Ultima Generazione: protesta al Bulgari Hotel contro il caro cibo e le disuguaglianze

Tra le mani, gli attivisti stringevano cartelli dai messaggi inequivocabili: “Bollicine o bollette? Questo il dilemma”, “Vi state mangiando il nostro futuro”

Una pioggia di scarti di frutta e verdura ha invaso, oggi alle 13:50, l’ingresso del lussuoso Bulgari Hotel di piazza Augusto Imperatore, a Roma.

Nove attivisti di Ultima Generazione, aderenti alla campagna “Il Giusto Prezzo”, hanno inscenato un’azione di protesta clamorosa per denunciare il divario sempre più ampio tra chi può permettersi un’insalata da venti euro e chi fatica a mettere insieme un pasto quotidiano.

Tra le mani, gli attivisti stringevano cartelli dai messaggi inequivocabili: “Bollicine o bollette? Questo il dilemma”, “Vi state mangiando il nostro futuro”, “Nella bolla del lusso il problema non esiste”, “Il lusso è un furto”.

Alcuni manifestanti sono entrati all’interno dell’hotel per consegnare una lettera al Direttore, mentre, in contemporanea, un’azione simile si svolgeva a Milano, nella Galleria Vittorio Emanuele II.

Il grido di protesta: “Non è normale accettare questa ingiustizia”

Francesco, 29 anni, dottorando in fisica e attivista di Ultima Generazione, ha spiegato così il senso dell’iniziativa:

In questo menù ci sono insalate a venti euro. La maggior parte delle persone non può permettersi di spendere questa cifra per l’intero pasto della giornata, figuriamoci per un solo piatto. Questa situazione dovrebbe farci impazzire per l’ingiustizia, invece viene normalizzata. Ma non è normale. Il cibo di qualità non può restare confinato nei ristoranti di lusso, deve essere accessibile a tutti.”

La loro protesta non è un attacco al singolo hotel o ristorante, ma un modo per mettere in evidenza una frattura sempre più profonda nella nostra società: quella tra chi vive nel lusso e chi deve scegliere se pagare la bolletta o fare la spesa.

Un’Italia sempre più divisa: il governo resta a guardare

Ultima Generazione accusa apertamente la politica di voltarsi dall’altra parte mentre le disuguaglianze aumentano. “La fame non è una fatalità, è una questione politica”, sottolineano gli attivisti, puntando il dito contro un sistema che premia pochi e lascia indietro molti.

Mentre il governo Meloni dibatte sulla linea di Trump e Vance, e il ministro Lollobrigida continua a vendere la favola del contadino-patriota, la realtà racconta tutt’altro. I veri contadini, stanchi di promesse vuote, hanno iniziato a ribellarsi, come dimostrano le recenti proteste.

Le campagne italiane non sono cartoline da spot elettorale: dietro il “Made in Italy” ci sono salari da fame, sfruttamento e aziende agricole in ginocchio.”

Ma il problema non si ferma all’agricoltura. Le famiglie italiane, tanto celebrate nei discorsi politici, vengono abbandonate nei fatti. Affitti alle stelle, salari fermi, bollette che divorano gli stipendi.

E quando si tratta di trovare fondi per il welfare o per sostenere chi lavora, si taglia. Ma quando si parla di riarmo e spese militari da 800 miliardi, i soldi saltano sempre fuori.

Cosa chiede Ultima Generazione?

Gli attivisti non si limitano alla denuncia: avanzano proposte concrete per invertire la rotta e rendere il sistema più equo. Tre le richieste principali:

Proteggere i raccolti – Il cambiamento climatico sta mettendo in ginocchio l’agricoltura italiana, tra siccità, alluvioni e grandinate devastanti. Serve una transizione ecologica che renda il sistema agricolo più resiliente.

Aggiustare i prezzi – Il costo degli alimenti nei supermercati sta diventando insostenibile per molte famiglie, mentre ai produttori arriva solo una frazione del prezzo finale. Le istituzioni devono garantire un equilibrio tra chi produce e chi compra.

Far pagare i responsabili – A finanziare la transizione verso un’agricoltura sostenibile non devono essere i cittadini con le loro tasse, ma le grandi aziende e i gruppi finanziari che traggono profitti miliardari dallo sfruttamento delle risorse e della manodopera.

La nostra classe politica vive nel privilegio, lontana dalla realtà di chi fatica ad arrivare a fine mese. Noi, oggi, portiamo quella realtà davanti ai loro occhi. Non possono più ignorarla.”. concludono


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