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Varone vince al primo turno: Monterotondo conferma la tradizione rossa

Battuto il candidato del centrodestra, Simone di Ventura

Sembrava scontato il ballottaggio, ma Monterotondo ha sorpreso ancora, riaffermandosi come bastione rosso della provincia di Roma.

Dopo essere stata l’unica città sopra i 15 mila abitanti dove l’attuale governatore del Lazio, Francesco Rocca, non ha prevalso contro Alessio D’Amato, il cuore della Sabina ha riconfermato al primo turno il sindaco uscente del PD, Riccardo Varone. Una città, medaglia d’argento per la resistenza partigiana, che merita di essere studiata dai politologi.

Cinque anni fa, Varone aveva trionfato al ballottaggio contro il candidato del centrodestra, Simone Di Ventura, con un margine di soli 492 voti. Una vittoria risicata per gli standard del centrosinistra di Monterotondo.

All’epoca, Varone aveva ereditato una situazione complessa. L’allora sindaco Mauro Alessandri, all’inizio del 2018, aveva lasciato Palazzo Orsini per entrare nella giunta regionale di Nicola Zingaretti come assessore ai lavori pubblici.

C’era quindi stato un periodo di transizione con il vicesindaco Lupi, ma gli elettori non avevano gradito questo addio anticipato.

Questa volta, dopo cinque anni di governo, il quadro è cambiato. Varone, sostenuto da Partito Democratico, AVS, Rete Democratica, Voglio Vivere Così, Demos, Azione +Europa e Italia Viva, ha conquistato il primo turno con il 53,40% delle preferenze, totalizzando 10.881 voti. Un balzo in avanti di circa 1.500 voti rispetto al primo turno del 2019.

Simone Di Ventura, candidato del centrodestra, sostenuto da FdI, Monterotondo Bene Comune, Forza Italia, Lega, Monterotondo Scalo Conta, Unione Civica Eretina e Polo Civico, si è fermato al 37,53%, con 7.647 voti totali, circa 200 in meno rispetto a cinque anni fa. Nota negativa è l’affluenza, fermatasi al 65,26%, in calo di tre punti rispetto al 2019.

Impressionante è il confronto con le elezioni europee del 2024. Gli elettori del PD si sono dimostrati fedeli: 5.002 voti per le europee e 4.911 alle comunali, nonostante la presenza di numerose liste civiche. Sorprendente, invece, il dato di Fratelli d’Italia: 6.500 voti alle europee (33,20%) ma solo 3.341 voti alle comunali (16,98%).

Certo, molti voti sono andati alle liste civiche della coalizione, ma l’emorragia di preferenze è evidente. La macchina elettorale della sinistra eretina ha funzionato ancora una volta, e la scelta dei candidati consiglieri nelle varie liste a supporto del nuovo sindaco è stata vincente.

Di Ventura ha provato di tutto per vincere, portando avanti una campagna elettorale tenace e a tratti aspra. Vari big di partito, da Tajani a Gasparri passando per il governatore del Lazio, Francesco Rocca, si sono spesi per lui.

Varone ha risposto con Elly Schlein e Roberto Gualtieri. Tuttavia, viste le performance di FdI in tutta Italia, all’apertura delle urne avvenuta alle 14 di lunedì 10 giugno, in pochi si aspettavano un risultato del genere.

C’è, ovviamente, chi parla di “clientelismo rosso” visto che, dal dopoguerra ad oggi, Monterotondo non ha mai cambiato bandiera. Si diceva lo stesso, però, per tante altre città italiane che, alla fine, “sono cadute” travolte da quella che ormai tutti definiscono come l’”onda nera”.

Nella città eretina, insomma, il centrosinistra resiste e conferma quanto il lavoro sui territori sia più importante di slogan e post sui social.

Molto probabilmente il centrosinistra ha fagocitato i voti del Movimento 5 Stelle. Nel 2019, il partito di Conte raccoglieva il 16% dei consensi. Quest’anno, il candidato Angelo Capobianco, nonostante la benedizione di Virginia Raggi, ha ottenuto un deludente 5,84%, quasi tre volte meno rispetto a cinque anni prima.

Una vera e propria ecatombe per il Movimento, che passa dall’avere tre consiglieri a uno soltanto.

C’è spazio anche per l’estrema sinistra, anche se non avrà consiglieri eletti. Il giovane Paolo Maria Zavagni, classe 2002, sostenuto da Partito Comunista Italiano, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, ha ottenuto un importante 3,23%.

Un tempo, infatti, questi partiti facevano parte delle coalizioni che, di volta in volta, avevano eletto i sindaci di Monterotondo. Da anni, ormai, le realtà dell’estrema sinistra hanno deciso di correre da sole.


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