non ben specificata in cui avvengono traffici illeciti di droga, ma soprattutto sfruttamento di disabili che vengono buttati in strada a chiedere l’elemosina. Una variopinta galleria di personaggi circola in questo microcosmo di illegalità e sofferenza di cui i più ignorano l’esistenza: c’è Marika, un transessuale che gestisce tutte queste attività, di cui veste i panni lo stesso Camerini, il suo pupillo Sergetto, (Dario Guido) ragazzo dall’ animo ancora puro e ingenuo che viene costretto da Marika a prostituirsi, Traiano, il figlio di Marika che sguazza in quel contesto interpretato da Simone Bobini, Latodestro (Marco Damiano Minardi), paralizzato ad un lato del corpo che si è ribellato a questo abominevole sfruttamento portando via con sé tutti gli schiavi di Marika. A questo punto, tutti gli altri che ruotano attorno a Marike e a Latodestro, devono scegliere da che parte stare. Nel bel mezzo della contesa, fa irruzione Semmi (Barnaba Bonafaccia), che si presenta come un cameriere che fa gare di pugilato, ma che da subito appare un personaggio misterioso. Alla fine, in questa lotta fratricida, si scoprirà la sua vera identità e a farne le spese sarà proprio lui..
In una scenografia che richiama le bidonvilles delle grandi città sudamericane, sembra vigere incontrastata la legge del più forte, della violenza, della sopraffazione: un mondo spietato in cui sembra non esserci via d’uscita. 1 ora e 40 minuti apparentemente scorrono senza dare speranza di una vera svolta, di un reale cambiamento per questi reietti, per gli ultimi della società. Invece c’è spazio anche per l’amore tenerissimo e dolcissimo che nasce lentamente tra Semmi e Sergetto e, anche quando sembra vincere la disperazione per la sorte di Semmi, Sergetto decide di andar via e di “risorgere” da quel mondo nefando, in cui Marika tenta in tutti i modi di infangarlo. In questo microcosmo di crudeltà e disperazione, qualcuno ce la fa a ribellarsi davvero, ed è il più giovane, l’ancora puro Sergetto, che era stato abbandonato dalla famiglia, da tutti e crea un ponte con un mondo diverso, più a misura d’ uomo come lo spettacolo lascia intuire.
Pièce teatrale scritta, diretta e interpretata dallo stesso Camerini nei panni di Marika, dal fortissimo impatto emotivo sul pubblico. Intensa, dolorosa, lacerante, lascia il pubblico da subito disorientato. I confini con il palcoscenico, infatti, sono stati completamente aboliti. Lo spettacolo prende il via nella platea, senza che il pubblico se ne accorga inizialmente. Regia strepitosa con scene che superano i limiti del palco, e che, a tratti avvengono simultaneamente, tenendo alta la tensione dello spettatore in sala. I ruoli risultano ben caratterizzati, evitando il rischio incombente di caricature, sempre presente nella trattazione di una materia così complessa. Per una serata di emozioni forti e per riflettere.
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