Nella Sala del Consiglio del VI municipio in via dell'Acqua Bulicante, 2 (Piazza della Maranella) venerdì 19 marzo 2010 alle ore 15.30 si terrà un incontro sul tema: immigrazione, una…
Un’armatura contro le radiazioni: la pelle
Le vacanze sono finite. C’è chi torna a scuola, c’è chi riprende a lavorare, c’è anche chi le vacanze le ha viste solo di riflesso. Riflesso? Nel corso delle righe capiremo l’importanza di questa parola.
In ogni caso, le mete più gettonate sono state senz’altro quelle marittime. Anche gli sfortunati che non hanno potuto godere di lunghi periodi di vacanza, avranno trascorso qualche fine settimana al mare. O anche in montagna, perché no. C’è da dire che, dopo l’estate, quasi tutti ricominciano le loro attività con un qualcosa di diverso. Cosa? L’abbronzatura. Chi più, chi meno, torna con una tintarella invidiabile (soprattutto agli occhi di quelli che, bianchi erano e… bianchi sono rimasti). Ma perché ci si abbronza? Perché la pelle si scurisce? Da cosa dipende?
Dipende da due cose fondamentali: il sole e la nostra pelle. Il sole emette luce sotto forma di radiazioni elettromagnetiche. Immaginatele come delle corde che vibrano. Ci sono tante corde, vibrano più o meno “velocemente”. La luce emessa dal sole contiene una enormità di queste corde che vibrano a tantissime velocità diverse.
Ad esempio, la luce che illumina tutti gli oggetti, è composta da luce visibile. Per farla breve, tra le tante radiazioni emesse dal sole, solo quelle che appartengono alla luce “visibile” sono in grado di darci idea del colore degli oggetti, di noi stessi, di tutto ciò che appare colorato.
Oltre a questi raggi, ci sono i famosi raggi ultravioletti (ci sono anche le radiazioni dell’infrarosso, ma per semplicità non verranno prese in considerazione). I raggi ultravioletti possono essere immaginati come delle corde che vibrano ad una velocità maggiore rispetto ai raggi del “visibile”. La maggiore velocità si traduce in maggiore energia, ed è qui che entra il gioco la nostra pelle.
Questi raggi UV, indicati UV-A e UV-B (UV-A sono più energetici degli UV-B), interagiscono con il nostro corpo. Mentre i raggi UV-B si fermano al livello della cute, i raggi UV-A possono penetrare in profondità. I raggi UV-B sono quelli “buoni” e sono necessari al nostro organismo per la produzione di molecole fondamentali per il nostro benessere. Tuttavia, una esposizione eccessiva è da evitare. Il fatto che la pelle si scurisca non è altro che un meccanismo di difesa, che avviene attraverso la produzione di una molecola colorata, che tutti almeno una volta abbiamo sentito nominare: la melanina.
Ci abbronziamo perché la nostra pelle assorbe i raggi UV-B. È uno scudo naturale. Ma allora, non tutti possiedono questo scudo? C’è chi si abbronza più facilmente, e invece chi si scotta subito. Questo dipende dal “fototipo” di ciascuna persona, dalla sua diversità. Da questo non si scappa! Quelli che hanno una carnagione chiara, solitamente non si abbronzano ma si scottano facilmente. Coloro che possiedono una cute bruna, invece, si abbronzano velocemente e si scottano poco.
Tuttavia il problema principale è rappresentato dai raggi UV-A. Questi sono i più dannosi. Penetrando la cute possono danneggiare il nostro organismo, risultando tossici, facendo invecchiare la nostra pelle, favorendo lo sviluppo di radicali liberi (ricordate??), e non solo.
In aiuto della nostra cute intervengono le creme solari. Queste sono delle protezioni necessarie per evitare (in gran parte) l’assorbimento dei raggi UV. Le protezioni solari contengono delle molecole che sono in grado di assorbire le radiazioni nocive. La loro forza protettiva, dipende sia dal tipo di molecole e sia dalla loro concentrazione (numero di molecole nel tubetto). Ma queste vanno fatte assorbire dalla pelle, non si può pensare che abbiano un’azione immediata.
Quindi, la prossima volta, indossate lo “scudo” quando siete ancora a casa. E poi? Cosa serve per proteggerci dalle radiazioni UV? Stare all’ombra può risolvere il problema? In parte, non del tutto. La radiazione che ci colpisce è anche quella riflessa. La sabbia riflette la luce. La neve riflette la luce, ed è anche per questo motivo che il rischio di scottarsi è maggiore in montagna (non solo per la presenza della neve, ma anche perché all’aumentare dell’altitudine aumenta l’assorbimento dei raggi UV). La riflessione fa si che luce venga specchiata. Anche le nuvole riflettono la luce. Occorre proteggersi dai raggi solari anche in quelle giornate nuvolose.
Oramai, quel che è fatto è fatto. Mi raccomando per la prossima abbronzatura, sapete come comportarvi!